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Parco del Cilento, il presidente si schiera contro la “Bretella” Agropoli – Eboli

Per Giuseppe Coccorullo, invece, "sarebbe di vitale importanza la realizzazione della 'Strada del Parco' che ha alcuni lotti realizzati, altri assegnati, altri ancora in fase di progettazione2

Ambiente
Cilento giovedì 26 ottobre 2023
di Bartolo Scandizzo
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il tratto tra Mainardi a Castelcivita inaugurato dopo 30 anni della Fondovalle Calore © Unico Settimanale

Il primo intervento politico del neo presidente del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, Giuseppe Coccorullo, riguarda la “Bretella” Agropoli – Eboli.

In premessa, Coccorullo dichiara che <<è doveroso precisare che l’ente Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano” non ha competenza in merito, in quanto l’idea progettuale risulta essere al di fuori del perimetro del parco».

Inoltre, il presidente punta a richiamare l’attenzione che, secondo lui, <<sarebbe di vitale importanza la realizzazione della “Strada del Parco”>> ricordando che <<ad oggi ha alcuni lotti realizzati, altri assegnati, altri in fase di progettazione. Infatti, la “Strada del Parco” garantirebbe il collegamento di Vallo della Lucania con l’autostrada A1. Solo così, i Comuni dell’entroterra Cilentano, che ormai da anni patiscono il fenomeno del decremento demografico potrebbero uscire dall’isolamento …>>. Coccorullo si preoccupa anche della necessità di avviare i lavori per il <>.

Infine, il presidente del PNCVDA auspica  <>.

Più volte, sulle pagine del settimanale UNICO abbiamo scritto della questione delle strade nell’area del PNCVDA ricordando che il problema del “decremento demografico” non dipende dalla mancanza di strade, ma dalla volontà di giovani e meno giovani di diventare protagonisti dando corso alla volontà di spendere altrove le competenze acquisite nelle università disseminate in Italia e all’estero.

Ma, anche volendo “credere” che siano le strade a fare la storia delle aree interne, non solo nell’area del PNCVDA, sarebbe difficile dimostrare che con il tracciato della “Strada del Parco” si possa pensare di incanalare su altre vie il traffico proveniente dalla Costa Cilentana.

Per esempio la realizzazione della “Fondovalle Sele” che collega l’A3 a Nusco, in provincia di Avellino, non ha riportato residenti nel comune di Colliano e Collianello e dei tanti altri che vedono scorrere la striscia di asfalto che intreccia con il fiume Sele!

Al contrario, in Costiera Amalfitana non è certo la rete stradale a trattenere i giovani ed attirare nuovi residenti, oltre che un turismo di qualità.

Infatti, il tracciato della “strada del parco” partirebbe da Vallo della Lucania, salirebbe sulla Retara, nel comune di Stio, passando per Moio e Pellare; scenderebbe a Ponte Rotto, nel comune di Laurino, passando per Campora; percorrerebbe una parte della SR 488 in località “Scaraviello” per poi infilarsi in un tunnel, da scavare, e sbucherebbe sotto Bellosguardo, sulla SP  Valitutti e percorrerla fino al Ponte Sette luci, nel comune di Bellosguardo; per proseguire fino a Mainardi, utilizzando un’altra vecchia conoscenza di cittadini e amministratori, la Fondovalle Calore fino a Castelcivita Grotte; quindi, proseguire fino all’imbocco dell’Autostrada del Mediterraneo a Campagna. Una volta entrati in autostrada: prima di arrivare a Salerno e poi proseguire oltre, c’è Eboli, Battipaglia, Pontecagnano … infine, immettersi sulla “bretella” che collega la SA-RC con l’autostrada A30.

Da Vallo a Campagna, arrotondando per eccesso, si tratta di una strada di circa 90 Km che, facendo il tragitto sulle strade esistenti, si percorre in 2 ore e 31 minuti. Ad essere buoni, con la nuova strada del parco, che dovrebbe andare a sovrapporsi per il 70% ai tracciati esistenti; si potrà ridurre il tempo di percorrenza di un’ora. Per raggiungere Salerno da Campagna, poi, vi sono altri 45 Km percorribili in 30’. Pertanto, chi si propone di utilizzare la strada del parco per guadagnare tempo, si troverebbe ad impiegare 90’, più o meno.

Attualmente, lo stesso turista o automobilista che si sposta per lavoro, viaggiando ad una velocità di 80 Km orari, sulla variante alla SS 18 e a 120 Km orari sull’autostrada, impiega 80’.

Ora, se consideriamo i tempi di realizzazione che, se commisurati alla Fondovalle Calore, sarebbero biblici, è evidente che è solo la movimentazione di un centinaio di milioni di euro la molla che fa muovere tante “coscienze”. Il risultato, già sperimentato con la Fondovalle Calore, sarà quello di illudere per un altro ventennio i pochi residenti nelle aree interne che, nel frattempo, si estinguerebbero del tutto.

Intanto, sul fronte spopolamento, lo stato ha introdotto risorse che andranno a finanziare i progetti per le aree interne (SNAI) finanziate nell’area del parco (Cilento interno e Vallo di Diano). Oltre ai comuni capofila dei progetti che sono quelli più popolosi è altamente probabile che anche la parte più consistente delle risorse saranno appannaggio di Roccadaspide e Vallo della Lucania, per la prima; e Sala Consilina e Teggiano, la seconda.

Coccorullo si renderà conto che, oltre alla via che porta all’estero o in altre regioni italiane, la più grande causa di calo delle popolazioni nei piccoli borghi è lo spostamento di famiglie verso  i comuni più grandi: Vallo della Lucania, Roccadaspide, Agropoli, Capaccio Paestum, Ascea Marina, Casal Velino Marina, Sapri, Sala Consilina, Teggiano, Atena Lucana, Polla, Padula, M. di Camerota, Palinuro, S. Maria di Castellabate, Acciaroli …

Al contrario, sarebbe bene che il presidente Coccorullo, facesse una valutazione su come hanno inciso o incideranno le decine di milioni di euro che l’ente parco ha speso e per frenare la desertificazione demografica dei piccoli comuni i cui territori sono compresi nel perimetro del parco … se lo farà si renderà conto che una grande quantità dei progetti hanno riversato risorse nei comuni più popolosi; gli stessi che hanno una piccola parte, in percentuale, compresa nel perimetro del parco.

Al contrario, ai piccoli comuni delle aree interne che hanno il 100% del territorio compreso nel perimetro dell’area protetta, arrivano solo le briciole: i rimborsi da danni da fauna selvaggia e i contributi per le recinzioni e l’acquisizione e ristrutturazione di decine di edifici, affidati ai comuni, che restano desolatamente chiusi perché non ci sono le risorse per pagare i canoni di luce e riscaldamento: basti pensare alla rete museale del parco affidata alle proloco!

Se poi si considerano i progetti tesi alla ricerca e allo studio di flora e fauna, che sono appannaggio della università di Napoli, Caserta, Salerno e Roma; con le quali l’ente parco ha sottoscritto contratti milionari, ci si può rendere conto facilmente del perché “l’inverno del parco” sarà difficile da far passare dando un nome “Strada del Parco” ad un’opera del tutto inutile come ha già dimostrato l’assurdità della realizzazione del primo lotto della “Fondovalle Calore, una strada che inizia nel nulla e finisce nel vuoto”!

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