Archivio storico Agosto 1999.

Roccadaspide: il Dottor R. Polichetti ha realizzato l'opuscolo "Il Paradiso che non c'è"

In cooperazione con la Pro-Loco Roccadaspide.

Archivio storico
Cilento sabato 30 ottobre 2021
di Donatella Capo e Angela Quaglia
Immagine non disponibile
Roccadaspide © Unico

 Di chi è stata l'iniziativa di creare questo opuscolo?

L'iniziativa è partita dalla Pro-Loco ed è stata realizzata grazie alla collaborazione delle amiche Santina Gorga e Raffaella Contaldi e al.contributo di alcuni sponsor ( B.C. C. di Aquara, DAEWOO Boccia, Legatoria Industriale Mediterranea, Antonio Amato, DURSO, Nuova Frontiera, Carto Grafiche -S. Capozzoli ). Io ho accettato con entusiasmo poiché da tempo pensavo ad un'idea simile, idea che parte un'esperienza di vita.

Può raccontarci di che esperienza si tratta?

Tutti i laureandi in Medicina devono svolgere sei mesi di pratica, cosa che io ho fatto presso il 2° Policlinico di Napoli, nel reparto di Malattie Infettive e, precisamente, nel settore AIDS. Su 15, accettammo solo in 3; questo accadde tra il 1991 e il 92. quando ancora non si conosceva molto della malattia e, per questo la paura di eventuali aggressioni e quindi del contagio era molto forte. Fu un'esperienza incredibile, per l'impatto con la malattia e per quello che, poi, cominciai a leggere negli occhi di quei malati: la dura consapevolezza di dover morire. Nonostante questo, però, continuavano a drogarsi facendo di tutto per procurarsi una dose. Pensate che il più anziano aveva solo 30 anni. Durante il mio tirocinio conobbi un tossicodipendente la cui storia mi ha segnato e commosso particolarmente.

Torniamo all'opuscolo: cosa vi ha spinto a realizzare questo progetto?

La volontà di contribuire ad informare, con lo scopo primario di prevenire. L'imperativo è: saperne di più per sconfiggerla!

A chi è indirizzato l'opuscolo?

In particolare ai giovani e alle loro famiglie.

Come pensate di divulgarlo?

Sono state preparate 15.000 copie da distribuire nelle scuole. Avremmo pensato di fare un giro nel comprensorio per presentarlo in vari istituti, invitando persone esperte nel campo della droga per chiarire meglio il problema.

Come è stato redatto?

In un linguaggio semplice, chiaro ed immediato fondato su basi rigorosamente scientifiche, anche se ad alcuni può apparire troppo schematico: ma questo era l'unico modo per fornire una informazione semplice, immediata e quanto più corretta possibile su un gravissimo problema sociale qual è quello delle tossicodipendenze e, inoltre, sugli effetti, i sintomi ei danni che esse sono in grado di produrre nel nostro organismo.

Per concludere, vuole lanciare un messaggio ai nostri giovani?

Ai giovani vorrei dire che la droga, a differenza di tante altre forme di dipendenza, uccide anche l'ultima libertà che è poi la più bella e la più vera: quella di pensare.

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