Sabato 28 gennaio 2023 ho voluto avventurarmi sulla via del Cervati per soddisfare la mia passione per la neve che è caduta abbondante
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Monte Cervati. L’oro bianco sprecato per mancanza di lungimiranza

Sono innumerevoli la località sciistiche che devono la loro ricchezza ai milioni di appassionati della neve che si spostano dalle città verso i monti per potersi emozionare praticando gli sport invernali o anche solo per muoversi

Turismo
Cilento martedì 31 gennaio 2023
di Bartolo Scandizzo
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Monte Cervati © Unico Settimanale

Risalire la Valle del Calore è sempre un piacere per chi, come me, è nato a Piaggine che è uno dei comuni che tenta di resistere al fenomeno “migratorio” di giovani iniziato in modo diffuso negli anni ’70 del secolo scorso.

Fu l’apertura dell’Istituto magistrale nel lontano 1966 che diede il via alla corsa all’oro dell’istruzione superiore per la generalità dei giovanissimi che si completavano gli studi della scuola media unificata.

Io stesso, che avevo frequentato la scuola media nel seminario diocesano a Vallo della Lucania, rientrai a Piaggine per iscrivermi alla classe prima del neo istituto. Da quel momento, furono centinaia le ragazze e i ragazzi che conseguirono il diploma che, di per sé, dava titolo ad insegnare nelle scuole elementari oltre a potersi iscrivere al magistero o, frequentando l’anno integrativo, a qualsiasi altra facoltà.

Oggi Piaggine mantiene con difficoltà un numero di abitanti necessario a rendere economicamente conveniente una serie di servizi pubblici e, soprattutto, quelli privati: negozi, farmacia, guardia medica, pronto intervento …

Piaggine, come tanti altri comuni situato nelle aree interne, ha chiesto e ottenuto risorse per restaurare chiese, edifici, conventi … ha anche ottenuto un importante finanziamento per attirare sul territorio nuovi cittadini che volessero venire a vivere nel paese.

Piaggine può attrarre amanti della montagna, chi è disposto a sfruttare le risorse che offre il territorio, i boschi, patrimonio abitativo a basso costo da acquisire e ristrutturare per l’accoglienza

L’elenco potrebbe continuare!

Sono tutti pensieri che mi ritornano in mente ogni qualvolta arrivo in paese e mi avventuro a piedi sulla montagna che ho cominciato ad amare solo quando sono tornato nella terra dei padri; da piccolo guardavo solo verso il mare in quanto era quella la “frontiera” che mi attraeva e mi faceva sognare.

Anche sabato 28 gennaio 2023 ho voluto avventurarmi sulla via del Cervati per soddisfare la mia passione per la neve che è caduta abbondante. I territori che hanno la fortuna di essere soggetti ad abbondanti nevicate sono ricchi per due motivi: avere abbondanti riserve d’acqua nelle sorgenti captate da acquedotti che la distribuiscono in ogni direzione ed essere attrattivi verso un numero enorme di persone che amano la suggestione del manto bianco che tutto appiana.

Sono innumerevoli la località sciistiche che devono la loro ricchezza ai milioni di appassionati della neve che si spostano dalle città verso i monti per potersi emozionare praticando gli sport invernali o anche solo per muoversi in una dimensione diversa.

Non c’è età che rimane insensibile al fascino della neve e non c’è località situata nei posti giusti che non diventa un vero e proprio punto di attrazione.

Ecco perché fa pensare il fatto che Piaggine per la posizione in cui si trova, a differenza di altri borghi montati, sarebbe il luogo ideale per fare della neve un vero e proprio polmone economico con il quale sconfiggere l’imperante desertificazione alla quale è destinato ogni piccolo borgo situato nelle aree interne.

Risalendo la SP 388 che dal paese porta al Cervati, arrivati in località “Chianorrota”, con Gina che mi accompagna, dobbiamo lasciare l’automobile e proseguire a piedi. Armati di bastoni e scarponi, lentamente, entriamo nella dimensione di quiete che solo una strada ricoperta di neve può dare.

Ci sono tracce di automobili e trattori che, per necessità, risalgono in montagna per governare gli animali, ma ci sono anche molti privati che si avventurano più in alto solo per raggiungere spazi adatti a far giocare i bambini.

La strada, in alcuni tratti rivela la tragica fine che ha fatto: è più praticabile con la neve che d’estate quando allegre brigate salgono verso il monte per scampagnare bivaccando negli spazi consueti. Più di un decennio fa la SP 388 fu rifatta fino al 10 Km ma, tutti sanno, che è più praticabile il tratto a monte che quello a valle: ogni anno, in primavera, vengono riversati camion di pietrame per ricoprire le voragini che l’acqua scava d’inverno.

Imbocchiamo la stradina che piega a sinistra ed è costeggiata dalla linea elettrica che porta corrente ad alcune aziende agricole zootecniche operative nella zona. Anche questa stradina in cemento è da un decennio impraticabile al punto che il comune ha posto un cartello di inagibilità permanente (appena rinnovato dall’amministrazione attuale in attesa di trovare risorse per sistemarla) che, ovviamente, è disatteso da sempre. Intanto cunette, ponticelli, ferraglia che spunta dal piano stradale rendono dura la vita a uomini e bestie che sono costretti a percorrerla.

A piedi non è un problema andare avanti e farsi baciare dal sole che provoca un lento ed inesorabile sciogliersi del manto nevoso. I ruscelli diventano torrenti, i torrenti rumoreggiano come fiumi e le strade indifendibili perché le cunette sono impraticabili per le acque che si spandono fino a trovare altre vie per seguire il loro destino: scivolare inesorabilmente verso valle.

Arrivati all’incrocio con la SP 388, nei pressi della stalla di montagna di Gerardo Tommasino, sulla strada sono stampate le tracce della motoslitta che serve il rifugio Rosolia situato a quota 1.600 metri.

Il manto nevoso supera i 60 cm! Sulla strada la neve è stata battuta dal passaggio della motoslitta e, pertanto, è percorribile a piedi. I bastoncini ci danno un aiuto per mantenere l’equilibrio sui tratti ghiacciati e l’andatura è sostenuta per recuperare il tempo perduto sulla neve fresca che ci aveva rallentato nel tratto in salita.

Intanto, la nostra avventura volge al termine, avvicinandoci al punto dove abbiamo parcheggiato l’automobile, incrociamo due auto che con bambini e genitori hanno risalito la SP 388 per entrare nell’altra dimensione che la neve sa creare.

Dopo una camminata di 5 ore e 30 per percorrere l’anello compreso tra la stradina in cemento, che asseconda la riva sinistra del Calore; e la sua parallela, che sale più sotto la montagna fino ad incrociarla a 1.200 metri; siamo stanchi ma soddisfatti di aver vissuto in pieno l’esperienza fatta.

 

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