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Antonio
per il ruolo
istituzionale
Antonio D.S.
ambasciatore
in Alabama
Antonio Di Stasi
curatore in
trasferta
Alessandro
come infaticabile
organizzatore
Antonella
l’occhio che vigila
su ogni sfumatura
Bartolo
nel raccontare
i vissuti simili
ma così diversi
Fabrizio
fotografo
e assistente del coach
Francesca
inesauribile
interprete di parole
Giuseppina
memoria
storica di Felitto,
Gina
sorniona
osservatrice
fuori campo
Rosanna
inesauribile
cucitrice
di relazioni
Vito
Lo chef dei
due mondi
Il quarto giorno a Manhattan e la mia prima e unica “Maratona di New York” che avrò corso … a tappe!
Richiamo alla mente i loro volti che si illuminano quando ne parlano e accennano ai loro vissuti su queste strade;. Non faccio molto caso a chi mi viene incontro, mi sento in sintonia, invece, con chi si muove nella mia stessa direzione, che sorpasso o che mi supera, correndo o camminando, non importa … Mi ritrovo a correre quasi ad occhi chiusi nello sforzo di immaginare di essere dove sono ma di ritrovarmi in un’altra dimensione fisica e psichica.
Sul ponte di Brooklyn c’è una marea di persone che, senza soluzione di continuità, passa dalla sponda newyorkese a quella opposta additandosi punti lontani. Riportando lo sguardo su altri che attirano la curiosità e impongono di essere immortalati da telecamere e telefoni in modalità permanentemente accesi.
È un fiume di persone che si muovono sulla bellissima area pedonale che separa il mare dalla striscia di asfalto che porta il traffico da e per i ponti di Brooklyn e Manhattan.
Si corre sempre in compagnia come in una maratona con il vantaggio che si può scegliere la direzione e guardare negli occhi chi si incontra …
Ogni passo in avanti è accompagnato da inquadrature diverse che restituiscono fotogrammi che restano impressi nella memoria.
I muri, dove sono adagiate le lapidi di uomini e donne morte in quella data fatidica, sono ricoperti da bandierine a ricordare la nazione di provenienza. Gli “addobbi” sono il segno delle celebrazioni che si sono svolte i giorni precedenti al nostro arrivo.
Mi sentivo pronto per iniziare il mio laboratorio di ricerca, dall’altro iniziai un altro studio clinico molto importante che riguardava i trapianti. Studiammo un sistema che evitava il rigetto delle cellule del donatore. Alla fine diventai uno specializzando in trapianti di midollo osseo da donatore. Decisi di accettare l’offerta dell’università dell’Alabama dove dirigo il laboratorio di cellule staminali per il trapianto.
Con Ronald ci scambiammo qualche “promessa” ma non era realistico che sarebbe tornato per sposarmi. Abbiamo mantenuto la promessa di rimanere in contatto scrivendoci. La corrispondenza è durata un anno. Questo accadeva nel 1967. Dopo un anno è tornato per sposarmi e portami in America.
A Piaggine sono tornata nel 1960 e abbiamo dormito a Paestum.
Al paese siamo andati e tornati come un “fulmine”: siamo entrati e usciti velocemente. Siamo stati anche ad Aversa, la città di origine di mio marito.
In Abruzzo, uno dei miei figli si è ammalato ed è stato ricoverato per 15 giorni a Pescara in ospedale.
Questo ci impedì di tornare a Piaggine perché era tempo di ripartire per l’America.
Nel 1954 i genitori decisero di tornare negli stati Uniti, dopo un primo tentativo fallito nel 1921 a causa della chiusura delle frontiere per l’emigrazione fatta dal regime fascista.
La madre che era cittadina americana, portò con sé solo i suoi fratelli Carmela, Rosa, e Pietro che erano minorenni, oltre al marito. La loro destinazione fu il New Jersey; Franco fu lasciato a Piaggine a ricercare il futuro al quale era stato destinato.
Al momento del ritiro dell’auto, una spigliata impiegata mi comunica che non c’è il navigatore sul quale avevamo riposto tutte le nostre speranze.
Purtroppo, pur avendolo chiesto e pagato, l’auto ne era dotato.
Ormai eravamo in “carreggiata” e abbiamo deciso di metterci in viaggio verso Boston come da programma.
Imbocchiamo la Interstatale 84 che punta a Nord.
Nel 2018 per salvare un palazzo storico di Felitto in decadenza ho deciso di fare un investimento altrettanto importante, rilevando il Palazzo Migliacci, meglio noto come ‘A casa re’ cientu stanz’, diventato luogo di ritrovo per artisti e scrittori. Questo sito è adatto per l’organizzazione di mostre e convegni, nonché di workshop per la conoscenza delle erbe officinali e delle nostre tradizioni.
Oltre ad aver organizzato 6 edizioni della Sagra del Fusillo Felittese, ho ideato e promosso le prime sei edizioni di “Sapori d’Autunno”, la realizzazione di corsi di inglese e di computer per formare giovani guide turistiche e realizzato numerosi incontri culturali che animassero la vita del paese.