"A marzo avevamo una situazione critica, con due persone nel paese, il parroco e il messo comunale positive, che avevano avuto centinaia di contatti. Non conoscendo l’ampiezza del contagio, abbiamo chiesto la zona rossa."

Intervista a Modesto Lamattina, sindaco di Caggiano

“La grande fortuna è che da oltre 15 anni siamo la stessa squadra: quando un gruppo di persone ha a disposizione un arco temporale a medio e lungo termine si possono fare degli interventi incisivi. E questo è stato fatto.”

Politica
Cilento domenica 13 dicembre 2020
di Angela Cimino
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Caggiano © Unico

Vicesindaco nella precedente amministrazione, dallo scorso maggio 2019 Modesto Lamattina è il primo cittadino di Caggiano, piccolo centro di 2.700 abitanti situato al confine con la Basilicata, tra le valli del fiume Melandro a nord e del fiume Tanagro a sud, proveniente dal Vallo di Diano. Dall’alto dei suoi 828 m s.l.m., Caggiano è il secondo comune più alto della provincia di Salerno, dopo Montesano sulla Marcellana.

A poco più di un anno e mezzo dalla sua elezione, il sindaco caggianese fa una prima analisi della sua gestione, descrivendo gli investimenti fatti e i risultati conseguiti, incluso i programmi stravolti dal sopraggiungere della pandemia e le modalità di gestione dei contagi. Con ben 17 anni di esperienza politica alle spalle, Lamattina ribadisce l’importanza della programmazione a lungo termine e del lavoro di squadra per ottenere risultati profondi ed efficaci sul territorio.

Un bilancio di questo suo anno e mezzo come primo cittadino: attività e progetti che sta portando avanti, criticità che è riuscito a risolvere, nuove proposte…

Il tutto dipende dalla programmazione. La grande fortuna è che da oltre 15 anni siamo la stessa squadra: quando un gruppo di persone ha a disposizione un arco temporale a medio e lungo termine si possono fare degli interventi incisivi. E questo è stato fatto. In quasi 17 anni di vita amministrativa possiamo dire che Caggiano ha cambiato volto sia dal punto di vista infrastrutturale che per quanto riguarda i servizi. Avevamo delle criticità che sono state superate. Ad esempio, a livello infrastrutturale, dopo lunghi sforzi, l’anno scorso c’è stata l’apertura della strada provinciale per Salvitelle, chiusa da 15 anni per il crollo di alcune case nel centro storico. Abbiamo concluso i lavori di metanizzazione, che i caggianesi aspettavano da molti anni e in questi mesi stiamo ultimando i servizi legati alla fibra ottica, quest’ultimo elemento essenziale per uno sviluppo nel mondo digitale. Inoltre, c’è stato l’allacciamento alle fognature della maggior parte della popolazione caggianese e la graduale trasformazione a LED della pubblica illuminazione››.

Come molti comuni dell’entroterra salernitano, anche il territorio caggianese è interessato dai fenomeni dello spopolamento e dell’abbandono, in particolare del centro storico. Quali misura ha messo in atto per contenere tale fenomeno?

‹‹Come dicevo prima, il fatto della programmazione è importante e fondamentale. Quando sono entrato in amministrazione 17 anni fa, il primo atto che ho firmato è stato quello del recupero del castello, in completo abbandono e diroccato e questo è stato un po’ l’emblema della rinascita di Caggiano. In seguito, è stato fatto un ulteriore lavoro per quanto riguarda la pavimentazione e i sottoservizi per il centro storico; sono state tolte delle macerie che erano lì presenti da 50, 60 anni e recuperati due palazzi. In questi giorni è in appalto, sempre per quanto riguarda il centro storico, il recupero delle facciate lungo gli assi principali. Come Comune rifaremo tantissime facciate alle abitazioni, cambieremo gratuitamente gli infissi e metteremo in sicurezza quella parte del centro storico che, con il terremoto del 1980, aveva subito dei danni e portato parte della popolazione a spostarsi verso l’esterno in altre zone del paese. Investimenti imponenti degli ultimi 17 anni hanno riguardato, oltre al castello e ai due palazzi succitati, anche le mura di cinta, un anfiteatro e, attualmente, è in appalto un ulteriore progetto per quanto riguarda l’estremità del paese denominata “Marvicino”, dove rifaremo tutta la pavimentazione e la renderemo accessibile anche alle persone diversamente abili.

È vero che Caggiano è soggetto a spopolamento, ma con una percentuale di molto inferiore alla media nella provincia di Salerno. Noi abbiamo cercato di investire sotto il profilo infrastrutturale: abbiamo due aree PIP, dove ci sono aziende anche importanti››.

Dal punto di vista paesaggistico-naturalistico, Caggiano offre moltissimo per la sua posizione naturale. Ci sono progetti in merito in grado di rendere il paese un attrattore turistico per il Vallo?

