“La medicina del cervello è la lettura”

Fortunato Pugliese è morto il 16 febbraio 2022, poco prima di compiere 106 anni

La sua storia di artista annovera un centinaio di mostre personali in Italia e all’estero: Barcellona, Parigi, Vienna, Montecarlo e New York

Cronaca
Cilento sabato 26 febbraio 2022
di Massimiliano De Paola
Immagine non disponibile
Fortunato Pugliese © Unico Settimanale

Il 16 febbraio 2022 diventa una data storica per Auletta: scompare Fortunato Pugliese, pittore ultracentenario di fama internazionale. Il professor Fortunato Pugliese il 22 febbraio avrebbe festeggiato 106 anni, ma il suo cuore ha smesso di battere prima. Mi ricordo una frase che ripeteva sempre: “La medicina del cervello è la lettura”.
È stato il sindaco Pietro Pessolano a dare la triste notizia, addolorato per la perdita di Fortunato, uno dei cittadini più longevi della provincia di Salerno e dell’intera Campania, che era diventato un vero e proprio simbolo per il piccolo comune del Tanagro. 
Ciò che distingueva Fortunato da tutti gli altri, tra le altre cose, nonostante il passare degli anni, era la sua vitalità e lucidità. Il sindaco Pessolano lo ricorda così: “Fortunato Pugliese è stato un apprezzatissimo pittore, artista di grande e riconosciuto talento, e ci ha lasciati pochi giorni prima di raggiungere l’ennesimo importante traguardo di una vita straordinaria”. Un aneddoto sui festeggiamenti dei suoi 104 anni, appena due anni fa, ci racconta la vita straordinaria di Fortunato Pugliese: Fortunato aveva preso un pullman alle 7:30 di mattina per incontrare i suoi figli Adriano e Patrizia a Salerno, dove avevano festeggiato il suo compleanno. Non voleva che si stancassero arrivando da Napoli ad Auletta, così era andato loro incontro a metà strada. Il sindaco Pietro Pessolano e i componenti dell’Amministrazione Comunale aulettese dovettero andare a Salerno per fare gli auguri al professore.
Fortunato negli ultimi 2 anni aveva dovuto superare anche le insidie della pandemia. Purtroppo, di recente, una brutta caduta aveva compromesso le sue condizioni di salute e reso necessario il suo ricovero presso l’Ospedale di Polla. Poco dopo il ritorno a casa la morte, e il conseguente dispiacere della comunità di Auletta che perde uno dei suoi concittadini più apprezzati, che ha rappresentato un riferimento di resilienza e di speranza anche nel periodo buio della pandemia.
Ricordo ancora quando in una domenica di maggio di 6 anni fa, trascorsi un’intera giornata in compagnia di Fortunato PUGLIESE, pittore e scultore di fama nazionale ed internazionale, originario di Auletta, che il 22 febbraio di quell’anno aveva compiuto 100 anni. Il Professore mi concesse l’onore di un’intervista. Era un grande tifoso del Napoli. Ricordo sul suo tavolo un giornale con la foto di Higuain che non era ancora passato alla Juventus. Ricordo che ancora leggeva il giornale senza occhiali. 
Il suo primo maestro di disegno è stato Nicola Giachetta, pure lui originario di Auletta: “E’ quello che ha fatto San Donato di stucco davanti alla chiesa di Auletta nei primi anni ’30” mi disse. Altro importante maestro è stato per lui il professor Gualanti Severino, un grande decoratore di Ferrara, conosciuto da Fortunato mentre dipingeva il Comune di Auletta.  
Nella sua vita Fortunato ha girato il mondo per far conoscere a tutti la propria arte, passione che lo ha accompagnato sin da bambino. La sua storia di artista annovera un centinaio di mostre personali in Italia e all’estero, in città come Barcellona, Parigi, Vienna, Montecarlo e New York.
Ha lasciato l’impronta della sua arte anche nel suo amato paese, infatti nel 1938 si è occupato di affrescare la chiesa di San Nicola di Mira ad Auletta con i dodici apostoli e la vita di Gesù. Successivamente ha dipinto “La glorificazione di San Benedetto” nella chiesa di Pertosa.
Fortunato nei primi anni di vita ha abitato ad Auletta con la madre Carmela in via tre Croci o alla più conosciuta “Cappella”, mentre il padre Raffaele - come tanta povera gente - si era imbarcato su un piroscafo che lo portò nelle lontane Americhe e, più precisamente, a New York in cerca della sospirata fortuna. Fortunato già da bambino non nascondeva la sua passione per il disegno e l’arte in genere, tanto che spesso veniva sorpreso a tracciare linee e forme del mondo che lo circondava. Con il ritorno del padre ad Auletta, Fortunato venne inviato a perfezionare la sua capacità di disegnatore a Salerno per avvalersi degli insegnamenti approfonditi dei grandi maestri della pittura napoletana. Nei primi anni trenta ad Auletta venne chiamato un noto pittore napoletano, il Prof. Vincenzo Micillo, per dei lavori di affreschi alla chiesa madre e Fortunato rimase affascinato e osservava con attenzione il suo lavoro e ne recepì i consigli. Ecco l’aneddoto che mi ha raccontato: “Andavo sempre a guardare sto professore che pittava. Lui da sopra mi guardò, scese giù e mi disse “Ma ragazzì, tu vieni ogni mattina qui, ma ti piace la pittura?” Io risposi “Eccome non mi piace!” “Ma sai disegnare?” “Si, so disegnare!” “Allora fammi vedere che sai fare. Domani portami un grappolo di pomodori con delle foglie, vieni qua e io ti dico quello che devi fare”. Il mattino dopo glieli portai e lui mi disse “Te li metto su questa sedia, tu me li devi disegnare come sono. Li devi guardare e li devi fare, però non devi sbagliare, perché la prima cosa è saperti imparare i disegni, se non sai fare i disegni figlio mio non puoi fare nulla!” 
 

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