Potrebbe appartenere a un tempietto nei pressi del quartiere artigianale della città

Paestum: trovato un altro monumento dorico

Come spiega il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, la zona in passato ha restituito una stipe votiva, con statuette fittili di divinità femminili in trono e frammenti ceramici databili tra VI e III...

Turismo
Cilento lunedì 24 giugno 2019
di La Redazione
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Paestum: trovato un altro monumento dorico © Unico

Togliendo quello che negli anni era divenuta una vera e propria giungla che copriva il versante occidentale delle mura di Paestum, gli archeologi del Parco Archeologico si sono imbattuti in una scoperta del tutto inattesa: capitelli, colonne, cornicioni e triglifi di un edificio dorico nella città dei templi. La scoperta più sorprendente consiste in un pannello, probabilmente una metopa, in arenaria decorata con tre rosette a rilievo, come sono note anche in altri edifici dorici costruiti tra VI e V sec. a.C. a Paestum e nel suo territorio. I lavori di pulizia delle mura sono stati avviati pochi giorni fa nell’ambito di un progetto europeo finanziato con fondi strutturali e funzionale al restauro e alla riqualificazione della cinta muraria dell’antica Paestum, lunga circa 5 km.

Gli elementi architettonici, di estremo interesse anche per la presenza di tracce di intonaco e pittura color rosso, sembrano essere stati accumulati lungo le mura nell’ambito di lavori agricoli a partire dagli anni ’60. Sembrano appartenere ad un edificio di dimensioni minori – un tempietto o un portico (stoà) – che risalirebbe allo stesso orizzonte della Tomba del Tuffatore e del Tempio di Athena (fine VI/inizi V sec. a.C.).

Come spiega il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, la zona in passato ha restituito una stipe votiva, con statuette fittili di divinità femminili in trono e frammenti ceramici databili tra VI e III sec. a.C. Si trova nelle vicinanze di quello che con molta probabilità era il kerameikos di Paestum, il quartiere artigianale dove si fabbricavano i famosi vasi dipinti della città. “Ora, da qualche parte tra quartiere artigianale e cinta muraria doveva trovarsi il nostro edificio, un vero gioiello dell’architettura dorica tardo-arcaica.” Resta la domanda: dove esattamente. Il Parco, fa sapere il direttore, contestualmente al recupero degli elementi che sono stati trasportati in deposito dove saranno sottoposti a una serie di analisi e interventi di consolidamento, ha informato il Direttore Generale per l’Archeologia, Gino Famiglietti e il Soprintendente delle province di Salerno, Avellino e Benevento Francesca Casule, per concordare una strategia di intervento e di indagine condivisa.

Maggiori dettagli sono stati presentati dal direttore del Parco e dal Soprintendente in una conferenza stampa, il 19 giugno a Salerno, presso la sede della Soprintendenza, in via Torquato Tasso, 46.

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