La visita del Touring Club Italiano a Pioppi e Celso, frazioni di Pollica

Turismo, "Un tuffo nel passato sempre di attualità"

Autentico patrimonio immateriale che ha consacrato Pioppi ed il comune di Pollica come una delle “Capitali del Mediterraneo” per i suoi risvolti, non solo dal lato medico-scientifico

Attualità
Cilento martedì 16 aprile 2024
di Egidio Marchetti
Prodotti alla base della Dieta Mediterranea
Prodotti alla base della Dieta Mediterranea © Settimanale Unico

La visita del Touring Club Italiano a Pioppi e Celso, frazioni di Pollica, rappresenta una particolare attenzione al turismo sostenibile per un territorio ricco di storia, di bellezze naturali e di un radicato patrimonio identitario, quale è il Cilento.

 Qui infatti si sono intrecciate vicende storiche, processi culturali e scientifici, avendo come teatro proprio questi luoghi, divenuti dei crocevia del mondo, agendo in sintonia con esso, diventando infine il motore della civiltà. 

Questa, ad esempio, è la testimonianza lasciata da Ancel Keys, lo studioso statunitense che qui soggiornò per 40 anni, mettendo a frutto le sue ricerche sulla Dieta Mediterranea, celebrata nell'omonimo Museo allestito presso il Palazzo Vinciprova. Autentico patrimonio immateriale che ha consacrato Pioppi ed il comune di Pollica come una delle “Capitali del Mediterraneo” per i suoi risvolti, non solo dal lato medico-scientifico, quanto pure per gli aspetti collegati ai processi produttivi nella catena agroalimentare.

 A pochi chilometri dal mare cristallino di Pioppi si erge il borgo di Celso, dove la famiglia Mazziotti esercitò un ruolo fondamentale nel Risorgimento italiano, incarnando le ambizioni tipiche dell'aristocrazia terriera che, in un determinato momento storico, abbracciò gli ideali dell'Illuminismo.

Una celebre citazione contenuta nelle trascrizioni notarili recita : "Ubi dicitur li Mazziotti seu la Piazza”, attestando lo stretto legame tra i Mazziotti ed il borgo di Celso, fino a divenire un'unica cosa, in una perfetta simbiosi tra il paese e la famiglia.

Il palazzo baronale si erge maestoso sul punto più alto dominando la piazza, delimitandola su tre lati, il cui accesso è garantito da un arco che passa proprio sotto il palazzo.

Fa riflettere come sia stato possibile che i membri di una famiglia così agiata abbiano deciso di opporsi al potere dominante di una monarchia assolutistica, rinunciando a dei sicuri privilegi, affrontando il carcere, le persecuzioni, la latitanza e la morte, per quegli ideali di libertà.

 Un esempio per le "elites" contemporanee, ugualmente privilegiate che, seppure senza alcun rischio di pene capitali, restano sovente amorfe, complici e rassegnate al potere costituito.

E, lungi dal “darsi alla macchia” o scendere in piazza “aizzando rivolte”, calano il capo e la schiena in nome di meschini calcoli e convenienze di bottega.

Abiurando così un glorioso passato di tensione ideale, rinunciando ad ogni forma di azione e di ambizione, se non esprimendo, di tanto in tanto, un'accigliata indignazione.

Una vera lezione per i visitatori di questo splendido palazzo e per gli abitanti dei luoghi, dove a volte le vicende umane dimostrano che non esistono barriere tra centro e periferia, allorchè in passato è stato possibile muovere l'orologio della storia anche da punti apparentemente lontani, in ragione dei legami, della rete di conoscenze, dei rapporti culturali e politici intessuti dalla borghesia cilentana con le capitali europee.

Peraltro senza avere quei mezzi di comunicazione che invece la modernità ci fornisce quotidianamente, regalandoci la possibilità di connetterci con l’intero pianeta, ma restando comunque incapaci di rompere l’isolamento culturale odierno.

La possibilità di attrarre i cervelli, come Ancel Keys e quella di far crescere quelli autoctoni, con delle significative esperienze di studio e di lavoro in Italia e nel Mondo,  sono oggi la vera chiave di sviluppo per il futuro del Cilento, grazie alle relazioni umane e professionali ad esse correlate, come una preziosa e potente cinghia di trasmissione capace di rimettere in movimento la macchina del progresso.

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