Era nato a Rofrano il 23 novembre del 1934

Giovanni Scandizzo, detto Nino, ci ha lasciato il 14 maggio del 2022

E' rimasto nella terra del “padri”, perché vi era attaccato in modo viscerale come molti dei suoi amici di infanzia diventati poi compagni di passeggiate e di infinite discussioni sull’attualità politica e sui destini di Rofrano

Personaggi
Cilento domenica 15 maggio 2022
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Giovanni Scandizzo con la moglie Angelina © Unico

 

Giovanni Scandizzo, l’ultimo dei tre figli partoriti da Carmela Scandizzo sposata con Bartolomeo Scandizzo (cognomi uguali ma non parenti). Gli altri due, Giuseppe e Demetrio, avevano già lasciato questa vita precedendolo nella nuova dimensione a fluttuare tra le stelle.  

Dei tre, è stato l’unico a non voler lasciare Rofrano per cercare più fortuna altrove come era successo a Giuseppe, sposato a Piaggine con Giuseppina, e a Demetrio sposato a Vincenzina prima emigrato in Venezuela, poi in Argentina e infine a Seregno in Lombardia.

Giovanni ha vissuto sempre a Rofrano con accanto sua moglie Angelina con la quale ha messo al mondo tre figli, Bartolo, Luigi e Carmela che oggi con i nipoti piangono la sua scomparsa.

Nino è rimasto nella terra del “padri”, perché vi era attaccato in modo viscerale come molti dei suoi amici di infanzia diventati poi compagni di passeggiate e di infinite discussioni sull’attualità politica e sui destini del piccolo borgo dove nasce il fiume Faraone.

Ricordo il giorno del suo matrimonio come fosse ieri … ero un bambino e con i miei genitori arrivammo a Rofrano per fare festa in una casa d’epoca del Dott. Federico Lettieri situata in P. Scandizzo la via che porta alla bella chiesa di San Nicola dove, da seminarista servivo messa. Fu la prima volta che mi resi conto di trovarmi in un mondo diverso dal paese dove vivevo, a Piaggine.

Da allora ho passato molta parte della mia estate a Rofrano la casa dei miei nonni e zio Nino e zia Angelina, e poi con i loro figli, che è stata sempre aperta.

Nino esercitava il mestiere di muratore, prima insieme a suo padre, Bartolomeo, e poi in proprio. Lo faceva con scrupolo e dedizione non solo a Rofrano ma anche nei paesi vicini: Laurito, Alfano, Pruno (una località divisa in tre frazioni: Laurino, Valle dell’Angelo e Piaggine) …

Giovanni era un buon amico di molti nel suo paese e soprattutto dei fratelli Viterale e di Franco Petraglia. Ogni volta che lo cercavo fuori di casa mi recavo in piazza e lì, immancabilmente, che si confrontavano su ogni questione di carattere locale, nazionale ed anche oltre.

Dopo la scomparsa di mio padre, Giuseppe, Zio Nino non ha mai mancato di venire a Piaggine, insieme a sua moglie, in occasione della ricorrenza del 2 novembre, percorrendo la complicata strada di montagna che collega il mio paese con Rofrano, per trascorrere con mia madre un giorno così particolare per una donna rimasta vedova 50 anni!.

È stato un uomo buono che trasmetteva tranquillità e serena passione per le cose semplici della vita. Ha amato i suoi figli e i suoi tre nipoti, ed ha convissuto con zia Angelina all’unisono una vita come lui l’aveva immaginata e costruita “mattone su mattone”. Ricordo anche la passione con la quale eresse la casa dove ha vissuto fino ad oggi: fu il sogno realizzato della sua vita. 

Tutti noi che lo abbiamo avuto come punto di riferimento faremo tesoro del suo lascito di uomo, padre e marito. E per me e Gina, uno zio che sapeva cogliere ogni occasione per rassicurarci con il suo sorriso sornione e sempre compiacente.

 

 

 

 

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I commenti degli utenti
  • Antonella Pandolfo ha scritto il 16 maggio 2022 alle 14:04 :

    Una persona perbene,quasi di altri tempi ,aveva battezzato mia sorella Mara in nome dell’amicizia che lo legaVa con la mia famiglia ,che la terra gli sia lieve 🌹 Rispondi a Antonella Pandolfo

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