La storica Pineta d’Aleppo, di meravigliosa importanza, verrà recuperata
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​Punta Licosa, Il villaggio Baia è stato abbattuto; articolo dello 01/04/2002

"Il 13 marzo c’è stato l’abbattimento dei manufatti che hanno recato grave pregiudizio ai rilevanti valori ambientali, che devono essere conservati per le generazioni future."

Ambiente
Cilento venerdì 03 aprile 2020
di La Redazione
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Due corpi dell'ecomostro © web

Il Comune di Montecorice e l’Ente Parco del Cilento e Vallo di Diano hanno dato il via all’abbattimento delle opere edilizie abusive ubicate in località Arena a Montecorice ed alla riduzione in pristino dello stato dei luoghi, secondo quanto previsto dall’art. 27 della L.n. 47/85. Si pone la parola fine ad una vicenda iniziata nel 1986 allorché la Società Baia Punta Licosa di Napoli eseguì le seguenti opere edilizie abusive nel Comune di Montecorice: 53 corpi di fabbrica, 13 fondazioni e platee, 10 fondazioni solo sbancamento, 257 mc di canale, calcestruzzo e tubi in cemento, una rete di piste carrabili, la trivellazione di due pozzi, la rete idrica ed elettrica ed una recinzione. Nel 1989 il Sindaco di Montecorice con apposita ordinanza dispose la demolizione delle opere abusive, cui la società non diede alcun seguito. Nel 2000 l’Ente Parco comunicò l’avvio di un procedimento di demolizione dei manufatti alla Società Baia Punta Licosa la quale fece rilevare che il Consiglio di Stato, V sezione, con Ordinanza n.379/97, aveva sospeso l’esecutività del provvedimento demolitorio del Sindaco di Montecorice. Il 3 luglio 2000, in considerazione del fatto che il potere repressivo degli abusi edilizi di spettanza dell’Ente Parco nel sanzionare gli abusi edilizi sono separati e non interferenti, mirando il primo alla tutela dell’ordinato assetto urbanistico-edilizio ed il secondo alla salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale, venne emanata un’ordinanza del Presidente del Parco con cui veniva disposto l’abbattimento delle opere. Successivamente il Comune di Montecorice emette l’ordinanza n.894 del 3 maggio 2001 in seguito a sentenza, passata in giudicato, del Consiglio di Stato che conferma il decreto di sospensione ed inibizione dei lavori, firmato a suo tempo dal Sottosegretario ai Beni Culturali ed Ambientali Galasso che demandava al Comune di Montecorice l’esecuzione della demolizione. L’ordinanza n.894 è stata notificata alla S.a.S. Baia Punta Licosa, al suo legale rappresentante pro tempore Eugenio lasiello ed ai suoi eredi ma, a tutt’oggi, non è stata manifestata alcuna volontà di ottemperarvi. In definitiva, essendo decorso il termine di novanta giorni dalla notifica dell’ingiunzione a demolire si è verificato l’immediato trasferimento “ope legis” dell’immobile abusivo al patrimonio pubblico. Il 13 marzo c’è stato l’abbattimento dei manufatti che hanno recato grave pregiudizio ai rilevanti valori ambientali la cui tutela è compito primario dell’Ente Parco ed in quanto l’area interessata ricade in zona 1 del perimetro del Parco ed in zona C.I. (Conservazione integrale) del Piano Territoriale Paesistico del Cilento costiero. L’Ente Parco del Cilento e Vallo di Diano è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO proprio per gli inestimabili valori ambientali, storici e culturali presenti sul territorio, valori che devono essere conservati e difesi per le generazioni future. Di rilevante interesse anche il progetto di recupero ambientale e naturalistico dell’area “storica Pineta d’Aleppo” che sarà ripristinata grazie al Progetto LIFE CILENTO finanziato dalla Comunità Europea per la riforestazione di aree a rischio ambientale. Il recupero del paesaggio “ferito” è in questo caso emblematico in quanto non sono stati alterati gli equilibri ecologici poiché i manufatti sono allo stato grezzo incidendo solo sull’immagine complessiva del paesaggio senza comprometterne i processi naturali.

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