La nomina  è arrivata dopo la lunga traversata nel “deserto” causata dall’attendismo dell’ex ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani, che ha generato l’ennesima stagione di commissariamento dell’ente di circa due anni

Giuseppe Coccorullo è il sesto presidente del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni

È la “terza scelta” della terna, che comprendeva anche Marcello Feola e Luisa Maiuri, che il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, aveva sottoposto al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca

Attualità
Cilento martedì 02 maggio 2023
di Bartolo Scandizzo
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Case Bamonte a Roccadaspide dal 2009 completate e mai messe a reddito © Unico Settimanale

Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA), arriva il nuovo presidente! La nomina  è arrivata dopo la lunga traversata nel “deserto” causata dall’attendismo dell’ex ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani, che ha generato l’ennesima stagione di commissariamento dell’ente di circa due anni. Per i prossimi 5 anni il presidente sarà Giuseppe Coccorullo, la “terza scelta” della terna, che comprendeva anche Marcello Feola e Luisa Maiuri, che il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, aveva sottoposto al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che ne ha “decretato” la nomina.

Il neopresidente andrà prendere possesso dell’ufficio che ha visto alternarsi, prima di lui, Vincenzo La Valva, Giuseppe Tarallo, Domenico De Masi, Amilcare Troiano e Tommaso Pellegrino, negli oltre venti anni di esistenza in vita dell’ente parco.

Ognuno di loro ha caratterizzato la vita politica e amministrativa di un territorio vasto come una regione ma “prigioniero” di una provincia, quella di Salerno. L’ente ha competenze, dirette o indirette, sulle infrastrutture viarie, marittime, economiche, politiche e amministrative non indifferenti sugli oltre 80 comuni e le quattro Comunità Montane i cui rappresentanti siedono nella “Comunità del parco”.

Cosa troverà Coccorullo quando, sbrigate le formalità burocratiche, varcherà il portone di Palazzo Mainenti a Vallo della Lucania? 

In primo luogo, deve prendere atto che la considerazione dell'ente parco è sceso ai minimi termini tra i cittadini che vivono nell'area protetta: un tempo c’era chi lo denigrava e chi lo difendeva! Oggi sopravvive nell’indifferenza;

Trovare una struttura amministrativa guidata da Romano Gregorio, memoria storica perché vicedirettore sia con Domenico Nicoletti sia con Angelo De Vita suoi predecessori, che fu strutturata alla fine degli anni '90 dal Nicoletti, con pochi nuovi innesti;

Sarà necessario dare linfa e motivazione nuove alla Comunità del Parco che riunisce i sindaci dei comuni i cui territori ricadono, totalmente o solo in parte nel perimetro dell'area protetta;

Ereditare un patrimonio di immobili e terreni di proprietà dell'ente, costato oltre cento milioni di euro, in parte consegnato ai comuni faticano perfino a tenerli aperti e a pagare le bollette! Si tratterà di alienarli o metterli a reddito;

Gestire la sentieristica realizzata dal parco e poi affidata ai comuni che, in gran parte, ha abbandonato a sé stessa;

Prendere in mano il testimone della revisione del “Piano del Parco” e portarlo a compimento per poi gestirlo evitando di rimetterlo nel cassetto dove giace il master della prima versione;

Immaginare nuove strategie per dare "corpo" ad un piano d'azione coordinato per riportare vita nei borghi desertificati dal decremento demografico;

Affrontare il non più rinviabile problema del decadimento del patrimonio abitativo dei piccoli e grandi borghi che ha già quasi del tutto azzerato il valore delle case ancora abitabili. Mentre è necessario agire con abbattimenti programmati nei confronti di quelle irrecuperabili;

Aggiornare per accelerare il piano di abbattimento teso a ridimensionare la presenza degli ungulati che tanti danni hanno fatto nell'ultimo ventennio;

Dare dignità al sistema museale diffuso che il parco ha contributo a creare con un coordinamento centralizzato sia per le aperture sia per la comunicazione;

Riaprire il dialogo con il sistema scolastico, in particolare con le scuole primarie presenti in provincia, al fine di movimentare il turismo di prossimità per fare conoscere il territorio a chi vi è nato e sicuramente ci vivrà almeno per l'intera fanciullezza;

Rianimare la voglia di quanti hanno sempre guardato alle esperienze più significative presenti in Italia e in Europa per ridare un’anima al territorio e convincere i sindaci riluttanti che solo se il Parco sarà protagonista del prossimo futuro le aree interne potranno avere ancora speranze di sopravvivere in un prossimo futuro.

La speranza è che Il neo direttore e il prossimo presidente della Comunità del Parco, unitamente ai vescovi delle due Diocesi, Teggiano – Policastro e Vallo della Lucania – Paestum, prendano l’iniziativa di convocare gli “stati generali del Parco” chiamando a raccolta chiunque, in forma associata o individualmente, abbia qualcosa da suggerire per un rilancio in grande stile dell’ente che ha competenze diffuse su un  territorio che ha in sé le potenzialità per poter assumere un ruolo di avanguardia nella regione Campania e nell’Italia Meridionale.

Pensare in grande, non costa molto; credere nel potere di cambiare le cose, è insito nelle speranze degli uomini; agire di conseguenza è molto più complesso …

Ma è compito di chi carica su di sé responsabilità pubbliche di indicare le strade giuste nel futuro che aspetta per giudicarlo.

Se Coccorullo saprà assolvere in pieno al suo incarico chiunque vive ed opera nel Parco saprà riconoscerlo a prima vista, se si farà travolgere dall’ordinario andazzo delle cose, non lascerà segni tangibili del suo passaggio e sarà il primo a rendersene conto!

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