La forza della narrativa: riesce a trasformare, con una magica alchimia, il piombo in oro. Noi invece abbiamo l’oro e riusciamo incredibilmente a trasformarlo in piombo

La letteratura prodotta a Capaccio Paestum sale ancora sul podio dei vincitori

Una riconferma per il secondo anno consecutivo al Premio Letterario Internazionale “Città di Sarzana”, patrocinato dalla Camera dei Deputati e dalla Regione Liguria.

Cultura
Cilento martedì 06 agosto 2019
di Glicerio Taurisano
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Sarzana © Unico

Ancora un riconoscimento letterario per l'autore di Capaccio Paestum Giorgio Cafasso, con l'opera “L'Unica Costante 2”. Una riconferma per il secondo anno consecutivo al Premio Letterario Internazionale “Città di Sarzana”, patrocinato dalla Camera dei Deputati e dalla Regione Liguria. Giorgio Cafasso dunque si aggiudica il primo premio per la narrativa con il romanzo storico “L’Unica Costante 2”. La premiazione è avvenuta a Sarzana, provincia della Spezia,il 28 luglio 2019 alla presenza di noti autori, giornalisti, rappresentanti istituzionali e un folto pubblico.

Un riconoscimento prestigioso, ma perché il titolo del romanzo riporta il numero 2?

Per il semplice motivo che è il sequel del romanzo “L’Unica Costante”, vincitore del premio Sarzana 2018 (ndr. sul podio al 2° posto).

Quest'anno invece il romanzo è salito sul podio più alto. Una grande soddisfazione.

Sì, ma anche il primo romanzo, che rappresenta la parte più avventurosa della storia, è stato prodigo di soddisfazioni: infatti è risultato tra i 7 finalisti del rinomato Premio Cumani Quasimodo tra centinaia di partecipanti.

Leggendo l'ultima pagina de “L'Unica Costante 2” salta agli occhi la frase finale: “Fine della seconda parte”. Quindi ce ne sarà una terza?

Esatto, alla fine sarà una trilogia, ma la terza parte è in corso di studio e sarà un lavoro lento e faticoso, soprattutto perché lo scenario in cui partirà l’ultimo atto della saga sarà la nostra meravigliosa Paestum. Stiamo studiando, con la mia coautrice inglese Lindsay Lockyer, gli intrecci della trama che sarà ancora più avvincente.

Come mai una coautrice inglese?

Storia lunga, diciamo che il tutto era partito per una traduzione di un romanzo che avevo pubblicato nel 2001. Poi strada facendo, alcune difficoltà legate alla traduzione di frasi idiomatiche hanno suggerito di riscrivere completamente tutto direttamente in inglese. Da qui è partita una bella sinergia e collaborazione con una capacità di dettaglio e precisione storica davvero notevole.

Dunque il romanzo nasce in lingua inglese?

Proprio così, anche se la potenza descrittiva della nostra lingua permette una narrazione molto più raffinata. In effetti in questo l’italiano batte l’inglese 10 a 1. Il punteggio si capovolge invece per la potenza della comunicazione: due lingue diverse, ognuna con la sua specificità.

Veniamo alla storia in sé, di cosa parla il suo romanzo?

È un romanzo storico ambientato agli inizi del II secolo d.C. nel periodo alla successione di Traiano e all’adozione di Adriano avvenuta sul letto di morte dell’imperatore che aveva portato l’impero romano alla sua massima estensione. In realtà è storicamente documentato che quella adozione fu il frutto di un intrigo. Questa è la cornice di fondo in cui si innestano le vicissitudini di Gaio Quirino Marone, centurione di stanza in Britannia e della nobile Laura Domizia Decidiana, nipote del Proconsole d’Asia, Publio Cornelio Tacito, rapita da un gruppo di ribelli caledoni e destinata a un arcaico sacrificio rituale in preparazione di una sanguinosa rivolta contro gli invasori romani. I due giovani, tra pericoli escontri etnici, si ritrovano, loro malgrado, coinvolti nel complotto architettato per portare Adriano al soglio imperiale, intrigo che finirà per segnare le loro vite. E il loro amore.

Dunque la saga inizia in Britannia?

In realtà, nel primo romanzo, tutto inizia in Cilicia (Turchia) dall’omicidio di Critone, il medico personale di Traiano. Poi la scena si sposta in Britannia dove incontriamo i nostri due protagonisti che restano invischiati in una storia molto più grande di loro.

Il romanzo vincitore di quest'anno invece è ambientato a Roma.

Che viene dipinta in modo molto realistico, anche attraverso gli incontri con personaggi storici ricostruiti precisamente grazie ai loro scritti. Le ultime pagine narrano della destinazione finale dei due protagonisti: Paestum.

Allora anche la meravigliosa Paestum entra nel suo romanzo. Come mai il desiderio di parlare della propria terra?

Perché dobbiamo imparare a raccontarci. La forza di un luogo diventa molto più potente se viene trasferita dal mondo fisico nell’immaginario collettivo. In questo l’ascendente che può esercitare la narrativa è stupefacente nel momento in cui riesce a esprimersi in un orizzonte più vasto. Basti pensare in cosa è riuscito il successo del maghetto Harry Potter: trasformare un muro malridotto della stazione di King’s Cross a Londra (il famoso binario 9 & ¾) in cui è stato messo un manico di carrello: file interminabili di fans in coda per fare la foto con la sciarpa di Grifondoro. Costo del biglietto 44 sterline, circa 50 euro! Il costo per fare un giro nel nostro parco archeologico, museo compreso, costa 9 euro! Ecco la forza della narrativa: riesce a trasformare, con una magica alchimia, il piombo in oro. Noi invece abbiamo l’oro e riusciamo incredibilmente a trasformarlo in piombo. Ripeto, con le dovute differenze, dovremmo umilmente cominciarea raccontarci.

Raccontarsi dunque, ecco la ricetta probabilmente idonea a far si che le bellezze e le ricchezze dei territori entrino a far parte di quella potenzialità di cose che accrescono, comunicano e sviluppano le città. E se questo avviene attraverso opere come quelle di Giorgio Cafasso sicuramente troveranno non solo dei canali comunicativi atti a raccontare la propria terra, ma saranno veicoli che avvicineranno sempre più le bellezze storiche, artistiche e culturali con la grande platea internazionale. Così come contribuisce un Primo Premio letterario in un contesto internazionale, come quello vinto da Giorgio Cafasso, il quale imprime nella internazionalità della cultura il nome di Capaccio Paestum e... ricorrendo alla nota frase “Nemo Propheta in Patria” possiamo solo sperare in queste iniziative, svolte in altri luoghi, per far conoscere le eccellenze territoriali.

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