Un percorso editoriale nato in un’area interna che ha saputo trasformare la marginalità in forza
Trent’anni sono tanti. Ma sono anche un soffio di vento se si vivono in sintonia con la terra dove si è nati, da cui si è partiti e a cui si è tornati!
Trent’anni di vita di un’esperienza editoriale che ha interpretato lo spirito del tempo di un’area, conservata nella sua essenza naturalistica e storica proprio dalla sua marginalità geografica.
Trent’anni di storia del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA), che hanno segnato un salto epocale per la “regione verde, prigioniera di una provincia”: quella di Salerno.
Trent’anni di vita di un’avventura editoriale che ha accompagnato queste tre rivoluzioni vivendole dal di dentro.

Tutto comincia con la stampa dell’“Informatore comunale di Roccadaspide”, poi diventato “Qui Rocca Notizie” e, infine, “Il Valcalore”.
È il 1995 e l’area del PNCVDA è già stata dichiarata area protetta, ma l’Ente Parco vedrà la luce solo nel 1997. Vengono nominati direttore Domenico Nicoletti e presidente Vincenzo La Valva.
A Roccadaspide arrivano i fratelli Letizia, che aprono una tipografia che diventa una fucina per chi vuole pubblicare, come noi, e per chi vuole stampare, come loro.
Quel “noi” è formato dal sottoscritto, da Giuseppe Lascaleia, Giovanni Francione, Nerina D’Auto e Nino Di Dario.
Dopo due anni di “apprendistato” la redazione si arricchisce di altri soggetti che allargano l’orizzonte operativo ai paesi limitrofi di Roccadaspide: Castel San Lorenzo, Aquara e Felitto.
Nel ristorante di Vito Gnazzo, a Felitto, durante una cena con Antonio Marino, Luigi Scorziello, Michele Albanese, Antonio Ciniello, Nicola Cavallo e Mario Miano, vengono poste le basi per un significativo salto di qualità: dotare l’intera Valle del Calore di un mezzo di informazione capace di portare in primo piano un’area interna che ha un destino comune.
“Il Valcalore” è il nome che la testata assume, con la bella copertina disegnata da Nerina D’Auto. Il direttore responsabile è Marco Marcelli dalle Marche.
Un altro incontro porta la nostra “impresa” a Capaccio Paestum, passando per Fonte di Roccadaspide, dove entra a far parte della redazione Oreste Mottola, che porta esperienza e professionalità nel gruppo.
Intanto, su richiesta di Domenico Nicoletti, direttore del PNCVDA, progettiamo e avviamo una ricerca delle testate giornalistiche presenti sull’intera area del Parco… ne risultano trentatré!

È Antonio Palmieri che mi invita a trasferire all’interno della Tenuta Vannulo la sede della redazione.
Accetto con piacere la proposta, che ci spalanca le porte della Città dei Templi: un intero appartamento completamente arredato e un’iniezione di fiducia che ci conferma di essere sulla strada giusta.
Nel frattempo, “Il Valcalore” da mensile diventa bisettimanale.
Un passo avanti è la pubblicazione di un mensile destinato al Vallo di Diano: “Il Diano”.
Più tardi arriva a fargli compagnia un altro mensile destinato alla Valle del Sele: “Il Sele”.
Sono tre redazioni che si studiano, si confrontano e, infine, si fondono per portare avanti un progetto “unico”… prende vita il settimanale “UNICO”!
Oggi UNICO è una testata affermata, ma in quel tempo fa molta fatica a sfondare il muro dell’incertezza… tant’è vero che i loghi delle tre testate compaiono per anni sotto la nuova testata unitaria.
In quel tempo nasce anche il giornale destinato ai bambini dai 6 agli 11 anni: “I Piccoli”.
Intanto archiviamo la PA.CI.DIA. Onlus e fondiamo la Calore Srl, per dare un senso compiuto al nostro agire anche sotto l’aspetto economico:
raccogliamo un capitale sociale di 30.000 euro.
È a metà degli anni Duemila che inizia la rivoluzione digitale, che farà strage di quasi tutte le testate che ancora stampano su carta.
Internet muove i primi passi e chi è più svelto a capirne la portata si incammina per strade inesplorate.
Anche noi tentiamo di aggiornarci: creiamo “Cilento World”, una TV digitale che ha un certo successo, ma non abbastanza per contrastare la concorrenza.
Tentiamo di resistere facendo un aumento di capitale di altri 30.000 euro.
Ripartiamo fiduciosi e ci attrezziamo con un sito multilinguaggio, ma restiamo ancorati all’idea di non lasciare la carta, perché era ciò che sapevamo fare meglio.

Nel 2018 cambiamo di nuovo sede e ci trasferiamo a Capaccio Scalo.
Intanto anche i quotidiani nazionali subiscono la concorrenza dei siti d’informazione on line e delle nuove testate locali.
Implementiamo il lavoro su www.unicosettimanale.it e www.unicoquotidiano.it e, contestualmente, editiamo il mensile “UNICO PATRIMONIO”.
Poi arriva il COVID.
Dopo la pandemia si avverte la stanchezza degli sponsor, che preferiscono investire su testate digitali.
L’obiettivo è arrivare ai trent’anni di vita vissuta sempre sulla cresta e mantenendo la schiena diritta.
Oggi ci siamo.
Trent’anni sono un bel traguardo. Me lo voglio godere senza rimpianti, perché quello che poteva essere, con la forza delle idee, è stato realizzato.
Manterremo il sito vivo:
daremo spazio a chi vorrà collaborare, custodiremo il nostro patrimonio, continueremo a fare giornalismo a modo nostro.
Investiremo le risorse nello sviluppo di www.ipiccoliquotidiano.it, segno di speranza e fiducia nelle nuove generazioni.
È doveroso ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato in trent’anni di attività editoriale.
Un ricordo particolare va a Enza Marandino, Antonio Miano, Marco Marcelli, Ermanno Corsi, Giovanna Stellaccio, Giuseppe Chiacchiaro, Sergio Vecchio.

Si riconosce in queste pagine anche la crescita grafica delle nostre testate, grazie all’impegno di
Enrico Fasano, Luca Ferroni, Francesca Scandizzo.
Un ringraziamento sentito va alle tipografie che hanno stampato con continuità per trent’anni:
Grafica Letizia, Magna Grecia, CGM Srl.



