Una semplice voltura di titolarità del servizio può diventare una situazione kafkiana

Un esempio di ordinaria burocrazia al Consorzio di Bonifica di Paestum

Tutto comincia con il trovare nella cassetta della posta della bolletta intestata all’ex proprietario, erede del primo intestatario dell’appartamento. È il campanello che fa scattare il riflesso di dover volturare l’utenza...

Attualità
Cilento mercoledì 11 dicembre 2019
di Moncil
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Ciuccio © Unico

Con l’umiltà del comune cittadino che si avvicina ad un ente che eroga i servizi essenziali per la vita quotidiana mi sono recato al Consorzio di Bonifica di Paestum per sbrigare la “pratica” relativa alla voltura del contatore del servizio acquedotto dal vecchio proprietario al sottoscritto …

Tutto comincia con il trovare nella cassetta della posta della bolletta intestata all’ex proprietario, erede del primo intestatario dell’appartamento. È il campanello che fa scattare il riflesso di dover volturare l’utenza regolarmente attiva.

Mi reco presso il palazzo rosso pompeiano che è a pochi passi perché situato sulla stessa via sull’altro marciapiedi.

Entro nella palazzina dove sono situati gli uffici preposti e vengo indirizzato verso la scrivania dove sbrigano le richieste. Consegno la bolletta e resto in attesa della verifica. Prontamente l’impiegato mi chiede copia dell’atto di proprietà e stampa i bollettini da pagare per la voltura e per il versamento della cauzione: €20+€70!

Mi dice di andare a fare i versamenti e di ritornare per completare l’operazione.

Già questo mi fa meditare su come la barriera burocratica respinge il cittadino ben disposto a fare il suo dovere di debitore rispetto ad un servizio.

Infatti, è incredibile che in piena era digitale un ufficio dove si emettono bollettini non si possa effettuare il pagamento tramite un Pos con carte di credito …

Dovrò trovare il tempo di andare in posta, fare la fila e pagare la maggiorazione della bolletta del costo dell’operazione. Ma anche l’impiegato dovrà, al mio ritorno, impiegare altro tempo per registrare l’avvenuto pagamento.

Torno presso l’ufficio dopo una settimana … entro nello stesso ufficio e mi siedo alla stessa sedia. L’impiegato mi chiede copia del rogito e del documento di identità! Pertanto deve alzarsi andare a fotocopiarla (avrebbe potuto rimandarmi indietro a farmela da me). Ritorna alla scrivania, verifica che i bollettini siano stati pagati e compila un modulo che mi porge per la firma.

Completata l’operazione mi informa che, per la verità, bisognerebbe fare anche un’altra voltura relativa al servizio che la “bonifica” fa per le civili abitazioni.

Per evitare di perdere altro tempo chiedo di farla seduta stante!

Mi dice che devo andare all’ufficio di fronte …

Nel disimpegno incontro il neo presidente del consorzio che mi saluta sorridendo che esce dallo stesso ufficio seguito da un consorziato che sarà andato direttamente da lui per sbrigare una pratica di un certo peso.

Entro nell’ufficio indicatomi e un impiegato mi invita a sedermi di fronte a lui e spiegargli di cosa ho bisogno. Riferisco la problematica sollevata dal suo collega e mi chiede copia del rogito per verificare a chi è intestata l’utenza. Gli spiego che nell’atto non c’è il nome dell’eventuale titolare perché l’acquisto è avvenuto dagli eredi. Smanetta sul computer e, ovviamente non trova niente che possa indicare gli estremi del servizio. Non venendone a capo, mi manda dalla sua collega che, terminata la telefonata con un altro utente che chiedeva chiarimenti su una bolletta, mi chiede di cosa si tratta. Le consegno il rogito e spiego anche a lei che sono lì perché indirizzato dal suo collega della porta a fianco per sistemare la questione …

Cerca anche lei sul computer ma non viene a capo del problema. A questo punto dice al suo collega di fare pure la voltura che poi vedrà lei come reperire i dati del vecchio proprietario tramite il foglio catastale. Nell’attesa che si completi l’operazione di riproduzione delle carte per la seconda volta, non posso fare a meno di ascoltare un colloquio che si volge nell’ufficio a fianco in un lingua incomprensibile se non in alcuni intercalari che è meglio non ripetere.

Torno alla scrivania numero 2 e resto in attesa che l’impiegato rifaccia la fotocopia dell’atto e del documento di riconoscimento da allegare alla pratica. Nel frattempo compila il foglio di consegna della richiesta, me lo porge per la firma, spilla tutto insieme e me lo consegna chiedendomi di salire al piano superiore della palazzina rossa e consegnarlo al protocollo.

Seguo le indicazioni ed esco da questo breve “incubo” tornandomene in ufficio per dedicarmi alle mie attività dopo circa un’ora.

Morale di una vicenda che potrebbe fare scuola:

Perché un ufficio di un ente privato ma di valenza pubblica non può incassare direttamente gli importi delle bollette che emette?

Perché costringere gli utenti dei servizi a dover pagare il sovrapprezzo dovuto per il pagamento del bollettino?

Perché la copia di un atto o di un documento non possa essere fatta una sola volta ed utilizzata da due uffici differenti che fanno capo allo stesso ente e situati a pochi metri?

Il Consorzio di Bonifica di Paestum sta affrontando, come ha dichiarato più volte il neo Presidente Roberto Ciuccio, la questione dei mancati pagamenti da parte dei fruitori di servizi che sono una platea molto vasta. Con questo ritmo e con questi tempi penso che il ritmo con cui si arriverà a riportare la questione sotto controllo è molto al di là da venire …

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