Il Vallo di Diano non ha nessun tipo di collegamento ferroviario alla rete nazionale

Angelo Paladino: “Alta Velocità, la scelta di RFI è ponderata e meditata”

Un esplicito punto di vista di un amministratore che ha osservato ciò che è accaduto durante questo tempo e riflette ad alta voce per avviare politiche concrete sul da farsi nell’immediato

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Cilento domenica 12 giugno 2022
di Antonella Citro
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Angelo Paladino © n.c.

“Ho seguito i resoconti giornalistici relativi all’incontro, tenutosi la settimana scorsa a Vallo della Lucania, sul tema “L’inganno dell’Alta Velocità SA/RC – 30 miliardi per un pugno di minuti”, rimanendo attonito ed amareggiato per i toni e i contenuti del dibattito, dichiaratamente ostile alla scelta effettuata da RFI a favore del tracciato verso il Vallo di Diano”, è l’incipit della lettera aperta a firma dell’avvocato Angelo Paladino già assessore provinciale sulla questione inerente il tratto dell’Alta Velocità nel Vallo di Diano. “Molti dei relatori presenti al dibattito si sono impegnati, nel recente passato, affinchè l’Alta Velocità si realizzasse, senza se e senza ma, ed attraversasse il Cilento con una fermata a Sapri – prosegue Paladino - e ciò in alternativa al previsto passaggio nel Vallo di Diano. I numerosi incontri, a vari livelli, sollecitati dai comitati e da amministratori e politici, erano finalizzati solo ad ottenere lo spostamento del tracciato verso il Cilento. In tali occasioni nessuno ha mai sollevato dubbi e perplessità sulla necessità di una tale infrastruttura, né sulla entità della relativa spesa. Quando Rete Ferroviaria Italiana, dopo aver effettuato le consultazioni di rito con i portatori di interesse locali, ha confermato, motivandola compiutamente, la scelta di un tracciato che attraverserà il Vallo di Diano, immediatamente e pretestuosamente i toni e gli argomenti sono cambiati. Si è gridato subito all’inganno, al sopruso e l’infrastruttura, che prima rappresentava un’opportunità unica per lo sviluppo del territorio, è diventata, improvvisamente, inutile, dannosa, vero e proprio spreco di denaro pubblico, con minaccia, fra l’altro, di improbabili e temerarie iniziative pseudo-giudiziarie”. Prende fiato e dice: “Mi pare di capire che se la scelta fosse stata diversa, l’opera sarebbe stata un investimento utile ed indispensabile, mentre sarebbe vero il contrario, solo perché la scelta è caduta in favore del Vallo di Diano. È veramente avvilente assistere ad un tale indecente spettacolo di doppiezza culturale e politica, che favorisce un preoccupante clima di astio e contrapposizione fra popolazioni e territori contigui, che hanno bisogno di dialogare e di configurare, insieme, un progetto di sviluppo comune, equilibrato e diffuso. Non è certamente vero, come lamentato, che il Cilento resterebbe tagliato fuori dalla decisione di RFI. La rete ferroviaria, a doppio binario, è presente da sempre su tale territorio servendo tutte le località turistiche e non vi è alcun segnale di ridimensionamento”. L’avvocato Paladino, esprime il suo pensiero così: “La variante alla S.S.18 rappresenta un valido ed efficace collegamento stradale, sia a nord che a sud, con l’autostrada Salerno - Reggio Calabria. Le Vie del Mare sono state, negli ultimi tempi, ulteriormente potenziate e rappresentano la modalità di trasporto collettivo più avanzata e sostenibile. È vero che, invece, il Vallo di Diano, anche per responsabilità, di un ceto politico, spesso distratto e disunito, è privo di qualsiasi collegamento ferroviario alla rete nazionale, oltre ad essere stato privato di essenziali servizi pubblici (Tribunale, Carceri, ecc.), servizi questi fortunatamente presenti nel Cilento”. Poi termina: “In un periodo nel quale le guerre, purtroppo, non mancano bisognerebbe che chi ha responsabilità politica e amministrativa, favorisse la pace in ogni ambito, evitando di diffondere ambiguità, ostilità e doppie verità di comodo. Ho, però, il convincimento che gli stessi, che oggi scandalizzati e risentiti si comportano in tal modo, da qui a qualche mese verranno, disinvoltamente, nel Vallo di Diano per chiedere, con una grande faccia tosta, il voto e il consenso per la propria candidatura e per il proprio partito, in nome del “volemose bene”. Vedrete che sono stato facile profeta”. Un esplicito punto di vista di un amministratore che ha osservato ciò che è accaduto durante questo tempo e riflette ad alta voce per avviare politiche concrete sul da farsi nell’immediato.

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