Oggi, come ieri, Capodifiume attraversa e feconda coltivi in operose contrade (Chiorbo, Cortigliano, Ponte Marmoreo), mormora sotto i ponti di strade e ferrovia.

Da “Capo di fiume” a “Fiume nostrum” attraversando la storia

Sgorga alle radici del Calpazio, da cui una Madonna veglia e protegge uomini e campagne, reiterando nella ritualità il culto che fu di Era/Demetra e Persefone, dee di tenebre e luce, di morte e vita e, soprattutto, di fecondità.

Ambiente
Cilento giovedì 17 dicembre 2020
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Foce Capodifiume © Unico

Non sono tanti i comuni che possono vantare di vedere nascere e sfociare a mare un fiume. Tantomeno qualcun altro territorio può fregiarsi di un fiume sacro che ha condiviso la storia della città dei templi. In più, intorno alla sua sorgente di acqua salmastra si accampò l'esercito inviato da Federico II per porre d'assedio il castello dove si erano rifugiati i baroni salernitani che congiurati che avevano congiurato per ucciderlo.

Si tratta di "Capodifiume" o "Caput Acque" che emerge dalle viscere della terra posta ai piedi del monte Soprano e si avvia nella sua breve corso lungo la pianura di Paestum per raggiungere le antiche mura lucane della città, incanalarsi nel fossato, allargarsi nell'antico porto di Porta Marina e poi proseguire verso il mare da dove lo risalivano le navi a chiglia piatta degli antichi Greci che prosperavano con i commerci tra la madrepatria e le colonie.

Qui le tracce del passato sono presenti all'interno del parco naturale che custodisce i resti di un antico tempio dedicato a Persefone, la mitica divinità greca legata al risveglio e alla forza della natura. L'acqua è il punto vitale della riserva, dove tutto ha principio. Il fiume alimentò i quattro mulini costruiti dagli operosi monaci benedettini, nel tardo Medioevo, per la macina dei grani coltivati. Agli inizi del Novecento, poi, vennero trasformati in una piccola ma funzionale centrale idroelettrica, capace di generare energia pulita.

Oggi la Tenuta Capodifiume, nella quale è attivo il ristorante Le Trabe, vive di energia rinnovabile autoprodotta e alimenta, in maniera pulita.

Sgorga alle radici del Calpazio, da cui una Madonna veglia e protegge uomini e campagne, reiterando nella ritualità il culto che fu di Era/Demetra e Persefone, dee di tenebre e luce, di morte e vita e, soprattutto, di fecondità nell'alternarsi delle stagioni. Il Salso, altro fiume che nasce da una sorgente salmastra a meno di un Km più a Nord, ne arricchisce la portata con quel salto di allegra e vociante libertà, che esplode all'argento della luce dopo un percorso di prigionia nel ventre oscuro e misterioso della terra. E l'acqua fu vita ad alimento di energia per la vecchia centrale idroelettrica e forza motrice per le ruote del mulino.

Le acque salmastre delle due sorgenti che, prima di essere irregimentate dall'uomo, dilagavano sulla grande piattaforma rocciosa di travertino "ammorbidendola" nei millenni e rendendola disponibile per l'estrazione: probabilmente fu un fattore fondamentale per far decidere i Sibariti partiti dalla costa Ionica alla ricerca di un luogo ideale per fondare la sub colonia di Poseidonia.

Oggi, come ieri, Capodifiume attraversa e feconda coltivi in operose contrade (Chiorbo, Cortigliano, Ponte Marmoreo), mormora sotto i ponti di strade e ferrovia. Lambisce, quasi a devota carezza, le antiche mura di Porta Giustizia, devia a gomito a conquista della popolosa Licinella, per, poi, correre spedito a mare, dopo un assaggio d'ombra nella pineta litoranea.

"Nulla è più prezioso dell'acqua (ariston men udor) - cantava Pindaro nella prima olimpiade, famoso epinicio in onore di Jerone di Siracusa. E dovettero pensarlo anche i nostri antenati greci, quando, sulle rotte del Mediterraneo, approdarono nella pianura e vi fondarono Poseidonia: Il Sele a nord la divideva dagli Etruschi, che governavano città potenti ed operose, Picentia (Pontecagnano) sui declivi dei monti Marcinna (Vietri) sul mare, e costituiva una naturale barriera contro possibili invasori.

Da tempo singoli cittadini ed anche un'associazione ha messo in campo iniziative per rilanciare l'idea di un "Parco Fluviale" che dia nuova vita ad un corso d'acqua al quale dobbiamo tanto, forse tutto. Speriamo che le nuove generazioni sappiamo essere all'altezza della sfida culturale che messa in campo.

Bartolo Scandizzo

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