Venerdì 2 maggio 2025, alle ore 19.30, l’Associazione “Fiaba in borgo”, nell’ambito delle iniziative di “Libera(la)mente”, che si tengono presso la Biblioteca comunale e Centro Socio Culturale Paolo de Matteis di Piano Vetrale del Comune di Orria, ha presentato il volume “Il Mistero de Rothschild. La verità dietro al “Giallo dei Sibillini”, di Francesco Torresi. Dopo i saluti istituzionali di Maria Luisa Di Matteo, “Associazione Fiaba in Borgo”, di Agostino Astore, Sindaco del Comune di Orria, e dell’ Associazione Proloco “Paolo de Matteis”, il prof. Giuseppe Sica ha introdotto il volume. A dialogare con l’autore, Antonella Casaburi e Massimo Sica.
La presentazione del volume di Francesco Torresi rientra nelle numerose iniziative letterarie di “Fiaba in borgo”, associazione culturale senza scopo di lucro che punta alla promozione culturale e sociale, alla valorizzazione del territorio e all’inclusione dei soggetti diversamente abili. Libera(la)mente, incontri con l’autore che si tengono nel paese dei Murales e e patria del pittore Paolo de Matteis, hanno visto avvicendarsi numerosi scrittori. Nell’ultimo appuntamento letterario Francesco Torresi, docente marchigiano, con “Il mistero de Rotschild” ha raccontato con una lucida e coinvolgente narrazione quella che la stampa inglese dell’ epoca definì il giallo del secolo: la misteriosa scomparsa sulle montagne dei Sibillini, a Sarnano, piccolo centro delle Marche e paese di origine dell’autore, di Jeannette Bishop, ex moglie di sir Evelyn Robert Adrian de Rotscild, esponente della facoltosa famiglia di origine ebraica tra le più potenti al mondo. La ricca e affascinante donna inglese, sposata in seconde nozze con l’imprenditore Stephen May, scomparve la sera del 29 novembre 1980. Con lei c’era l’amica e segretaria italiana Gabriella Guerin. i corpi delle due donne furono ritrovati solo quattordici mesi dopo, il 27 gennaio 1982. in alta montagna, ma lontano dal punto in cui era stata rotrovata la loro auto. La vicenda ebbe risonanza mondiale, e nonostante gli intensi sforzi il caso non è stato mai risolto. La vicenda è stata collegata a torbidi segreti dei salotti romani e a oscuri avvenimenti dell’epoca: il rapimento di Emanuela Orlandi, l’indagine sul presidente dell’ Istituto per le opere religiose del Vaticano Paul Marcinkus, il furto alla casa d’aste “Cristie’s”, l’omicidio del banchiere Roberto Calvi.
Le indagini su una tragedia che ha sconvolto per oltre quattro decenni l’esistenza di un tranquillo paese di provincia recentemente sono state riaperte, e l’autore ha pubblicato un libro che era pronto da tempo.
Circa le ragioni che lo hanno spinto a raccontato la vicenda, Francesco Torresi chiarisce: “Chi volesse dedicarsi alla lettura non troverà i risvolti tipici di un romanzo giallo, nè la trama intricata di tanti casi irrisolti che hanno riempito le pagine dei quotidiani dal dopoguerra ad oggi, ma potrà rivivere i fatti che si sono succeduti, le coincidenze fortunose, le scelte difficili di chi è stato costretto a percorrere il sentiero tortuoso di un viaggio improvviso e maledetto, verso la ricerca di una verità mai raggiunta. Un viaggio compiuto con coraggio, determinazione e un pizzico di incoscienza”.
Ciò che colpisce di questo libro, e che lo rende prezioso dal punto di vista letterario, è il particolare punto di vista scelto dall’autore: “La mia idea era quella di guardare a questo fatto di cronaca assumendo un nuovo punto di vista, quello del paese in cui si è verificato e, attraverso gli occhi dei suoi abitanti, di quelli coinvolti in prima persona e di coloro che ne hanno seguito gli sviluppi da lontano, far trasparire l’impatto che un avvenimento tanto eccezionale quanto doloroso ha avuto sulla vita e sulle vicende personali di persone comuni”.
Con un’ abile e originale costruzione narratologica, il libro di Francesco Torresi riesce nell’intento di dare voce al paese, Sarnano, che è poi la terza vittima, oramai privato della sua serenità, della sua purezza. Ed emblematiche risuonano le parole di Cesare Pavese che l’autore ha scelto come esergo del libro: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo che, anche quando non ci sei, resta ad aspettarti”.