Il Carnevale cardilese. Dal 23 al 25 febbraio il borgo cilentano darà vita a interessanti iniziative per festeggiare uno dei momenti più divertenti, colorati e folcloristici dell'anno

Carnevale a Cardile

In rima cardilese e con tanta ironia, Carnevale, che è prossimo alla morte per aver mangiato troppo, lascerà in eredità qualcosa a tutte le famiglie di Cardile. Lunedì 24 sarà dedicato maggiormente ai bambini.

Spettacolo
Cilento lunedì 24 febbraio 2020
di Ilaria Longo
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Carnevale a Cardile © Unico

A Cardile tre giorni di divertimento per il Carnevale organizzato dall'ACS "Martiri Riccio", dall'Azione Cattolica e dall'oratorio "S. Giovanni Bosco". Dal 23 al 25 febbraio il borgo cilentano darà vita a interessanti iniziative per festeggiare uno dei momenti più divertenti, colorati e folcloristici dell'anno. Il pomeriggio di domenica 23, oltre all'immancabile quadriglia a cura del gruppo di ballo cardilese, sfilerà il carro con Carnevale e Quaresima e si terrà il processo e poi il testamento di Carnevale. In rima cardilese e con tanta ironia, Carnevale, che è prossimo alla morte per aver mangiato troppo, lascerà in eredità qualcosa a tutte le famiglie di Cardile. Lunedì 24 sarà dedicato maggiormente ai bambini ai quali sarà spiegato il senso della Quaresima dal punto di vista liturgico. Per loro, poi, anche una festa in maschera tra decorazioni e tipici dolci di questo momento dell'anno. Una delle novità più belle di questo Carnevale cardilese, però, è il recupero di una tradizione antica e indimenticata: il "chiavone". In tutte e tre le serate, infatti, sarà possibile vedere alcuni "chiavoni" realizzati negli anni passati e martedì pomeriggio si potrà assistere al "chiavone" che sarà "menato" per il Carnevale 2020. Il "chiavone" è una tradizione tipicamente cardilese le cui origini si perdono nel tempo. A chi, nel corso dell'anno, aveva commesso un fatto strano (e dai contorni comici) veniva "menato il chiavone", un componimento poetico in rima baciata e in vernacolo che ripercorreva la sventura compiuta dal paesano. Questo momento ricco di risate terminava con l'invito, da parte di chi aveva "subito il chiavone", a entrare a casa sua per mangiare salumi e bere buon vino. La tradizione del chiavone, nonostante le modifiche che il passare del tempo ha imposto, è ancora viva nella comunità cardilese; era ed è rimasto un modo per stare insieme, per far sentire la presenza dei compaesani – seppur in modo scherzoso e forse invadente – alle persone che avevano combinato delle “marachelle”. Pregevole, dunque, la volontà di dare importanza a questa tradizione poiché la conoscenza e il recupero del passato restano sempre le armi migliori per vivere con maggiore consapevolezza il futuro.

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