4 Maggio 2025 – III domenica di Pasqua –
Se si legge letamente il passo odierno del Vangelo, appendice all’intero testo di Giovanni, passo ricco di luce e di grazia, si ha l’opportunità di comprendere meglio il messaggio che l’evangelista ci invia: riconoscere e amare Gesù.
E’ descritta la terza apparizione di Gesù Risorto ai discepoli.

Due le scene proposte. Nella prima Pietro e altri sei discepoli, usciti dal chiuso del cenacolo, si spingono fuori, verso il mare per pescare. Sono tornati nella normalità del quotidiano. Dopo una notte di fatica non pescano però nulla. E’ il buio, la delusione.
Quando spunta l’alba ecco comparire Gesù che li invita a gettare di nuovo le reti. La pesca è sovrabbondante e solo adesso Giovanni riconosce il Signore e grida la sua fede agli altri discepoli.
“Quando il Signore sale sulla barca della nostra vita per portarci la buona notizia dell’amore di Dio che sempre ci accompagna e ci sostiene, allora la vita ricomincia, la speranza rinasce, l’entusiasmo perduto ritorna e possiamo gettare nuovamente la rete in mare.”
Sono queste parole di Papa Francesco su cui siamo chiamati a riflettere.
Gesù infatti ci cerca, ci viene incontro. E’ forza, ispirazione, guida nel pensare, nell’agire, nel distinguere che cosa è bene e che cosa è male. Spetta però a noi riconoscerLo. L’adoperarci per i fratelli e la preghiera ci aiuteranno in questo e potremo esclamare come Giovanni sul lago di Tiberiade: “E’ il Signore”. Vedremo così la nostra vita cominciare a cambiare.
La seconda scena del passo si svolge sulla terra ferma. L’atmosfera è diversa. Gesù mangia con i discepoli e poi per ben tre volte chiede a Pietro se Lo ama. Dalla risposta, che supera tutte le infedeltà, le debolezze, comincia per Pietro una nuova vita.
Come risponderemmo noi alla domanda di Gesù? Gesù cerca sempre un legame d’amore con noi anche quando questo sembra dissolto. Non ci rimprovera, non chiede spiegazioni, non ci giudica. Ha fiducia in noi, ci offre la possibilità di riscatto anche quando Lo abbiamo rinnegato. Accetta i nostri limiti e le nostre fragilità. Ci chiede, e non si stanca di chiedercelo, solo di amarLo, di ascoltarLo, di gettare la rete dove ci indica Lui, anche se lo abbiamo già fatto ma senza successo.
L’invito rivolto a Pietro: “Seguimi” è l’invito che rivolge a tutti noi.
Pietro, partendo dalla sua colpa, dal rinnegamento, arriva all’incontro con il Signore che lo avvolge nel suo amore e nel suo perdono. E’ capace di realizzare, senza più alcuna paura, la missione che gli viene affidata.
Anche noi, come Pietro, impariamo a seguire fedelmente il Signore, a testimoniare la verità vincendo diffidenze e incomprensioni. Portiamo il Suo amore fino ai confini della terra come Egli ci chiede.
Santa domenica in famiglia.