“Sono stato Primo cittadino per 32 anni: un periodo meraviglioso, esaltante, fatto di grandi soddisfazioni e anche di grandi difficoltà affrontate insieme. Rifarei tutto”
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Intervista a Natalino Barbato, una vita da Sindaco

“La fase più esaltante e più felice è stata quella relativa agli anni ’80 e agli anni’ 90, il periodo della ricostruzione del nostro paese che portava ancora tracce del dopoguerra”

Politica
Cilento giovedì 09 giugno 2022
di Angelo D'Ambrosio
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Natalino Barbato © n.c.

Sindaco, saluta tra pochi giorni i suoi due ultimi mandati consecutivi, cosa lascia in eredità’ al suo successore?
Devo dire che di base c’è anche un dispiacere da parte mia, perché la scelta di non ricandidarmi è stata strettamente personale, libera, non dettata da nessuna condizione esterna a differenza di quanto si è vociferato per un’eventuale mia incompatibilità. Ho convenuto per questa decisione, avendo notato l’entusiasmo legittimo degli aspiranti amministratori con i quali, ho condiviso il mio impegno per diversi anni. Ad un certo punto nella vita occorre anche fermarsi. È stato un lungo percorso, 42 anni complessivi nell’arco di tempo che va dal 1980 al 2022, nel quale ho fatto per 32 anni il sindaco e 10 anni il consigliere. Un periodo meraviglioso, esaltante, fatto di grandi soddisfazioni e anche di grandi difficoltà affrontate insieme. Rifarei tutto. Direi che ho ancorato la nave in porto, dopo aver attraversato tempeste anche bonacce, ma il nostro paese ha sempre goduto di una rappresentanza degna del suo nome e della sua immagine. Tuttavia le politiche, rispetto ad un tempo, sono notevolmente cambiate e le funzioni di un sindaco ne sono venute meno. Mi riferisco per intenderci, alle politiche del lavoro, alla crisi per via dello spopolamento che, non sono un problema del singolo comune, ma una questione connessa a politiche di ordine nazionale ed europeo. Oggi non si capisce questo accanimento verso i piccoli comuni da parte dello stato. Un tempo i rappresentanti venivano eletti dalla gente e operavano nell’interesse del territorio, ora questi governanti vengono nominati e non eletti, da gruppi di interessi molto forti e lontani dalle esigenze della popolazione, per questo si è perso il contatto con il proprio elettorato e a sua volta non esiste più il potere contrattuale del sindaco. È la più grande differenza tra gli anni `80 della “Prima Repubblica” con i suoi più grandi difetti, rispetto al tempo attuale. Inoltre, questo potere legislativo disconnesso, ha generato i presupposti per abbandonare i piccoli centri, incrementando il fenomeno dello spopolamento. Dal nostro canto abbiamo gettato alcune basi, per agevolare, tra le tante battaglie, l’avvicinamento dei grandi centri ai cittadini, come i i lavori della strada “Stio - Vallo della Lucania”, con un bel finanziamento di 3 milioni, che diventerà di percorrenza molto più veloce. Pertanto abbiamo perfezionato, la questione relativa alla “casa della salute” che, ebbe il finanziamento grazie alla precedente amministrazione nel 2009, ma per una serie di vicissitudini, la Regione Campania non attivò le procedure necessarie per partire e di conseguenza revocò il finanziamento di 5 milioni. Nel 2014 ho dovuto fare salti mortali per rimettere questa cifra in bilancio e riottenere il finanziamento. Quindi merito anche alla mia gestione, che ha fatto capire ai governanti regionali l’errore grosso di cancellare una situazione del genere su un territorio già emarginato. Non ultimo, il finanziamento del Consac, per la captazione di tre pozzi sorgivi, integrando così la rete idriga del comune. Inoltre c’è da sfruttare il finanziamento sul biologico, per il miglioramento delle coltivazioni in questa direzione, che è il nostro futuro. Purtroppo il Covid ha rallentato di molto queste fasi di crescita. 
    Ha amministrato il paese per diverse decadi, vedendone cambiare interi scenari storici che sicuramente avranno influenzato l’andamento amministrativo dagli anni ’80 ad oggi. Qual e’ stata secondo lei, la fase piu’ felice nell’arco dei suoi mandati e perche’?
La fase più esaltante e più felice è stata quella relativa agli anni ’80 e agli anni’ 90, il periodo della ricostruzione del nostro paese che portava ancora tracce del dopoguerra. Una serie di interventi mirati che ci hanno portati anche alla valorizzazione del centro storico, puntando nei primi anni ’90 al suo recupero. Mentre gli altri paesi pensavano ad altre cose, noi abbiamo puntato su questo guardando a lungo, volendo offrire sostenibilità e diversità, in senso di tranquillità caratterizzata dal suo aspetto estetico, un po’ sul modello della Toscana, influenzato dal fatto che ho tenuto i miei studi a Firenze. Tuttavia è stato un periodo molto bello perché eravamo un gruppo coeso, con una coincidenza di interessi e di valutazioni, quindi è stato molto facile e devo dire grazie anche all’apporto delle associazioni che, ci hanno pungolato nel fornirci valide proposte e suggerimenti, mi riferisco alle associazioni de “il Punto” e della “Pro Loco”.
    E la piu’ difficile? 
Gli anni difficili sono stati questi ultimi, per via del Covid e un turbinio di leggi che si rincorrevano, oltre alla struttura amministrativa che si stava depauperando per i dipendenti anziani e con esperienza che andavano in pensione. Mi sono ritrovato a fare l’archivista, il protocollante, il sindaco, il segretario e il ragioniere. 
    Facendo riferimento alla sua esperienza, quali consigli sente in dovere di dare alla prossima giunta comunale?
La mia stella polare a cui ho sempre fatto riferimento è lavorare solo e sempre nell’interesse del bene comune, non farsi dettare le scelte da interessi singoli o personali. Credo fermamente che in politica, occorra tenere dritta la barra al centro, mentre utilizzare l’istituzione come mezzo per ottenere il consenso è una sconfitta per tutti. Ovviamente oltre all’universale valore dell’onestà, trovare il metodo anche negli interessi di Stio in una sua collocazione contemporanea, che vada ben oltre i campanilismi, conservando, certo, le proprie radici senza metterci contro i paesi vicini. Da soli si va più veloci, ma insieme si va lontano e noi dobbiamo andare lontani e sono sicuro che, la prossima amministrazione terrà conto di tutto questo perché sono tutte persone degne e capaci.  
    Mi permetta un po’ di leggerezza nel porle questa domanda: ha deciso cosa farà’ da grande?
Bella domanda, sono sempre a disposizione di tutti, non ho ambizioni, né aspirazioni, alla mia età grazie a Dio ho avuto tutto quello che volevo e sono stato gratificato dall’amicizia di tante persone. Ho una serie di rapporti infiniti in tutta la provincia, grazie anche alla mia professione di medico. Questo mi offre la possibilità di dare una mano a chi me la chiede, non ho bisogno di poltrone o di cariche. Mi piacerebbe dare il mio apporto senza essere considerato un ferro vecchio e arrugginito, amo sempre Stio e resto a disposizione, soprattutto, nel nome di questo nostro glorioso paese che ci ha dato i natali. 

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