Varie le onorificenze ricevute.

Vallo della Lucania ricorda il Tenente Colonnello Matteo De Marco a dieci anni dalla scomparsa

Il 16 settembre 2011, nelle prime ore del mattino, viene trovato morto nel suo letto all’interno della base di Herat.

Cultura
Cilento giovedì 16 settembre 2021
di Angelo D'Ambrosio
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Matteo De Marco © web

Il 16 settembre 2021 Vallo della Lucania commemora con una giornata il Tenente Colonnello Matteo De Marco, servitore dello Stato, uomo di pace e amico, a dieci anni dalla sua scomparsa ad Herat, in Afghanistan, ove era in missione quale Carabiniere.

Alle ore 11 nella Cattedrale di San Pantaleone si terrà una messa in suffragio officiata da S. E. il Vescovo alla presenza della autorità civili e militari. Alle ore 18:30 presso il Palazzo della Cultura un convegno dedicato alle esperienze dei militari italiani all'estero a tutela e promozione delle persone e del patrimonio culturale: un percorso dalle missioni Italcon in Libano, negli anni Ottanta, con il primo impiego di reparti armati fuori dai confini nazionali dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in cui i militari italiani si contraddistinsero oltre che per professionalità anche per la capacità e la sensibilità nel relazionarsi con le popolazioni locali in un’area di crisi con particolare attenzione alle loro esigenze e alle loro istanze. Da Beirut passeremo alla città palestinese di Hebron, la Città di Abramo, in Cisgiordania, ove operò Matteo De Marco nel 2008 quale Capo Operazioni nella missione Temporary International Presence in Hebron 2, in cui i Carabinieri erano impegnati nel rafforzamento della pace e nel sostegno al benessere e allo sviluppo della popolazione palestinese. Nella stessa Hebron, la cui città vecchia è iscritta dal 2017 nella World Heritage List dell’UNESCO, operò anni prima anche l’ufficiale dell’esercito Fabio Maniscalco, archeologo e pioniere nella tutela del patrimonio culturale nelle aree di crisi, scomparso nel 2008 a seguito di una rara patologia sviluppata a seguito dell’esposizione a metalli pesanti ed uranio impoverito durante le missioni nei Balcani. Proprio lì, a metà anni Novanta, diresse il primo nucleo sperimentale specializzato nella tutela del patrimonio culturale nelle aree di crisi, che lui stesso aveva promosso, rendendo l’Italia il primo Paese a dare applicazione, da questo punto di vista, alla Convenzione de l’Aja del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato.

A questa iniziativa parteciperanno il Prof. Don Luigi Rossi, preside emerito della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Salerno; in collegamento da Gerico il Prof. Arch. Osama Hamdan dell’Al-Quds University; in presenza la Dott.ssa Mariarosaria Ruggiero Maniscalco, docente e storica dell’arte oltre che moglie dell’archeologo cui perpetra l’impegno; alcuni colleghi di Matteo De Marco durante TIPH2; il Sen. Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali - Ravello; per l’Esercito il Tenente Colonnello Federico Moro; Don Angelo Tabasco, già cappellano militare che ha lavorato nei Balcani con Fabio Maniscalco. A moderare l’incontro l’Avv. Giuseppe Di Vietri, Presidente dell’associazione Genius Loci Cilento che ha promosso la giornata, col patrocinio morale del Comune di Vallo della Lucania e la collaborazione e il sostegno della Società Italiana Protezione Beni Culturali - Delegazione Autonoma Salernitana di cui sarà presente il Presidente Dott. Antonio Asprone, del Rotary Club di Vallo della Lucania-Cilento, dell’Associazione Nazionele Carabinieri Sez. di Cuccaro Vetere, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati di Vallo della Lucania e The Journal of Cultural Heritage Crime.

Matteo De Marco Nasce a Vallo della Lucania (Salerno) il 22 marzo 1957, terzogenito di quattro figli, in una famiglia di modeste condizioni: lì cresce e studia fin quando lo studio prima e l’Arma poi lo portano in giro per l’Italia e per il Mondo. Ma è una compaesana che ha sposato e da cui ha avuto il suo unico figlio Luca, ora padre di Matteo. In Italia ha lavorato ad Amalfi, Palestrina, Lamezia Terme e Velletri, ove dal 2003 è comandante di Compagnia nella Scuola Sottufficiali Carabinieri; in mezzo, diverse operazioni all’estero tra Bosnia, Cisgiordania e più volte in Afghanistan. Durante l’ultima missione in Afghanistan aveva anche l’incarico di gestire una scuola per la polizia femminile: di ciò fu molto felice e soddisfatto di poter, in tal modo, contribuire all'emancipazione di quelle donne, da sempre in posizione di sottomissione  assoluta; colà raggiunse la promozione a tenente colonnello. Il 16 settembre 2011, nelle prime ore del mattino, viene trovato morto nel suo letto all’interno della base di Herat.

Onorificenze:

  • Cavaliere ed Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana;
  • Medaglia Mauriziana del Ministero della Difesa per dieci lustri di carriera militare;
  • Medaglia del Ministero della Difesa per lungo comando;
  • Croce del Ministero della Difesa per lungo servizio;
  • Medaglia di benemerenza el Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
  • Medaglia d’argento di benemerenza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio;
  • Army Commendation Medal - United Armed Force (USA);
  • Medaglia partecipazione Missione Althea;
  • Medaglia partecipazione Missione TIPH-2;
  • Medaglia partecipazione Missione ISAF-Afghanistan;
  • Laurea in Giurisprudenza honoris causa conferita dalla Costantinian University di New York (NY-USA).           
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