Il 1 marzo del 2024 è venuto a mancare Antonio Sacco

Antonio Sacco, un “chiainaro” trapiantato a Capaccio, che ha contribuito a rendere la città moderna

Alla moglie Sofia; alle figlie Anna Maria, Laura e Gerardina; ai generi Donato, Mimmo e Stefano, ai fratelli Pasquale e Pinuccio, e alla sorella Sara … a tutti i suoi nipoti un saluto affettuoso

Economia
Cilento giovedì 02 maggio 2024
di Bartolo Scandizzo
Antonio Sacco all'inizio della sua attività di marmista
Antonio Sacco all'inizio della sua attività di marmista © Settimanale Unico

Ho conosciuto Antonio Sacco in tempi immemori, quando con mio padre scendevo a Salerno, da Piaggine e ci fermavamo a Capaccio Scalo dove “viveva” Antonio, un nostro conterraneo.

Se ho sentito parlare molto dal mio amico del tempo andato, Giuseppe Bruno, figlio di Francesco Bruno e Silvia Sacco, sua moglie, che portava lo stesso cognome di Antonio.

L’ho “riconosciuto” quando sono tornato a vivere nella della dei padri, negli anni ’90 del secolo scorso, perché mi sono installato sul confine tra Fonte di Roccadaspide e la contrada di Tempa San Paolo - Scigliati, nel comune di Capaccio Paestum.

In quel tempo, Antonio era già diventato un imprenditore di successo avviando la sua azienda nel 1067 nei pressi della stazione (poi la trasferì l’attività sulla SS 18) quando aveva ancora negli occhi la montagna di Piaggine quando da bambino la percorreva con gli armenti che gli erano affidati.

Non era difficile incontrarci e, in quelle occasioni, scambiare pareri ed impressioni sulla vita politica, sociale ed economica della “città dei templi” che aveva fatto grandi passi avanti nel consolidare il suo ruolo di leader a sud e a nord del fiume Sele.

Non erano mai banali i confronti che si intavolano … l’interlocuzione avveniva sempre su fatti concreti, sul passato e sul futuro della realtà in condividevamo la nostra esistenza e impegnavamo il nostro tempo di persone che avevano a cuore i destini del territorio.

Quando, poi lo incontrai all’aeroporto di Pontecagnano nel giorno del primo volo con destinazione Malpensa, l’aeroporto internazionale di Milano, fu una vera festa nel poter essere tra i primi 15 passeggeri che, allora non avevamo dubbi, stava facendo la storia della piana del Sele.

Arrivati, a Malpensa, a tutti i costi volle trascinarmi al bancone di uno dei tanti bar perché dovevamo festeggiare il fatto storico di aver vissuto insieme quell’evento …

I commenti, il darci ragione a vicenda su cosa sarebbe successo da quel giorno in avanti e il piacere di poter immaginare un tempo in cui avremmo ricordato l’episodio mi fecero perdere di vista il fatto che avrei dovuto riprendere, quello stesso aereo, per tornare a Pontecagnano perché il giorno dopo, lunedì, avrei dovuto presentarmi dai miei alunni di Tempa San Paolo ai quali avevo promesso di raccontare tutto del viaggio …

Persi l’aereo e dovetti rientrare a Salerno in treno!

Ormai in “pensione” l’ho incontrato altre volte presso gli uffici e la fabbrica “Marmi Sacco” condotta con impegno e capacità imprenditoriale ereditata grazie alla frequentazione con il loro papà dalle sue tre figlie.

Ogni volta che ci incontravamo, mi intratteneva chiedendomi pareri e commenti sui problemi di Capaccio Paestum; mi indicava possibili sviluppi incoraggiandomi a continuare ad informare al fine di “formare” un'opinione pubblica consapevole della responsabilità di portare avanti il testimone consegnato ai giovani dai protagonisti del boom economico della città nel dopoguerra.

Ho saputo molto in ritardo della sua improvvisa scomparsa perché ero fuori sede nei giorni in cui si è consumato il lutto che ha colpito la famiglia Sacco.

Ma non è mai troppo tardi per ricordare Antonio, un uomo che non si è risparmiato per far crescere la sua azienda ed è sempre stato consapevole del fatto che l’afflato che ha animato tutti i protagonisti di quel tempo (anni ’50 e ’60) è stata la carta vincente per Capaccio, per Paestum e per l’intera terra che, un tempo antico, aveva saputo essere esempio per l’intero Mediterraneo.

Le figlie, i generi, i nipoti e tutti quelli che lo hanno conosciuto continueranno ad indicarlo come un uomo e un imprenditore che ha lasciato segni indelebili nella comunità in cui ha vissuto.

Alla moglie Sofia; alle figlie Anna Maria, Laura e Gerardina; ai generi Donato, Mimmo e Stefano, ai fratelli Pasquale e Pinuccio, e alla sorella Sara … a tutti i suoi nipoti un saluto affettuoso in questo momento di tristezza che hanno dovuto subire ma potranno sciogliere nel ricordo di aver avuto come esempio un uomo di carattere e di una grande umanità.

 

 

https://www.unicosettimanale.it/news/cultura/715984/intervista-a-laura-sacco

Lascia il tuo commento
commenti
Le più commentate
Le più lette