II tappa della Transmarathon del parco
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​XV Trans Marathon tappa Monteforte Cilento – Trentinara

Il colpo di pistola dello starter fa partire il “la carovana” colorata di maglie già inzuppate di acqua. Il tracciato è quasi tutto pianeggiante, per cui il ritmo è alto già alla partenza anche nelle “retrovie”.

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Cilento venerdì 07 settembre 2018
di Bartolo Scandizzo
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Partenza da MOnteforte © Unico settimanale

Parto con il sole da Paestum per raggiungere Monteforte Cilento da dove prenderà il via la 2^ tappa della trans Marathon del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. L’arrivo è previsto a Trentinara. Già sulla Capaccio Paestum, le prime gocce di pioggia danno seguito alle promesse delle nuvolaglie che assediano sia il monte Soprano sia il Sottano. A Capaccio Capoluogo il temporale diventa una tormenta che scompagina tutto il “Tempone” da dove si gode un panorama incantato del Golfo di Salerno chiuso tra Leucosia e Sorrento.

Procediamo in direzione Trentinara con i vetri “oscurati” dal vapore prodotto dalla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’auto.

Superiamo il bivio e ci immettiamo sul tratto di circa 10 Km che separano i due paesi coinvolti nella manifestazione. All’8° Km Roberto Funiciello scarica a bordo strada sotto un diluvio il rifornimento d’acqua per i podisti.

A Monteforte gli atleti, già arrivati con il servizio navetta predisposto dall’organizzazione, si assiepano nei locali del comune, nei bar e anche nelle case che si aprono agli strani ospiti in scarpette, pantaloncini e canotte già pronti per partire.

Molti Montefortesi spiano da dietro le finestre e dai balconi il continuo arrivo di partecipanti interrogandosi sul fatto che la gara si possa tenere o meno con questo tempaccio. Le previsioni danno pioggia fino alle 19:00 ma la chiamata di Marco Cascone che annuncia agli atleti l’orario previsto delle partenza (18:15) non lascia dubbi sull’intenzione scontata di dare il via alla gara.

Molte facce dei partecipanti sono già note e alla fine delle 4 tappe diventeranno familiari. Un quarantina sono i concorrenti che sono venuti solo per questa gara, una ventina quelli che non si sono presentati alla 2^ tappa. Il cielo allenta in po’ la sua “morsa” e consente ai partecipanti di riscaldare i muscoli prima della partenza.

Il colpo di pistola dello starter fa partire il “la carovana” colorata di maglie già inzuppate di acqua e facce tirate per la tensione.

Il tracciato è quasi tutto pianeggiante, per cui il ritmo è alto già alla partenza anche nelle “retrovie”. Anch’io mi metto al passo per tentare di mantenere la posizione acquisita a Sassano. Non è il mio forte correre ad un ritmo costante ma cerco un traino che mi consenta di tenere viva l’attenzione. Ne trovo diversi nel corso della gara che non concede distrazioni. Il bel panorama che si può ammirare dalla SP 13 A è precluso dalla nebbia che risale la montagna e va ad incrociare la nuvolaglia che continua a rilasciare pioggia senza soluzione di continuità. La folta vegetazione lungo la carreggiata dà, però, un po’ di protezione a chi è impegnato a correre. Dopo aver subito il sorpasso dei “passisti” (quelli che decidono a priori il ritmo da tenere durante la gara) la situazione nelle retrovie di assesta. Davanti, a circa 100 m, non perdo di vista una concorrente che mi ha superato da qualche minuto. Decido di basare il mio andare su di lei e, se sarà il caso, tentare di avvicinarla e superarla. Dietro sento la voce di Rosalia, la mia compagna di squadra, che saluta tutti e so che è determinata a raggiungermi.

Noto con sorpresa che la gara del giorno precedente non ha lasciato molte tossine nei muscoli e anche dal punto di vista psichico non cedo allo stimolo di prendermela comoda, come mi ero ripromesso al momento della decisione di correre la Trans Marathon.

Al 6° Km decido di mettermi alla prova e accelero il ritmo puntando a superare il mio punto di riferimento. Mi meraviglio della mia costanza nel tenere un passo che, sia pur lentamente, mi fa guadagnare terreno nei suoi confronti. All’8° Km effettuo il sorpasso e accelero per evitare il ritorno di Serena (il nome lo sentivo incitare nel paese dai suoi compagni di squadra) che comunque mi ha tampinato a poca distanza fino alla piazzetta di Trentinara.

Infatti, sapevo già che sarebbe stata dura a mantenere il piccolo vantaggio nella salita che porta nel bel centro storico del paese di S. Irene. Ma ormai non sono determinato a non sperperare il lavoro fatto fino a questo punto. Conosco il paese e so che non è tutta salita, quindi spendo le energie residue nei tratti pendenti e recupero qualcosa in quelli pianeggianti. A 200 m dal traguardo mi convinco di avercela fatta e do fondo a quello che resta. La pioggia esaurisce la sua spinta “propulsiva” quasi come me che sono sfinito. Supero la linea del traguardo, mi avvicino al ristoro, prendo un bottiglia di integratore e comincio a bere. Saluto Rosario Carione e Lorenzo Fraiese, sindaco ed ex sindaco di Trentinara, e cerco Ginetta che, come la solito, si distrae sempre quando io taglio il traguardo: sono stanco ma non esausto!

Intanto, è arrivata anche Rosalia che mi conferma il fatto che si è lanciata alla mia “caccia” nel tentativo di raggiungermi. Insieme, raggiungiamo il parcheggio per cambiarci.

Il cielo è sempre plumbeo ma non si accanisce sulla cerimonia di premiazione degli atleti. Le luci si accendono ad illuminare il borgo che ha dato i natali a Giuseppe Liuccio, il poeta e scrittore che ha raccontato il suo paese in modo ineguagliabile.

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