La Repubblica Italiana con legge n. 74 del 2001 ha riconosciuto il valore di solidarietà sociale e il servizio di pubblica utilità che il C.N.S.A.S. quotidianamente svolge.

Soccorso Alpino e Speleologico: una garanzia per il settore turistico

Molto spesso gli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania impegnano i tecnici per molti giorni, per esempio la ricerca del turista francese disperso a Ciolandrea (San Giovanni a Piro - SA) nel 2019.

Ambiente
Cilento giovedì 13 maggio 2021
di La Redazione
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Soccorso Alpino e Speleologico: una garanzia per il settore turistico © Unico

Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS) è un servizio di pubblica utilità, del Club alpino italiano. Le finalità del CNSAS, definite con chiarezza dalla legge, sono: il soccorso degli infortunati, dei pericolanti ed il recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale; contribuire alla prevenzione e alla vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività connesse in queste zone; concorrere al soccorso in caso di calamità, in cooperazione con le strutture della Protezione Civile, nell’ambito delle proprie competenze tecniche e istituzionali. Il CNSAS provvede al soccorso degli infortunati, dei pericolanti e al recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale. Contribuisce inoltre alla prevenzione e vigilanza delle attività riguardanti gli sport di montagna e alle attività speleologiche in queste stesse zone. Essendo anche una struttura nazionale operativa del servizio nazionale della protezione civile presta attività al di fuori dell’ambiente montano in caso di calamità naturale. Al CNSAS è inoltre affidata la funzione di coordinamento nel caso di intervento di diverse organizzazioni di soccorso in ambito alpino o in ambiente impervio od ostile, e le sue strutture sono indicate alle regioni come «soggetti di riferimento esclusivo per l’attuazione del soccorso sanitario nel territorio montano ed in ambiente ipogeo». La Repubblica Italiana con legge n. 74 del 2001 ha riconosciuto il valore di solidarietà sociale e il servizio di pubblica utilità che il C.N.S.A.S. quotidianamente svolge.

 

La Storia del CNSAS in Campania

E’ apparso subito evidente sin dai tempi più remoti che la Campania fosse “a rischio soccorso” data la sua morfologia, la sua forte componente carbonatica e la fruizione nel tempo delle grotte naturali o artificiali da parte degli addetti al settore quali pozzari e speleologi ma anche dalla gente comune. Nei tempi passati il soccorso veniva prestato dagli stessi fruitori delle montagne o grotte senza nessuna organizzazione, ma la coscienza che un efficace soccorso dovesse essere ben organizzato si faceva pian piano strada. Negli anni Sessanta, la grande fruizione delle grotte della Campania da parte di speleologi di tutta Italia, fece sì che in seno al CAI di Napoli nascesse l’interesse verso una struttura preposta a portare soccorso, più o meno organizzato, verso chi si trovasse in difficoltà. Infatti, gli speleologi del CAI si organizzarono alla meno peggio, vista la scarsità di risorse a disposizione, per questo scopo. Pertanto, si può dire che il soccorso in Campania è stato operativo fin dalla seconda metà degli anni 60, con una squadra speleologica costituita, in prevalenza, da soci del CAI della sezione di Napoli. Nel 1999 veniva autorizzata, dalla struttura Nazionale del CNSAS, la costituzione della XIV Delegazione Speleologica, anche se sotto il “controllo” del Servizio Regionale laziale. Finalmente, nel 2002 si ha la definitiva scissione dal Lazio e il CNSAS dà finalmente il via libera alla costituzione della struttura territoriale campana. Il giorno 06 marzo del 2002 viene costituito il SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO CAMPANO.

