Lui per primo sa che non gli saranno perdonati errori, come è successo ai suoi predecessori “autoctoni” proprio perché viene da “fuori”. Ma se il sindaco saprà “fare il sindaco” saranno prima i cittadini ad accorgersene

Alfieri presenta un piano triennale delle opere pubbliche che vale 341 milioni di Euro

341 milioni di “Bisogni”.

Politica
Cilento venerdì 11 ottobre 2019
di Bartolo Scandizzo
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Franco Alfieri © Unico

Franco Alfieri debutta in Consiglio Comunale caricando sul piatto della bilancia 341 milioni di opere pubbliche inserite nel piano triennale con il consenso unanime del consiglio comunale; sull’altro piatto c’è la disaffezione verso tante promesse fatte e inevase.

Infatti, si tratta di un piano redatto affondando a piene mani nel parco progetti lasciato in eredità dalle amministrazioni che lo hanno preceduto negli anni e che sono rimasti sogni nei cassetti in quanto i bisogni tradotti in proposte non sono mai arrivati a diventare progetti tantomeno ad essere candidati per essere finanziati. Gli importo previsti per la realizzazione delle opere relative a ben 87 le opere pubbliche sono 138 milioni nell’anno in corso, 156 milioni nel 2020 e 47 milioni nel 2021. Una volta portato a termine il programma di investimenti, se saranno trovate le risorse, il volto di Capaccio Paestum risulterebbe completamente diverso.

Il dibattito in Consiglio ha dato modo al sindaco di rendere palese la sua strategia amministrativa messa a punto durante i due mesi estivi nel corso dei quali ha ridotto al minimo le sue uscite pubbliche lavorando a tamburo battente all’organizzazione dello staff, alla creazione di un ufficio stampa per comunicare bene ciò che si fa e si ha intenzione di fare, per prendere coscienza della situazione in cui versano le casse comunali, per fare una ricognizione dei bisogni e per individuare i potenziali filoni di finanziamenti che possano soddisfarli: “Non si tratta del libro dei sogni ma dell’elenco minimo dei bisogni da soddisfare!”

Insomma, Alfieri ha fatto quello che meglio sa fare “il sindaco che sa fare il sindaco” dimostrando che non è arrivato sullo scranno più alto del Palazzo di Città per caso ma ha tentato e portato a termina la scalata alla carica di primo cittadino di Capaccio Paestum consapevole di poter dare il suo contributo per traghettare il comune e farlo diventare “città” non solo sulla carta.

“Se non si fosse trattato di Capaccio Paestum, mai avrei deciso di concorrere per la terza volta, in un comune diverso, ad occupare la carica di sindaco!” ha confessato nel corso del consiglio.

Tra gli altri argomenti all’O.d.G. del Consiglio c’era anche la ratifica dell’accordo per l’acquisizione del cinema teatro Miriam situato in piazza Santini a Capaccio Scalo. Il comune ha raggiunto un accordo con la proprietà per l’acquisizione del fabbricato che da tempo campeggia nel centro della città e che tutte le amministrazioni hanno messo al centro dei loro progetti di riqualificazione dell’antico “villaggio” progettato e realizzato da Carlo Santini al quale è intitolata la piazza.

L’accordo con la proprietà prevede la cessione al comune in cambio di un controvalore di 623,00 euro in locali immobiliari (400 mq) che si andranno a realizzare contestualmente alla ristrutturazione del fabbricato. Il tutto sarà formalizzato non appena gli organi competenti sovra comunali avranno verificato la congruità degli importi.

È stato facile gioco di Alfieri mettere fuori “gioco” le deboli proteste sostenute dal consigliere Franco Longo tese a far emergere il pericolo di potenziali penali da pagare dell’ente comune: “è stato risolto un problema che sia il programma di Voza sia quello di Sica prevedevano di voler affrontare!”

Infatti, non si contano le riunioni organizzate negli ultimi due decenni, con portabandiera il compianto Luigi di Lascio, proprio per incalzare le amministrazioni a prendere in carico il tema dell’assoluta mancanza nel territorio di una struttura dove la cultura potesse essere di casa.

Alfieri ha colto l’occasione della replica alle osservazioni dell’opposizione per richiamare l’attenzione su altre emergenze che dovranno essere prese in carico: il castello di Capaccio vecchia, la delocalizzazione del mercato ortofrutticolo, la realizzazione di un palazzetto dello sport, la realizzazione di impianti che risolvano il problema dei reflui prodotti dagli allevamenti bufalini con la costruzione di impianti che li trasformino in bio-metano,la realizzazione di parcheggi e l’urgenza di dare soluzione alle problematiche relative alla fascia costiera già per la prossima estate.

Infine, il “tre volte sindaco” in tre comuni diversi si lascia andare ad uno sfogo esistenziale: “la vera sfida che abbiamo davanti come amministrazione è dare ai giovani la possibilità di restare a vivere dove sono nati. È comprensibile che si vada via da comuni come Sacco e Piaggine – afferma Alfieri – ma è inconcepibile che una Città come Capaccio Paestum che dovrebbe fare da traino a tutto il sud della provincia di Salerno non sia in condizioni di dare spazio e occupazione ai suoi figli.”

Come è costume nella Città dei Templi, finita l’estate si comincia a rivolgere lo sguardo a come si muove chi amministra i beni comuni. I portici di Capaccio Scalo si ripopolano, i bar della varie contrade si rianimano,gli imprenditori turistici si incontrano nelle fiere internazionali e si confrontano con realtà che viaggiano a velocità doppia rispetto a loro, nelle stalle della filiera bufalina ci si sente accerchiati da problemi ambientali, sotto le serre della 4^ gammasi sente la necessità di dare più valore aggiunto ai prodotti, i genitori dibattono sul fatto che i loro figli stanno a scuola il 40% in meno dei loro coetanei del centro – nord, gli asili nido comunali sono un miraggio …

Il lavoro che ha davanti a sé il successore di Palumbo è immane. Ma lui stesso ne è consapevole, pertanto non deve far altro di cominciare da un capo e dipanare le tante matasse che sono nella cesta. Lui per primo sa che non gli saranno perdonati errori, come è successo ai suoi predecessori “autoctoni”, proprio perché viene da “fuori”.

Ma se il sindaco saprà “fare il sindaco” saranno per prima i cittadini ad accorgersene e a sostenerlo.

La lista indicata dal sindaco che è in “lista d’attesa” per entrare in gioco

Rete ciclabile, Depuratore, zona Pip, rete fognaria, recupero delle strade di accesso alla a Paestum, Fondi per il turismo, mobilità turistica nei pressi della stazione ferroviaria di Paestum, adeguamento sismico e ristrutturazione della Casa municipale a Piazza Orologio, al Capoluogo, recupero del centro storico del Capoluogo; acquedotto, regolarizzazione della confluenza dei fiumi Sele - Calore Lucano. Convogliamento dei reflui fognari dei comuni di Albanella e Altavilla Silentina all’impianto di depurazione di Varolato. Palazzetto dello sport Nuova stazione ferroviaria a Capaccio Scalo, Recupero dell'anfiteatro nell’Area Archeologica …

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