Sala Consilina

Sala Consilina, alla Torquato Tasso presentato “Lo sguardo al cielo” di Giuseppe Colitti

Il vero volto del Sud non contraffatto da facili mistificazioni

Cultura
Cilento giovedì 05 luglio 2018
di Antonella Citro
Immagine non disponibile
“Lo sguardo al cielo” di Giuseppe Colitti © n. c.

Questa ricerca nel Vallo di Diano e nell’attiguo Cilento è iniziata negli anni settanta del Novecento quando stava venendo meno la trasmissione delle tradizioni orali (li cunti, i racconti e altro) dalle generazioni degli anziani a quelle dei giovani. Inizia così “Lo sguardo al cielo. Credenze e magie tradizionali”, il libro scritto da Giuseppe Colitti presentato nella sede della Società Operaia Torquato Tasso di Sala Consilina. In apertura i saluti del Presidente Michele Calandriello, del sindaco Francesco Cavallone e dell’assessore della Comunità Montana Vallo di Diano Elena Gallo. Un mondo di ieri appena trascorso e già straordinariamente lontano al punto da rischiarne la definitiva perdita di memoria. È una preziosa raccolta di reperti delle culture magiche e delle preghiere laiche nella tradizione popolare dell’area del Vallo di Diano e del Cilento. Colitti consegna un corpo coerente di credenze popolari che si tiene insieme in maniera davvero unica e che come osserva Francesco D’Episcopo della Università Federico II di Napoli restituisce in presa diretta, il vero volto del Sud non contraffatto da facili mistificazioni. «Il Vallo entra nel mondo e il mondo nel Vallo – afferma – Colitti registra le parole degli altri, degli ultimi e ha fermato il Vallo in un momento particolare. Scope magiche, streghe, riti, preghiere in dialetto, uso degli spilli, culto dei defunti e credenze popolari lasciano una traccia nella memoria che adesso è scritta ed è quindi indelebile. Affascinante la passeggiata da Caggiano a Viggiano. E il rapporto con il sole rimanda alle sorti umane e la luna invece il calendario che scandisce le tappe femminili». «Il libro raccoglie l’arte e la profondità del vivere – dice Vincenzo Esposito antropologo e docente a Unisa – viene fuori l’essere attraverso il racconto delle nostre vite. La storia di tutti si intreccia con la storia di ognuno». A conclusione i saluti dell’autore.

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