Le zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni stanno attraversando una crisi demografica complessa, che minaccia il futuro di intere comunità.
Le radici di questo declino sono profonde e molteplici: mancanza di opportunità lavorative, infrastrutture inadeguate, declino delle attività economiche tradizionali e invecchiamento della popolazione.
A questi fattori si aggiungono l’isolamento geografico e la scarsità di servizi essenziali, che spingono i giovani a cercare altrove prospettive di vita migliori.
Il risultato è un progressivo svuotamento di territori ricchi di storia e cultura.
Nonostante l’evidente necessità di interventi efficaci, le risposte politiche e amministrative non sono state all’altezza delle sfide.
Basta vedere i dati statistici della popolazione degli ultimi decenni.
Nonostante il continuo afflusso di denaro pubblico, gli investimenti non sono riusciti a creare occupazione sufficiente a combattere le cause profonde dello spopolamento.
Le istituzioni, incapaci di mettere in atto politiche efficaci e strutturate, hanno spesso sprecato risorse in progetti che hanno dato solo flebili risultati.
Un chiaro esempio di questa inefficienza è rappresentato dalle numerose infrastrutture avviate, ma rimaste incompiute per decenni.
Le opere viarie moderne e veloci, che avrebbero dovuto migliorare la mobilità e i collegamenti tra le zone più isolate del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, restano ancora in attesa di tempi migliori.
Progetti che avrebbero potuto ridare vita e dinamismo economico a questi territori sono stati avviati, ma non conclusi nella loro interezza, lasciando intere comunità nell’incertezza.
Queste inefficienze politiche, economiche e amministrative hanno dato origine a “cattedrali nel deserto”: infrastrutture incompiute, poiché i progetti non sono stati realizzati nella loro interezza e non servono né a migliorare la vita quotidiana né a stimolare lo sviluppo economico.
Le conseguenze di questi fallimenti non sono solo infrastrutturali.
Nelle zone più colpite dallo spopolamento, iniziano a chiudere servizi pubblici e molte imprese si spostano altrove perché non riescono più a sostenersi a causa della diminuzione del numero di utenti e di clienti.
La chiusura di questi servizi peggiora ulteriormente la situazione, creando un circolo vizioso che rende sempre più difficile la vita per chi rimane.
Nonostante gli ingenti finanziamenti pubblici, anche i comuni più piccoli del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni hanno gestito risorse milionarie con risultati insignificanti sul piano della crescita occupazionale.
La mancanza di una visione a lungo termine e di una gestione centralizzata efficace ha disperso le risorse senza creare i cambiamenti strutturali necessari per fermare lo spopolamento.
È indispensabile, quindi, una classe politica più dinamica e aperta alle nuove idee, capace di pensare a investimenti mirati che mettano al centro il lavoro, lo sviluppo e la creazione di opportunità per trattenere i giovani nei territori delle zone interne.
Servono piani di sviluppo economico specifici per le zone interne, focalizzati sull’occupazione come obiettivo principale e su una pianificazione a breve, medio e lungo termine.
Questi piani devono rispondere alle esigenze immediate e future delle comunità.
Gli interventi che producono cambiamenti concreti e duraturi si distinguono per la loro capacità di generare sviluppo reale in tempi brevi, creando occupazione e migliorando la qualità della vita.
Se un progetto o piano di sviluppo economico è efficace, i risultati sono visibili subito.
Tuttavia, molti dei progetti attuati finora non hanno mostrato questi segni di successo, dimostrando la necessità di una programmazione più oculata e mirata.
Servono piani di sviluppo economico che creino occupazione, progetti di rete reale e zonale che mettano in collegamento le diverse comunità del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, creando una sinergia capace di sostenere lo sviluppo dell’intero territorio.
È necessario istituire una cabina di regia centralizzata che monitori e valuti gli investimenti, garantendo che questi producano risultati tangibili anche nel breve periodo.
Solo con una gestione unitaria e una visione strategica si potranno evitare ulteriori sprechi di risorse e cattedrali nel deserto.
Le comunità del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni hanno bisogno di un cambiamento radicale ed immediato.
Solo un approccio basato su progetti di rete e interventi economici e sociali ben pianificati potrà trattenere i giovani, attrarre nuovi investimenti e garantire un futuro a questi territori.
È ora di abbandonare la logica delle promesse incompiute e agire con determinazione per fermare realmente lo spopolamento, prima che sia troppo tardi.