De Luca: “Gestori di locali senza scrupoli, pronti a vendere superalcolici ai giovani ed a rovinarli per 10 euro”

La ristorazione del Vallo di Diano tra ripartenza e attesa

Nell’avvicinarsi ad un bar valdianese ci si imbatte spesso in persone titubanti che non sanno se entrare o meno, se attendere che chi è dentro esca o fare un passo in avanti e rispettare il distanziamento previsto.

Attualità
Cilento lunedì 01 giugno 2020
di Cono D'Elia
Immagine non disponibile
Fase due: ripresa del settore ristorazione © Unico

Con la riapertura dell’attività legata alla ristorazione si è inserito uno degli ultimi tasselli legati al ritorno alla normalità post Coronavirus. Per quanto riguarda il Vallo di Diano, i bar del territorio si sono mossi in modo diverso, da paese o paese, o meglio da situazione e situazione. Alcuni hanno alzato le saracinesche già il 18 maggio (primo giorno utile), altri hanno atteso il 21 maggio (uniformandosi ai ristoranti) e altri ancora hanno deciso di attendere e di aprire a giugno. E’ il caso dei bar e dei locali presenti nel centro storico di Teggiano che si riattiveranno il prossimo 1°giugno, potendo usufruire di tavoli all’esterno, da sistemare in una piazza San Cono chiusa al traffico. Nell’avvicinarsi ad un bar valdianese ci si imbatte spesso in persone titubanti che non sanno se entrare o meno, se attendere che chi è dentro esca o fare un passo in avanti e rispettare il distanziamento previsto. Nelle zone con maggiori afflusso di auto, come Atena Lucana Scalo e Sala Consilina, si sfreccia come nel periodo pre Covid 19, ma la quantità di coloro che fa sosta ai bar, non è la stessa.

“La mattina si lavoro abbastanza - spiega il titolare di un bar di Atena - mentre il pomeriggio il movimento non è molto. Poi c’è da fare i conti con il distanziamento, le mascherine giornaliere per il personale e la paura quotidiana di incorrere in sanzioni. Non si lavora ancora con la necessaria tranquillità”.

Oltre che per il giorno di apertura, i bar del Vallo si sono differenziati anche per le misure attuate per affrontare al meglio al situazione. C’è chi ha installato pannelli protettivi, chi ha elaborato menù digitali e chi, invece, ha cambiato poco, limitandosi a mascherine e guanti.

Per quanto riguarda i locali di intrattenimento serale, la ripresa è stata soltanto parziale. Il fatto che la movida sia consentita fino alle ore 23, infatti, ha reso necessario sacrificare spettacoli e concertini, nonché tutte le attività normalmente previste. Ci si è rivisti, si sono salutati gli amici, si è bevuto qualcosa, ma fermandosi (almeno nella maggior parte dei casi) alle distanze consentite ed all’orario limite. Al riguardo non ha mancato di far rumore l’ultima uscita del presidente della Campania De Luca, il quale ha sottolineato come ci siano “gestori di locali senza scrupoli, pronti a vendere superalcolici ai giovani ed a rovinarli per 10 euro”.

In merito a ristoranti e pizzerie, infine, quasi tutti hanno aperto le proprie sale. Dopo aver “lavorato d’asporto” (chi più, chi meno), i locali ora stanno timidamente vedendo i clienti prenotate ed occupare i posti disponibili. Un ritorno alla normalità, quello di pizzerie e ristoranti che, per diverse ragioni, è più lento e graduale.

“E’ stata dura riaprire - sottolinea un ristoratore di Sala Consilina. Fino a poche settimane fa, noi come altre attività, volevamo non farlo, perché scarsamente supportati e tutelati dal Governo. Poi, però, ha prevalso il senso del dovere e la voglia di tornare a fare ciò che ci piace e su cui tanto abbiamo investito. Delle prenotazioni ci sono - aggiunge - e c’è la voglia di tornare a mangiare qualcosa fuori. Ma ho l’impressione che chi prima magari veniva al ristorante 2 volte al mese, ora verrà una volta, se va bene, sia per i timori, sia per le difficoltà economiche e sia perché nel nostro territorio ci si può spostare soltanto con l’auto. E prendere l’auto presuppone decisione e volontà”.

Cono D’Elia

Lascia il tuo commento
commenti
Le più commentate
Le più lette