Servizio Regionale del CNSAS

In oltre 30 anni di attività oltre 1000 persone hanno usufruito del servizio prestato dai Volontari del CNSAS campano nelle più svariate attività legate alla montagna quali trekking, arrampicata, speleologia, torrentismo, scoutismo, e ancora cercatori di funghi, cacciatori, ma l’attività del CNSAS campano non è legata solo alle attività di montagna, infatti a tutti i tantissimi gli incidenti che hanno come scenario la Campania, si aggiungono anche le calamità naturali: l’appartenenza alla struttura di Protezione Civile Nazionale (legge 24 febbraio 1992 n. 225), infatti, fa sì che il CNSAS campano intervenga anche su grandi calamità come nel ‘80 quando il terremoto del 23 novembre rase al suolo l’Irpinia e dove i soccorritori campani furono tra i primi a prestare la loro opera per salvare vite umane e ancora nell’alluvione di Sarno (SA) e Quindici (AV) quando, in collaborazione con l’Aeronautica Militare, nella sola notte dell’alluvione furono evacuate 350 persone dal solo comune di Quindici (SA) e ancora nell’alluvione che coinvolse le città di Cervinara (AV) e San Martino Valle Caudina (AV). L’attività della struttura, nella fattispecie l’addestramento dei volontari è rivolto a perseguire l’obiettivo fondamentale: l’altissima preparazione tecnica, che consente la perfetta operatività in tutti gli scenari di competenza seguendo quanto previsto dai piani formativi nazionali, anche in collaborazione con altre strutture di Protezione Civile Regionali e Nazionali, nel rispetto delle reciproche competenze.

Ai nostri giorni

Molte sono le zone della nostra Regione frequentate da escursionisti, speleologi, climber e appassionati e spesso si verificano incidenti (anche lievi) ma che necessitano dell’intervento dei soccorsi. Le chiamate sono varie, dalla perdita di orientamento, alla scivolata, al malore, etc. Il Soccorso Alpino e Speleologico della Campania risponde sempre inviando squadre di tecnici e sanitari altamente specializzati, preparato ed addestrati per far fronte a qualsiasi emergenza. In alcuni territori regionali, tuttavia gli interventi sono resi più impegnativi dalla mancanza di segnaletica e/o di carte dei sentieri che possano aiutare sia i pericolanti sia i soccorritori.

Molto spesso gli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania impegnano i tecnici per molti giorni, per esempio la ricerca del turista francese disperso a Ciolandrea (SA) nel 2019. Ricerche durate oltre una settimana con temperature molto calde ma che comunque non hanno impedito ai tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania di proseguire le ricerche a volte anche di notte. Purtroppo, non sempre il nostro impegno dà l’esito sperato da tutti. Molti sono stati, infatti, gli interventi notturni degli ultimi periodi, in varie zone della Regione, dal Sentiero degli Dèi, ai Monti del Matese. Ovunque ci sia necessità, siamo pronti a prestare la nostra opera, con altissima specializzazione e massimo impegno. Fortunatamente pochi, ma anche gli interventi di carattere speleologico non sono mancati negli ultimi anni.

Le nostre grotte, soprattutto all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, sono da sempre meta di speleologi provenienti da tutta Italia, fin dagli anni ’20. Poi ci sono quegli interventi che si risolvono per il meglio, interventi in cui la provvidenziale e specialistica azione dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania ha ricongiunto famiglie e riportato a casa giovani che si erano avventurati per le montagne senza alcuna conoscenza, oppure anziani che per qualche ragione avevano avuto un momento di smarrimento.

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico dedica molta attenzione alla prevenzione, con incontri mirati ed eventi specifici, quali le giornate “Sicuri in montagna” (http://www.sicurinmontagna.it/) a cui aderiscono tutte le regioni italiane ed anche in Campania ci sono periodicamente eventi dedicati. Molto si è fatto nel corso degli anni, ma è ancora troppo poco per riuscire a far sì che le chiamate di soccorso diminuiscano.

Non sono mancati nel corso degli anni interventi di Protezione Civile, in supporto alle comunità travolte da calamità naturali, quali alluvioni, anche in tempi recenti (S. Martino VC, dicembre 2019), oppure ispezioni in tombati e/o su frane e/o per analizzare situazioni di potenziale pericolo (Giugliano (NA), dicembre 2020; Ischia, febbraio 2021).

L’impegno che mettiamo nelle nostre operazioni è sempre al massimo livello grazie anche alla Legge Regionale 21/2019, ci aiuta a portare avanti la nostra missione. Parlare di soccorso in montagna e/o in grotta, dunque, significa davvero andare indietro con la mente, in un tempo, lontano, sempre più lontano, per fermarsi al momento in cui l’uomo ha visto le montagne per la prima volta, quando per diletto o per necessità ha incominciato ad avere l’abitudine di andare in montagna, in quello stesso istante ha capito quanto fosse necessario riuscire a tirarsene fuori…

 

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