‹‹Negli anni passati in collaborazione con la Comunità Montana Tanagro-Alto e Medio Sele sono stati realizzati diversi sentieri naturalistici perché abbiamo la fortuna di avere tante attrattive, dalla montagna al fiume Melandro con le sue attrazioni naturali. Ci sono dei progetti in atto anche per fare dei percorsi attrezzati, che fanno parte di quei progetti che la pandemia ha rallentato. È in cantiere anche la ripresa di alcuni sentieri escursionistici e la realizzazione di una strada ferrata nella zona di Capo la Serra. A breve cominceranno i lavori di recupero del sentiero dei templari, già appaltato, che parte da sotto Caggiano e arriva a una delle tre porte di accesso al centro storico. Inoltre, illumineremo e metteremo in sicurezza Santa Venere, una cappellina medievale diroccata situata sul promontorio del paese››.

Emergenza Covid-19: durante il primo lockdown ha dovuto gestire una situazione difficile…

A marzo avevamo una situazione critica, con due persone importantissime nel paese, il parroco e il messo comunale positive, che avevano avuto centinaia di contatti. Non conoscendo l’ampiezza del contagio, come Comune abbiamo chiesto la zona rossa. Grazie al lavoro di squadra del centro operativo comunale (COC), composto da persone specializzate ciascuna nella propria materia, e al prezioso aiuto dei carabinieri, anch’io come sindaco, che pure ho maturato una lunga esperienza in protezione civile, in particolare nella gestione delle emergenze, ho potuto partorire tecnicamente delle ordinanze specifiche, che ci hanno permesso di arginare i contagi ed essere dei punti di riferimento per quanto riguarda il lockdown di marzo. Le nostre ordinanze, infatti, sono servite da modello, nel senso che sono state poi adottate negli altri comuni e, attualmente, le fanno identiche in tutti i comuni d’Italia. Fra queste, la chiusura dei negozi e l’approvvigionamento davanti ad essi, l’entrata scaglionata, la misurazione della temperatura, l’utilizzo dei saturimetri per monitorare i pazienti Covid.

E per quanto riguarda questa seconda ondata? Com’è la situazione dal punto di vista dei contagi?

‹‹Dopo i 6 positivi totali che abbiamo registrato, attualmente la situazione è sotto controllo. I cittadini hanno fiducia in me e mi seguono.

A marzo sono stato descritto come sindaco-sceriffo per i provvedimenti presi. Era la verità, ma questo ha salvato tantissime persone. Grazie a queste decisioni ferme e alla collaborazione dei carabinieri, ne siamo usciti. La morte, poi, di don Alessandro, giovane parroco di 46 anni, è stata da monito.

Purtroppo, questa estate ho notato che solo a Caggiano facevamo una attività di tracciamento. Siamo stati uno dei pochissimi comuni a tracciare persone che venivano dall’estero o da fuori, tramite l’iscrizione su una piattaforma o comunicazione via mail e grazie a ciò siamo riusciti a individuare una persona positiva proveniente dalla Germania. A Ferragosto ho fatto un’ordinanza per l’uso obbligatorio delle mascherine. La nostra linea guida è stata da sempre la prudenza e anche per questo questa seconda ondata non è stata così pesante. I cittadini ci hanno seguiti e si sono resi conto dell’importanza delle tre regole fondamentali – lavaggio delle mani, mascherina e distanziamento -. A differenza dei comuni limitrofi dove c’è stata un’estate “allegra” e che ora contano decine e in qualche caso centinaia di contagiati, quei comuni, che si sono distinti sotto il profilo della prudenza come il nostro, hanno dei numeri ridottissimi di contagi››.

E da un punto di vista socioeconomico? Quanto graverà, a suo avviso, questo secondo lockdown?

‹‹Tantissimo sull’economia perché ci sono i riflessi macroeconomici. Siamo un piccolo comune del sud Italia, un granello in un ingranaggio mondiale. La nostra economia, a parte qualche grande azienda, offre soprattutto servizi e si basa su attività legate principalmente alla meccanica e all’agricoltura biologica. Con l’avvento del Covid sicuramente ci saranno delle ripercussioni, tenendo presente che l’Italia si doveva ancora riprendere bene dalla recessione del 2008››.

Ci sono stati casi di attività commerciali che hanno chiuso definitivamente?

‹‹Non ci sono aziende che hanno chiuso, ma la vedo dura. Noto, tuttavia, nel Governo la disponibilità a fare degli interventi specifici, ad esempio quelli legati alla ristrutturazione edilizia. Di aziende che lavorano nell’attività edile a Caggiano ce ne sono. Io spero solo che si cercherà di valorizzare al massimo questi fondi, evitando di fare la fine del terremoto dell’80, quando c’è stato un flusso di denaro impressionante che ha arricchito chi era già ricco e ha finito di impoverire chi era già povero. Noi dal basso cercheremo di dare delle indicazioni, ma ci si deve rendere conto che si tratta di un’occasione irripetibile. Se vogliamo far diminuire il divario tra Nord e Sud, questa può essere un’occasione imperdibile. Occasione per livellare anche dal punto di vista assistenziale e delle carenze infrastrutturali, rispetto soprattutto alle città del Nord››.

Concluda Lei questa intervista con un messaggio per i suoi concittadini …

‹‹I cittadini di Caggiano sono stati esemplari nel loro comportamento proprio perché hanno capito la gravità della situazione e, fatta eccezione per qualche sparuta polemica, hanno capito che è il loro comportamento che fa la differenza non solo nei loro confronti, ma dell’intera comunità. Il mio messaggio per loro è un messaggio di ottimismo››.

(Caggiano, 30.11.2020)

Intervista a cura di Angela Cimino

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