Domenico De Masi è morto il 9 settembre 2023

Domenico De Masi, il presidente che voleva trasfigurare il Parco del Cilento, Diano e Alburni

“Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma” è il motto di Paul Valery che il professore aveva scelto per descriversi. Una rondine, cioè un uccello determinato “ma senza spocchia”

Cronaca
Cilento domenica 10 settembre 2023
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Da sinistra ... Angelo De Vita, Domenico De Masi e Bartolo Scandizzo durante un incontro con gli albergatori di Paestum © Unico Settimanale

Ho incontrato il professor Domenico De Masi, per la prima volta, a Ravello. Lui era presidente della Fondazione che organizza il “Festival” che prende il nome dalla cittadina che domina, dall’alto, gran parte della Costiera Amalfitana.

Fu De Masi che rese “popolare” il Festival tra le giovani generazione incentivando la presenza di decine di giovani che si candidano per mettersi al servizio dell’evento per l’intera estate in cambio di vitto e alloggio e della grande esperienza culturale che avrebbero fatto incontrando il meglio della cultura musicale inserita nel “cartellone” che coinvolge artisti provenienti da tutto il mondo.

Fu mio figlio Giuseppe che decise di fare quell’esperienza nell'ambito del festival e, dietro a lui, anche noi della famiglia allargata approfittammo per concederci diverse incursioni a Ravello e in “Costiera”.

Dopo qualche anno, fu nominato Presidente del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni.

La scelta fu fatta per sbloccare la nomina di presidente del Parco che vedeva contrapposti Antonio Bassolino, presidente della regione; e Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell’Ambiente … Bassolino non voleva rinnovare l’incarico a Giuseppe Tarallo, presidente in carica; Pecoraro Scanio insisteva per mantenere il suo sodale di partito sulla poltrona!

Dopo mesi di commissariamento con Tarallo, rinnovato più volte; il nome di De Masi mise d’accordo i due “contendenti” ... Il nuovo presidente arrivò a Vallo della Lucania e si insediò unitamente al nuovo consiglio direttivo. In quel tempo, il direttore era Angelo De Vita; il suo vice, Romano Gregorio; e a capo dei servizi amministrativi, Pasquale Coccaro.

Dopo tre mesi, aveva messo mano ad una trasformazione profonda nella gestione dell’ente mettendo in crisi metodi di lavoro e perfino ruoli e responsabilità. Pretese che su ogni scrivania occupata dai vari dipendenti ci fosse un cartellino con scritte le generalità di chi la occupava, di quale settore era responsabile ed eventuali progetti di cui erano responsabili.

De Masi agiva più da “commissario” che da presidente … infatti quasi esautorò anche il consiglio direttivo che, fatte poche eccezioni, lasciava fare in attesa che si “sgonfiasse” la “tromba d’aria” dei modi di fare del neo presidente che si era abbattuta sulla vita dell’ente.

Mi piace ricordare che, per la prima volta, furono convocati tutti gli operatori turistici insediati nell’area del parco al fine di comunicare che aveva intenzione di investire tutte le risorse in un unico progetto di promozione. Contestualmente, rese noto a tutti i sindaci che non avrebbe continuato a sminuzzare le risorse dell’ente finanziando la miriade di sagre ed eventi che vedevano coinvolti gli 80 comuni che componevano la Comunità del Parco, suscitando non pochi brontolii …

Così ricordava alla Ministra Stefania Prestigiacomo cosa aveva fatto nei primi cento giorni: "Ho avviato una serie di dodici convention dedicate ad altrettanti gruppi (i Sindaci, gli Imprenditori del settore turistico, i Presidenti delle associazioni culturali, ecc.). Il tutto, in funzione di un serio programma quinquennale al quale improntare l’azione della mia presidenza." Per sua natura, la carica da me ricoperta non è legata cronologicamente alla legislatura e al Ministro da cui deriva. Reputo tuttavia giusto che, per cortesia personale e per correttezza professionale, io rimetta il mio mandato nelle Sue mani. Il Suo gradimento, infatti, rappresenta la condizione indispensabile affinché la Presidenza del Parco possa operare con la necessaria tranquillità e autorevolezza”.

La Prestigiacomo non rispose e lui si dimise definitivamente. Dopo di lui arrivò L’avv. Amilcare Troiano.

Fu una meteora l'apparizione del prof. De Masi nel Cilento! Ma sollevò molte questioni che ancora sono aperte. La prima è la "considerazione" che le popolazioni che risiedono nell'area protetta hanno dell'ente che è direttamente collegata alla "percezione" che la gente ne ha! 

Se all'epoca di Giuseppe Tarallo, quando subì il defenestramento da parte del governo Berlusconi, Vallo della Lucania fu invaso da una manifestazione di piazza con in testa oltre 50 sindaci; già con la fuoriuscita di De Masi non accadde nulla ... 

Oggi, a poco meno di otto anni di distanza da Expò 2015, quando fu organizzato Expò e territori a Vallo della Lucania, l'ente parco e la sua funzione strategica è caduta così in basso che non provoca nessuna reazione né a difesa né  contraria! L'area protetta e il suo destino è del tutto indifferente sia ai sindaci sia alle popolazioni che amministrano.

Tant'è vero che alcuni comuni, invece di chiedere di aggiornare la segnaletica messa in opera dall'ente, hanno cominciato ad esporre cartelli con foto all'ingresso dei borghi che è l'esatto contrario di ciò che De Masi aveva intenzione di fare: creare un'unica identità dell'era protetta e comunicarla al meglio in ogni direzione sia all'interno sia all'esterno.

 

De Masi, oltre ai due incarichi citati, a ricoperto molti altri ruoli di responsabilità:

Professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università

“La Sapienza” di Roma, dove ha insegnato Sociologia del lavoro;

Fondatore e Direttore Scientifico della S3. Studium Srl, società di consulenza

organizzativa, ricerca, formazione e comunicazione.

Membro del Comitato etico di Siena Biotech e del Comitato Scientifico della Fondazione Veronesi.

Manager e dirigente d’azienda (Finsider, Ifap-Centro Iri per lo studio delle funzioni direttive aziendali).

Presidente dell’In/Arch, Istituto Nazionale Architettura; presidente dell’AIF, Associazione Italiana Formatori; fondatore e presidente della SIT,

Società Italiana per il Telelavoro;

Presidente della Fondazione Ravello;

Presidente del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni;

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