Sociologo che da oltre trent’anni svolge ricerche nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con studi e indagini confluiti in numerosi saggi su identità, tradizioni, religiosità e cultura popolare, feste, manifestazioni e forme rituali; comunità, vita quotidiana, nuove generazioni, epistemologia dei sistemi e della complessità, Pasquale Martucci ha dato alle stampe il suo ultimo volume “Culture immateriali. Lo studio delle espressioni festive nel territorio del Cilento, Alburni e Vallo di Diano”,” pubblicato su Amazon a marzo 2025.
Lo studioso ha utilizzato una metodologia qualitativa che, partendo dal soggetto/ricercatore, ha allargato lo sguardo per effettuare comparazioni con documenti, riscontri sul campo e informazioni tratte da social media e audiovisivi, al fine di rappresentare come le espressioni che si svolgono nella comunità possano oggi essere fruite in chiave moderna e considerate Patrimonio Culturale Immateriale.
Su cosa sia il patrimonio della cultura cilentana, ricca di risorse materiali ma anche di iniziative finalizzate a trasmettere alle future generazioni le espressioni di un’antica e ricca tradizione, Pasquale Martucci effettua acute e approfondite riflessioni. E nel primo capitolo, dedicato al Patrimonio Culturale Immateriale, chiarisce con incisività: “L’Istituzione dell’ Inventario potrebbe rivelarsi un’azione di salvaguardia e valorizzazione dei fondamenti culturali della Regione, che altrimenti rischiano di andare dimenticati e dispersi. Sono molti i beni che attendono di far parte dell’IPIC: tanti sono i paesi che vogliono affermare l’identità e la continuità di una comunità che a partire dal suo patrimonio tangibile, costituito da ruderi e castelli, chiese e monumenti, opere d’arte, intendono proporre il loro patrimonio intangibile”.
Il secondo capitolo parla di miti, che per le popolazioni ha rappresentato forme di appartenenza comunitaria, affermata e arricchita nel corso dei secoli, e di culture, la cui conoscenza, unitamente a quella dei miti, svolge un ruolo determinante per affermare le espressioni e le manifestazioni che caratterizzano la vita quotidiana. In “Miti e culture” Martucci scrive che “Il territorio cilentano è caratterizzato da un indissolubile legame tra uomini e natura, tra comunità e ambiente, che ha trovato nella cultura contadina i fondamenti dei suoi valori, basati sulla memoria del passato, sulla vita materiale, sulla dimensione religiosa e soprannaturale”; “tutto quello che ruota intorno intorno alla vita materiale e immateriale, e che viene affermata attraverso il racconto, il mito, può essere definito genius loci, lo spirito, l’anima, l’atmosfera che si respira, ma anche i colori, gli odori, i suoni, il linguaggio della popolazione, il silenzio”; “i miti servono a costruire e a mantenere salda una comunità ed a conferire alla stessa una propria e specifica identità“.
Alle espressioni festive è dedicato il terzo capitolo: “Le feste ritrovate”. In un’ ampia sezione dedicata agli eventi che si svolgono nel territorio, che lo studioso tratta con un approccio sociologico, ricorrendo alla costruzione di indicatori e di griglie di valutazione, lo studioso compie comparazioni e riscontri. Lo scopo, intende chiarire l’autore, non è produrre una classificazione, ma far emergere punti di forza e di debolezza delle quattro macro -aree di interesse socio-culturale individuate (eventi religiosi; rievocazioni storiche; manifestazioni socio – culturali; sagre di prodotti tipici) al fine di indicare azioni mirate che possano valorizzare le varie espressioni festive. I numerosi eventi che si svolgono nel territorio, suddivisi nelle macro- aree, vengono descritti nel dettaglio, e per ciascuna il sociologo Pasquale Martucci indica le peculiarità; e le potenzialità. “Le feste ritrovate e rivitalizzate sono quelle attuali che mantengono le caratteristiche di fondo, ma si arricchiscono di elementi che nelle società attuali possono essere fruite ed apprezzate dalle persone”; “gli eventi necessitano di un salto di qualità, attraverso promozione e pubblicità, ma anche forme espressive che possano catturare ed attrarre il pubblico. Queste paiono essere le principali indicazioni per organizzare e riattualizzare gli eventi e permettere al territorio di esprimere la propria identità”.
Per come è stato realizzato, il volume richiama l’interesse di studiosi e cilentani, ma anche di tanti turisti e viaggiatori che vogliono scoprire un territorio ampio e variegato, ricco di tradizioni e di feste.
Nelle sue conclusioni, Pasquale Martucci scrive di “Turismo, cultura, sviluppo”: preziose pagine intrise di acute riflessioni scritte da un sociologo e ricercatore con alle spalle oltre trent’anni di studi e pubblicazioni sul territorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.