A Trentinara, del resto, le cose da fare e da vedere non mancano di certo!

Trentinara: la terrazza del Cilento

La pietra incatenata, Cilento in volo e la via dell’amore con le poesie di Giuseppe Liuccio impresse sulle maioliche di Sergio Vecchio caratterizzano la sua identità

Cultura
Cilento sabato 15 gennaio 2022
di Antonio Migliorino
Immagine non disponibile
Vista di Trentinara © web

La chiamano “la terrazza del cilento”. Sì, perché dalla sua suggestiva piazzetta panoramica è possibile ammirare il mare, le due costiere, amalfitana e cilentana, e, quando è bel tempo, persino l’Isola di Capri. Ma in realtà Trentinara pullula di tesori da scoprire ed ammirare. Meraviglie che incantano e lasciano a bocca aperta anche chi proviene da grandi metropoli ed ha un occhio allenato alla bellezza. Questo splendido borgo medievale è arroccato sulla sommità della rupe Cantenna, a 606 metri sul livello del mare, all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Le sue origini risalgono forse ad un intervallo temporale che oscilla tra la fine dell’età eneolitica (o del rame – 2000 a.C.) e l’inizio della tarda età del bronzo (1200 – 500 a.C). Anche se le strutture più antiche (in particolare, un acquedotto) furono erette dai romani che, in epoca imperiale, vi giunsero per raccogliere le limpide acque sgorganti dalle sue numerose sorgenti. Risale, invece, all’ottocento d.C., il primo vero villaggio abitato, che fu edificato da paestani, fuggiti dal litorale a causa dei saraceni. Dal sito del Comune, si apprende che la più antica testimonianza scritta della presenza di Trentinara è un documento del 1092. E nello stesso secolo, l’XI per l’appunto, fu eretta la Chiesa di San Nicola, sublime struttura architettonica di origine normanna, costituita da un’unica navata, che, situata nel centro storico ed adibita oggi a museo dell’artigianato, è senza dubbio uno dei principali luoghi d’interesse religioso e culturale del borgo. Le sue vie sono corredate da targhe in memoria dei caduti dei moti cilentani del 1848, che, proprio a Trentinara, giunsero all’epilogo.

Gente tranquilla, ospitale, sincera. Una piazza principale, il campanile, i vicoletti a strapiombo la rendono assai graziosa e imperitura. Qui si respira l’odore dei boschi e del pane caldo appena sfornato. Sì, perché a Trentinara ogni anno va in scena la suggestiva Festa del Pane (16-20 agosto), che con i suoi sapori e con le sue melodie incarna il retaggio secolare della tipica cultura cilentana. Degne di nota sono poi anche la Festa di Santa Irene, patrona del paese, e la Festa della Madonna del Loreto. 

Grazie alla lungimirante gestione politica dell’attuale amministrazione comunale è ormai diventata una meta obbligatoria per chi visita la vicina città dei Templi, da cui dista peraltro circa una decina di chilometri. Ogni anno, infatti, l’incantevole borgo ospita, grazie anche ai suoi numerosi e rinomati bed and breakfast, migliaia di turisti provenienti da tutta Europa.

A Trentinara, del resto, le cose da fare e da vedere non mancano di certo!

Per gli amanti del trekking e delle passeggiate all’aria aperta, ci sono il Bosco di Madonna di Loreto, la Difesa Soprana (1082 metri di altezza) e il Monte Vesole (1210 metri d’altezza), che offrono ampi spazi di ristoro e percorsi escursionistici per principianti ed esperti. La via dell’amore, che conduce sino alla leggendaria Pietra Incatenata e alla terrazza degli innamorati, e che è edulcorata da un insieme di poesie trascritte su maioliche, alcune delle quali a firma dello scrittore e poeta Giuseppe Liuccio, è la meta prediletta dai romantici, anche perché culmina con l’ormai celebre cartello “kiss please”: un invito a baciarsi, rivolto alle coppie. E poi, per gli appassionati del brivido, c’è il volo dell’Angelo: un tragitto adrenalinico a 120 chilometri orari su una zipline posta a 500 metri di altezza, che sorvola la Valle di Tremonti: lì dove, secondo un’antica leggenda, Spartaco, lo schiavo ribelle, si sarebbe rifugiato per sfuggire all’esercito romano. Da visitare sono anche la Chiesa dell’Assunta, la Chiesa del Rosario (ristrutturata nel 1747) e la Chiesa della Madonna del Loreto.

Antonio Migliorino

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