Il forte scontro politico, che troppo spesso è sfociato in scontro personale e privo di contenuti, ha lacerato il tessuto sociale

Capaccio-Paestum: The after day

Infatti, tra chi crede che un atteggiamento pragmatico sia non solo più decoroso ma anche più conveniente non trova in nessuna delle due fazioni un’affinità politica

Politica
Cilento lunedì 03 dicembre 2018
di Arturo Sica
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Comune di capaccio © Cilento Channel

Dopo i fuochi incrociati che hanno caratterizzato lo scenario politico delle ultime due settimane sembra che a Capaccio-Paestum sia ritornato un clima di fair play. Infatti, nell’attesissimo consiglio comunale, nel quale le due fazioni, maggioranza palumbiana e opposizione (Petragliana verrebbe da dire) si sono finalmente guardate negli occhi ed è ritornato un clima istituzionale che tanto è mancato al comune. Il forte scontro politico, che troppo spesso è sfociato in scontro personale e privo di contenuti, ha lacerato il tessuto sociale creando fazioni contrapposte tra chi sta col Sindaco Palumbo, chi con Associazione del Popolo e chi non condivide né l’uno e nell’altro modo di approcciare ai numerosi problemi che affliggono il territorio. Infatti, tra chi crede che un atteggiamento pragmatico sia non solo più decoroso ma anche più conveniente non trova in nessuna delle due fazioni un’affinità politica. La mancanza di un progetto a lungo termine e di una visione capace di traghettare Capaccio-Paestum fuori dalla crisi socio-economica ci obbliga a chiedere alla classe dirigente, sia di maggioranza che di opposizione: “Che ne è stato del programma elettorale in base al quale avete raccolto il vostro consenso?”

Certo che la promessa più importante per un politico è anche quella meno mantenuta. Perché tutte e due le fazioni, poi successivamente laceratesi, hanno un unico comun denominatore: un programma. Presentato e fatto votare da tutti gli elettori non una ma ben due volte un anno e mezzo fa e che sembra adesso sia finito nel doppio fondo di un cassetto di qualche scrivania situata chissà dove. Eppure il plebiscito del 25 giugno 2017 aveva conferito a questa classe dirigente non solo la forza ma anche la possibilità di mantenere gli impegni sottoscritti in campagna elettorale. Ora, però, dopo la spaccatura è anche legittimo che i protestatari comincino a discutere un programma alternativo senza per questo essere accusati di usurpare il consenso raccolto sulla base di altri scenari e altre prospettive presentate ai cittadini. Se il patto si rompe significa che una parte dei contraenti non lo ha rispettato ed è giusto che si faccia opposizione ma al solo scopo che quel medesimo patto venga solennemente rispettato e non malamente stralciato. Questo comporterebbe un tradimento a 360 gradi di tutte le parti politiche in gioco e una conseguente perdita di credibilità agli occhi dei cittadini.

Ora che i personalismi hanno preso il sopravvento e le opportunità politiche sembrano accecare i protagonisti, chi, o per meglio dire, come si riuscirà a mantenere quella solenne promessa fatta al popolo di Capaccio Paestum alle amministrative 2017?

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