‘’Giffoni è un modello per l’università perchè ha saputo evolversi. Ai ragazzi consiglio di studiare per avere più strumenti per capire il mondo”

La direttrice generale del MUR al Giffoni Film Festival

​Marcella Gargano non nasconde l’emozione di ritornare a Giffoni in rappresentanza della Ministra dell’Università e della Ricerca e si confida ai giovani giurati.

Cultura
Cilento venerdì 23 luglio 2021
di Lucrezia Romussi
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Marcella Gargano © Unico

Marcella Gargano, direttrice generale per la formazione universitaria, l’inclusione ed il diritto allo studio, non nasconde l’emozione di ritornare a Giffoni in rappresentanza della Ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa e si confida ai giovani giurati.

Tornare a Giffoni dopo venticinque anni non più da giffoner ma come direttrice generale, è una bella emozione vero?

“Essere qui dopo venticinque anni mi riempie di gioia. Giffoni è stato capace di evolversi, di cambiare aprendosi a nuove esperienze. Questa mi sembra la principale caratteristica grazie alla quale continua a crescere anno dopo anno”. 

Come è cambiato e come si è adeguato alle esigenze sorte con la pandemia il sistema universitario?

 “Ci siamo trovati in un’emergenza non prevista ed in pochissime settimane è stato necessario adeguare il sistema universitario alle nuove esigenze. Il sistema si è rivelato, a mio avviso, molto resiliente. Adesso è tempo di recuperare e custodire quanto di buono è emerso in questa fase e di programmare. Confido nella capacità di dialogo con le istituzioni. Il Piano di Ripresa dà la disponibilità di nuove risorse. Servono, perciò, idee progettuali valide. Le buone pratiche non dobbiamo solo osservarle, ma dobbiamo realizzarle”.

Cosa, in qualità di direttrice, pensa di valorizzare del sistema universitario italiano?

 “Giffoni rappresenta un modello in questo senso. Qui i ragazzi sono protagonisti. Lo stesso si può fare all’interno del sistema universitario, facendo sentire la propria voce in maniera costruttiva. Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è uno strumento ed è un interlocutore per il Ministero che lo consulta spessissimo, ance quando non vi è obbligo. È così che vogliamo valorizzare il coinvolgimento degli studenti”.

Cosa si sente di esprimere riguardo il diritto allo studio?

 “La direzione che dirigo ha come missione quella di portare verso la formazione universitaria quante più persone è possibile. Non tanto quelli che già sono decisi a frequentare un ateneo, quanto quelli che non sono convinti o quelli che non hanno possibilità di farlo. Diritto allo studio significa borse di studio, significa servizi che avvicino un numero sempre crescente di studenti. Abbiamo introdotto nuove misure per questo, aumentando la fascia dell’esonero totale e quella dell’esonero parziale oppure aumentando le possibilità legate alla residenzialità universitaria. Inoltre, abbiamo predisposto un provvedimento che introduce misure di sostegno per gli studenti che hanno avuto condizioni di disagio legate proprio alla pandemia. A questo riguardo la Ministra Messa considera prioritario dare la possibilità alle università di organizzare un servizio di consulenza psicologica che viene sempre maggiormente richiesto dagli studenti”.

I dati italiani relativi al numero di laureati e soprattutto alla occupazione successiva all’ottenimento del titolo universitario non sono rassicuranti, dunque, cosa bisogna migliorare di questo ingranaggio?

 “L’università deve continuare a svolgere un ruolo di ascensore sociale. Credo molto, perciò, nell’orientamento per una scelta del proprio percorso sempre più consapevole, perché così si possono comprendere al meglio le proprie abilità e le proprie vocazioni. Oggi, con le aspettative di vita che ci sono e le esigenze di flessibilità che il mondo del lavoro presenta, lo studio non si interrompe mai. Bisogna perciò comprendere che le carriere formative incrociate e la multidisciplinarietà danno maggiori opportunità. I ragazzi devono convincersi che vale la pena studiare perché è studiando che si acquisiscono più strumenti per far fronte alla complessità che oggi il mondo presenta. Dal canto suo l’università deve recuperare una dimensione più umana. A questo fine servono anche più docenti per riequilibrare il rapporto con il numero degli studenti. L’impegno, perciò, è di dare vita ad un piano decennale di reclutamento dei professori. Sono certa che questa programmazione darà i suoi frutti”.

 

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