Unico Patrimonio n.1 Febbraio 2023
Parchi regionali in Italia, la vera stagione dello sviluppo sostenibile
Per un approfondimento più esteso consiglio la lettura della Treccani, in un testo dello storico italiano Luigi Piccioni.
Con la nascita delle Regioni nel 1970 si può dire che ha inizio una vera stagione per le aree protette italiane.Sino ad allora non erano mai state promulgate leggi di riferimento quadro sulla istituzione di parchi, Piani di gestione e soprattutto collegamenti tra La pianificazione del territorio delle aree protette e quella del territorio in generale.
E' infatti con l'istituzione delle Regioni e la delega a loro del tema della pianificazione che vengono approvate leggi di natura urbanistica nuove, dopo che lo Stato continuava ad avere solo la vecchia legge 1140 del 1942 (legge ancora oggi mai rivista ed adeguata).
La Lombardia con l'istituzione del primo parco Regionale sul Ticino ed a seguire il Piemonte e la Liguria con il Lazio, sono le Regioni che muovono i primi passi con leggi quadro a valle delle quali verranno istituite decine di nuove aree protette.
Ma grazie alle Regioni e ai nuovi enti parco per la prima volta nasce anche un sistema di Coordinamento tra le aree protette nazionali, grazie all'iniziativa del parco del Ticino della Mandria dell'Alta valle Pesio e Tanaro e di San Rossore. Con il Coordinamento nasce anche il portale nazionale dei parchi che oggi é ancora il luogo di informazione più importante e completo sulle realtà delle aree protette italiane.146 parchi naturali 419 riserve naturali sono gestite dalle amministrazioni regionali e sono alcune migliaia i dipendenti dei parchi regionali in un comparto che necessiterebbe di nuovi quadri tecnici e di un piano formativo nazionale e coordinato.Migliaia le occasioni di eventi e proposte turistiche o educative, come migliaia i prodotti locali o le strutture dell'ospitalità e ristorazione. Centinaia i progetti di conservazione e ricerca e la gestione dei piani territoriali che interessano migliaia di Comuni italiani a fronte dei circa 500 dei Parchi nazionali.
Regionali sono poi le aree protette che sorgono in luoghi simbolo dei paesaggi italiani: l'Etna, il Delta del Po, il Monviso, il corso del fiume Po, le Alpi Marittime, angoli unici delle Dolomiti, o della Toscana come le Alpi Apuane, San Rossore e la Maremma e poi ancora le aree archeologiche e naturali intorno a Roma o il Conero ad Ancona.
Ma pur rappresentando molto per il nostro Paese il loro ruolo non è stato valorizzato ed anche una loro integrazione a livello nazionale in un sistema di relazioni con le aree protette nazionali non è mai stata raggiunta.
Il futuro? E denso di ombre anche a causa delle annunciate riforme costituzionali sulla autonomia regionale differenziata, con buona pace della natura, della flora e della fauna, che non vivono seguendo confini, ma superandoli ostinatamente, sempre alla ricerca di nuovi ambienti in cui vivere, e che lungo il nostro stivale hanno potuto trovare mille opportunità, non sappiamo però ancora per quanto, dopo che l'indifferenza generale ha iniziato ad interessare troppo gli scrigni di natura del Bel Paese e le sue istituzioni, luoghi di scambio politico più che di sapiente gestione dell'ambiente. Intanto buona lettura e scoperta di realtà che per dovere civile dovremmo tutti curare come i tesori della nostra Nazione, partendo dagli esempi qui illustrati nello speciale di Unico Patrimonio: Adamello Brenta, Alpi Apuane, Alpi Liguri, Appia antica, Asinara, Campo dei fiori Varese, Delta del Po, Dolomiti friuliane, Dolomiti D'Ampezzo, Gallipoli, Guardiaregia, Madonie, Mont Avic, Paternó, Serre Calabria, Simone Simoncello, Sirente Velino, Abruzzo Lazio e Molise, Trasimeno, Valsesia.
Per un approfondimento più esteso consiglio la lettura della Treccani, in un testo dello storico italiano Luigi Piccioni.
https://www.treccani.it/enciclopedia/regione-earee-protette_%28L%27Italia-e-le-sue-Regioni%29/
