Il Tanagro costeggia, per gran parte del suo corso, l’area contigua del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

La “discrezione” del fiume Tanagro e i suoi decisi risvegli

Nascendo dal Monte Sirino e sfociando nel fiume Sele, attraversa tutto il Vallo di Diano. Compagno tendenzialmente dormiente ma con scatti di vita e vivacità.

Ambiente
Cilento venerdì 18 dicembre 2020
di Cono D'Elia
Immagine non disponibile
Il fiume Tanagro © Unico

È un compagno silenzioso, discreto, a tratti anonimo.

Spesso accompagna chi va a correre lungo le stradine ad esso adiacenti e, in diverse occasioni, quasi non ci si rende conto della sua presenza, anche a causa del non alto livello medio di acqua.

Stiamo parlando del fiume Tanagro che, nascendo dal Monte Sirino e sfociando nel fiume Sele, attraversa tutto il Vallo di Diano.

Compagno tendenzialmente dormiente, quindi, ma con scatti di vita e vivacità. Soprattutto in periodi come questo, caratterizzati da piogge, più o meno intense.

Come lo sono state quelle cadute la scorsa settimana in provincia di Salerno, Vallo di Diano compreso.

E così succede che quando la pioggia intensa insiste per più di 1-2 giorni “canonici”, puntualmente scatta “l’allarme Tanagro”, con collegato rischio esondazione e allagamenti.

E si, perché il Tanagro è vero che si risveglia raramente, ma quando accade, tende a farlo in modo deciso e perentorio.

E’ stato così anche la scorsa settimana, quando la tanta acqua caduta e il superamento del livello di allerta ha generato momenti di preoccupazione, fortunatamente senza particolare conseguenze per il territorio del Vallo di Diano che, mediamente un anno sì e un anno no, si trova a dover fare i conti con l’acqua alta del fiume.

Piccoli disagi si sono verificati anche lungo la vicina arteria stradale ricadente nei comuni di Teggiano e Sassano.

L'intensità della pioggia ha, infatti, trascinato detriti provenienti dai terreni circostanti, ostruendo il canale di scolo, causando il riversamento delle acque sulla strada e recando disagi alla circolazione.

Criticità, quindi, ma anche l’occasione per tornare a considerare il corso d’acqua. Oggetto, nel corso del tempo, di attività di rafting, fluviali, trekking, bici, o cavallo. E si perché il Tanagro costeggia, per gran parte del suo corso, l’area contigua del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Alcuni tratti del fiume, tuttavia, sono stati e, in parte, sono caratterizzati da uno stato di degrado e abbandono, relativo anche agli affluenti, con il letto del canale ricoperto da arbusti.

Un corso d’acqua dai caratteri variegati, quindi. Certo, meno rispetto al passato, quando un gran numero di gamberi lo popolava e lo rendeva “frizzante” e maggiormente ricco di colori.

Oggi a dominare è la tendenziale “discrezione” del Tanagro, una sorta di letargo che si interrompe, non annualmente ma quasi, tra novembre e febbraio.

Cono D’Elia

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