Uscito sul Valcalore del 01/12/1999
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​ERA IL 1999: COMUNITA’ MONTANA, UN FUTURO DI AUSTERITA’ ED EFFICIENZA!

L’obiettivo principale è salvare l’Ente e renderlo protagonista in positivo della vita della Valle del Calore.

Politica
Cilento mercoledì 10 luglio 2019
di La Redazione
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Scorcio sede Comunità Montana Calore Salernitano © Unico

Donato De Rosa Presidente

Quarantasei presenti su cinquantasei, da anni non si vedevano in Comunità Montana, preannunciano un cambiamento di clima nel 1° appuntamento della nuova era dell’ente sovra comunale della Valle del Calore Salernitano. Affollatissima l’aula, consiliare e affollato anche il piccolo spazio destinato al pubblico che trova posto solo in piedi, le sedie non ci sono! Il posto lo trovano subito i posa cenere che, passando di mano in mano, faranno a gara per accogliere le innumerevoli sigarette fumate in un luogo pubblico chiuso rendendo l’aria ben presto irrespirabile! Eppure l’arrivo di molte facce nuove tra i Consiglieri lasciava ben sperare su un cambiamento di abitudini e atteggiamenti tra i banchi dell’Aula Consiliare. Il dott. Miniaci, chiamato a presiedere la seduta, non fa in tempo a chiamare l’appello nominale che già il neo – consigliere Giuseppe Vertullo candidato alla presidenza, di Valle dell’Angelo, interviene, prima, dichiarando la sua soddisfazione per essere presenti così numerosi alla seduta. Per, per una questione di principio, pone una questione di legittimità nei confronti dei consiglieri di Laurino nominati da un Consiglio Comunale sciolto dal Prefetto e chiede di annullare la convocazione dell’Assemblea. L’avv. De Rosa, altro candidato, confuta le tesi del giovane concorrente e chiede al Presidente di procedere con l’O.d.G.

Miniaci, di Albanella, senza nemmeno consultare la Segretaria Dott. De Simone e lo staff giuridico della C. M. presente al gran completo, accogliendo la tesi di Vertullo, dichiara nulla e illegittima la seduta e abbandona l’aula. Il momento è drammatico. Una parte dei Consiglieri lo seguono fuori dall’aula, ma 36 restano fermi al loro posto. Si insedia il nuovo consigliere anziano, Antonio Resciniti di Sacco, alla presidenza e, dopo diversi chiarimenti, sollecitati da De Feo di Altavilla e altri, con il parere favorevole della Segretaria e dell’ufficio di segreteria si procede alla convalida degli eletti e si avviano così i lavori. Due sono i documenti programmatici presentati con i relativi organigramma. Il Consigliere Acito di Altavilla ne chiede la lettura. Il primo viene letto dal presidente, i firmatari sono usciti dall’aula, il secondo da Donato De Rosa. Elementi portanti sono la specializzazione degli operai, valorizzazione delle risorse interne, istituzione di un regolamento di finanza, attenzione alla spesa evitando gli sprechi, agire con gradualità nell’azione amministrativa con obiettivi a breve, a medio e a lungo termine con verifiche puntuali in Consiglio ma soprattutto con riscontri sul territorio. Si apre la discussione. Marra di Piaggine, lamenta la poca coerenza tra il programma e gli uomini chiamati a realizzarlo denunciando i criteri che hanno determinato le scelte. Rivendica la necessità di un ritorno della politica e si augura che il Presidente vorrà utilizzare tutte le competenze presenti nel Consiglio. Il consigliere provinciale del CCD De Feo, riconosce a De Rosa la validità del documento, pone riserve sugli uomini che lo gestiranno e sospende il giudizio nei confronti della maggioranza che sarà valutata sui fatti. Acito evidenzia come l’assenza dei presentatori del primo documento impedisce un confronto efficace e si rivela che, abbandonare l’aula, è “un’arma impropria” che delegittima chi la usa. Riconosce validità alle proposte programmatiche ma sfida il presidente a passare dalla forma alla sostanza degli atti. Richiama l’attenzione sul fatto che tra 56 consiglieri non è stato trovato chi era in grado di assolvere al ruolo destinato ad un assessore esterno (Antonio Palmieri di Piaggine) e preannuncia che la maggioranza raccolta da De Rosa si infrangerà sugli scogli delle dispute localistiche. Il Dott. Cembalo di Altavilla denuncia la corsa alla poltrona ma nello stesso tempo invita ad aspettare i fatti prima di dare giudizi definitivi. Angela Pace di Capaccio, dichiara il sostegno alla Giunta che si sta varando ma non evidenzia che nella stessa Giunta non è rappresentato il Comune più grande della C.M. La votazione è favorevole a De Rosa, 33 sì e 3 astenuti. Anche Franco Sabetta, astenutosi nella votazione del 1° documento, vota a favore! Un applauso liberatorio sale dall’aula. Tutti si dirigono verso De Rosa per congratularsi. Visibilmente emozionato prende la parola e ringrazia tutti, gli amici e gli avversari, i suoi predecessori. Di Motta e Feola, il Commissario Ricciardi e i Consiglieri che hanno elevato critiche che sono state recepite e saranno tenute in considerazione nell’azione di governo della C.M. Il ruolo dei Consiglieri sarà valorizzato e la dialettica politica dovrà tornare nell’aula dell’Assemblea per renderla luogo di confronto di posizioni per fare in modo che gli eletti da pochi siano gli Amministratori di tutti. L’obiettivo principale è salvare l’Ente e renderlo protagonista in positivo della vita della Valle del Calore. L’ora è tarda. Tutti hanno fretta di tornare a casa per una domenica da passare in famiglia e quindi anche le valutazioni su quanto è successo vengono rinviate al giorno dopo. L’aula si svuota. L’aria torna respirabile. Anche il cronista ridiscende i tornanti di Roccadaspide con le idee confuse: quanto tempo dovrà passare per vedere un ente miracolato, appena uscito dal coma profondo, reagire alle cure, prendere forza e imporsi come protagonista della vita della Valle? Ci sarà bisogno di gesti semplici e limpidi e sperare che il vento non spiri troppo forte! Auguri…

A cura di Bartolo Scandizzo

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