D’estate, quando non c’è pace né per “mare” né per “terra” lungo la costa del Cilento, ci sono due luoghi dove si dovrebbe poter trascorrere in tranquillità ore di piacevole rilassamento … si tratta delle due “Aree Marine Protette di “Santa Maria di Castellabate” e “Costa degli Infreschi e della Masseta”.

Esse furono istituite nel 2009 all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni (PNCVDA), si estendono su una vasta superficie di mare e di costa. Esse sono tesori di biodiversità, pertanto, destinate alla preservazione della loro bellezza naturale.
La flora e la fauna di questi tratti di costa sono semplicemente straordinarie. Nel fondale marino di Castellabate, è possibile ammirare la magnificenza della Posidonia Oceanica, habitat protettivo per molte specie di pesci e crostacei. Madrepore, gorgonie, ricci di mare, briozoi e spugne costituiscono il sogno di ogni nuotatore appassionato di natura.

Le Area Marina Protetta è suddivisa in tre diverse zone, ognuna sottoposta a un diverso regime di tutela ambientale e di conservazione, tenendo conto delle caratteristiche naturali e della situazione socioeconomica esistente.
Le Zone A, la riserva integrale, è la più tutelata e la balneazione è vietata.

Le Zone B, invece, la riserva generale, consente la balneazione e la navigazione, a patto che la velocità non superi i 5 nodi. La Sottozona B1, una zona limitata situata nei pressi della pineta di Licosa, è un luogo di straordinaria bellezza.
Infine, Proprio per conservare questo straordinario patrimonio di biodiversità, le Aree Marine Protette sono suddivise in tre diverse zone, ognuna sottoposta a un diverso regime di tutela ambientale e di conservazione.

Per chi volesse approfondire ecco il link al sito del Parco https://www.cilentoediano.it/aree-marine-protette/
Le foto che accompagnano questo articolo sono state prelevate dal sito ufficiale del Parco e scattate durante delle escursioni a piedi fatte nel corso tempo passato e remoto …
Incredibilmente, tutte le indicazioni, le prescrizioni, i suggerimenti … indicati sul sito per la fruizione consapevole dei “beni” posti sotto tutela sono disattese … sia perché sono pochi a conoscerle sia perché i comuni sia il PNCVD, che hanno visto riconoscere parti del loro territorio (marino e costiero) come “patrimonio dell’UMANITÀ”, ricavandone corposi ritorni in termini di “pubblicità” che richiama turisti da tutto il mondo, non mettono in campo nessun controllo per far rispettare le regole per la corretta fruizione dei beni.

Relativamente a Punta Licosa, per rendersi conto della situazione, basta percorrere a piedi la stradina (interdetta al traffico motorizzati) che dal porto di San Marco porta a Punta Licosa.
La stradina è stretta e, per lunghi tratti, sterrata. Gli escursionisti che la imboccano per raggiungere a piedi Punta Licosa e, più avanti, la scogliera e la frescura della pineta retrostante devono continuamente cedere il passo a mezzi a motore di ogni tipo … eppure, i cartelli di divieto non mancano! Come sempre, nessuno controlla e chiunque si sente autorizzato a “dichiararsi” proprietario di una delle tante “case” disseminate a valle e a monte del sentiero. Lo scopo è quello di eludere il divieto di transito!

Dopo aver “mangiato” polvere di “terra”, il pedone che arriva in vista dell’isolotto della sirena Leucosia, ecco che lo si vede “assediato” da decine di imbarcazioni che, è facile constatarlo, sono giunte a nell’area protetta via mare sprigionando tutta la potenza dei motori fuori ed entro “bordo”. Sui ponti e sui “ponticelli” delle imbarcazioni “gironzolano” grandi e piccini tuffandosi in acqua e risalendo a fatica a bordo.
Cinquanta Km più a Sud, nel comune di Marina di Camerota e di San Giovanni a Piro e sia pur in una dimensione diversa, c’è l’Area Marina Protetta di Costa degli Infreschi e della Masseta.
È difficoltoso arrivarci in auto, ed anche a piedi si fa una certa fatica, soprattutto al ritorno. Questo aspetto, però, non impedisce a chi vuole vivere a pieno un’esperienza indimenticabile di farlo in piena sicurezza …

Però, se l’amante della natura vuole vivere a pieno le sensazioni che suggeriscono le belle foto messe a corredo delle descrizioni pubblicate sul sito del PNCVDA, non deve arrivare a Pozzallo, a Baia Infreschi e della Masseta, nei mesi di luglio e agosto. Il motivo è presto … sia il mare sia le belle spiagge, che le scogliere avvolgono in un abbraccio come a proteggerle, sono assediate imbarcazioni che, a getto continuo, scaricano e caricano decine di bagnanti caricati sulle spiagge della marina e depositati sullo “strapuntino” di Pozzallo ed oltre.
Sia nel caso di Punta Licosa sia di Pozzallo ed oltre tutto è coronato da altre decine di imbarcazioni che sfrecciano da Nord a Sud e viceversa diretti alle “calette” più esclusive dove potersi tuffare e farsi fotografare per pubblicare sui social della “vanagloria” il loro “privilegio” di poter “violare” ciò che ad altri è interdetto dalla legge e, soprattutto, il risultato è quello di disturbare anche chi, rispettando le prescrizioni, vorrebbero solo vivere in silenzio porzioni di costa e mare dichiarate patrimonio intangibile dell’UMANITÀ!

Con buona pace della “protezione” chiesta e ottenuta dall’Ente Parco agli organismi nazionali e internazionali.
Vale la pena ricordare che nelle due Aree Marine Protette c’è ricchezza floristica e faunistica non indifferente: sono presenti, infatti, alcune specie animali e vegetali uniche al mondo e perciò soggette a particolari forme di tutela.
Buona “vacanza” dagli “effetti” della legge … che riprenderà a “valere” dopo la grande abbuffata di turismo incontrollato e i luoghi incantati torneranno a farsi cullare dal ritmo delle onde e modellare dall’insistenza del vento … nei secoli dei secoli.