Unico Patrimonio n.3 Giugno 2023

Mille anni di storia al centro dell'Europa: borgo castello crocevia di popoli e culture

Gorizia

Unico patrimonio
Cilento venerdì 25 agosto 2023
di La Redazione
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Friuli Venezia Giulia © web

Friuli-Venezia Giulia

“Mille anni di storia al centro dell’Europa: Borgo Castello crocevia di popoli e culture”. Borgo Castello, nel comune di Gorizia, verrà interessato da un progetto di rigenerazione urbana per implementarne la riqualificazione degli spazi, con interventi volti, da un lato, alla rigenerazione culturale, sociale ed economica capaci di migliorare l’attrattività dell’area e favorire l’insediamento di nuove attività produttive sensibili al contesto locale e ai nuovi residenti, e, dall’altro lato, a rendere fruibili quattro nuovi contenitori che saranno a disposizione degli attori culturali locali. Viste le potenzialità attrattive dell’area e stante l’approssimarsi del 2025 che vedrà Borgo Castello fulcro di tutte le iniziative per Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025, il progetto risponde alla necessità di avviare sin d’ora il processo di rigenerazione urbana in vista di questo importante appuntamento.

Storia

È probabile che inizialmente una serie di strutture difensive come un terrapieno, un fossato, una palizzata precedettero la costruzione di un torrione o mastio di pietra nel XI secolo, il quale fu ampliato ulteriormente durante il XIII secolo con l'aggiunta di un palazzo signorile e un edificio di due piani. In questo stesso periodo era sicuramente presente un borgo al di fuori della palizzata provvisto a sua volta di una barriera difensiva e composto da case costruite obbligatoriamente in muratura, imposizione data ai residenti che si aggiungeva a quella di difendere il castello in caso di attacco.

La prima raffigurazione del castello è risalente al 1307 impressa sul sigillo concesso alla città da Alberto II, sebbene la figura sia molto stilizzata si riesce a distinguere chiaramente il mastio. È probabile che intorno al 1350 il castello avesse sembianze simili a quello di Bruck presso Lienz.

Alla morte di Leonardo, l'ultimo conte di Gorizia, avvenuta nel 1500 il feudo e il castello di Gorizia divennero proprietà di Massimiliano I d'Asburgo imperatore del sacro romano impero; il quale, pur rinforzandone le difese, nel 1508 perse la fortificazione e il territorio che caddero nelle mani della Repubblica di Venezia, la quale rivendicava la successione della contea.

Sotto la Serenissima il castello ebbe un'ulteriore opera di fortificazione per renderlo più adatto alla guerra rinascimentale che comprendeva l'utilizzo delle armi da fuoco, tra le varie modifiche apportate venne anche abbattuto il mastio dell'XI secolo; tuttavia, Venezia riuscì ad occupare il territorio per soli tredici mesi fino al giugno del 1509.

Nel secolo successivo il castello venne utilizzato come carcere e come caserma e perdette il suo aspetto medievale. Nel XVIII secolo venne ulteriormente ampliato con bastioni, polveriere e muraglioni, la costruzione di alcune di queste opere furono supervisionate dal matematico e astronomo Edmond Halley.

Il castello fu danneggiato durante i bombardamenti della Prima guerra mondiale e oggetto di un restauro filologico negli anni che vanno dal 1934 e il 1937 dall'architetto Ferdinando Forlati con l'aiuto del genio militare e della soprintendenza delle Belle Arti di Trieste. Si decise di ritornare ad un aspetto medievale del castello e di abbandonare l'intonacatura bianca che la costruzione aveva acquisito durante il rinascimento.

 

Il progetto

Riempire nuovamente di vita l’area che gravita su Borgo castello, fra cui le vie Rastello, Cocevia e Monache, questo l’obiettivo del progetto “Attrattività dei Borghi” volta a rigenerare quel patrimonio culturale di città e paesi che, nel corso del tempo, hanno perso il loro ruolo attrattivo e sociale, e sono diventati quasi marginali rispetto ai centri cittadini.

Non sono state poche le polemiche relative al fatto che destinatario del finanziamento è stato il comune di Gorizia che, come denuncia l’associazione “Mi riconosci”, “Tra i comuni che si sono candidati per ricevere il finanziamento in Friuli-Venezia Giulia. Gorizia sembrava la più inadatta e non rispondente ai requisiti e alle finalità del Piano Borghi: il finanziamento era destinato a piccoli borghi che devono affrontare difficoltà come spopolamento e abbandono, carenza di infrastrutture e collegamenti”. Se Gorizia aveva bisogno di fondi per arrivare pronta al 2025, quando sarà capitale europea della cultura insieme a Nova Gorica, avrebbe potuto attingere da altre fonti di finanziamento, senza togliere ai più piccoli borghi friulani l’opportunità di mettersi in gioco per la propria conservazione e valorizzazione.

Intanto, il progetto del Comune di Gorizia entra nella fase che prevede il riuso e adeguamento di immobili e spazi pubblici, arredi, attrezzature e dotazioni tecnologiche, artigianato artistico e creativo e di design, itinerari/percorsi culturali, storici, tematici, percorsi ciclabili e/o pedonali, workshop e laboratori formativi, attività e servizi culturali, spazi di co-working e di studio, tutela del patrimonio della cultura immateriale.

In ogni caso, per Gorizia si tratta di una nuova e straordinaria opportunità di ridare vita all’area gravitante su Borgo castello con l’0biettivo di riempirla nuovamente di residenti e attività commerciali, ricettive e di ristorazione ma anche di laboratori artistici e culturali.

Ovviamente il Castello, che ora ospita il museo medioevale di Gorizia e da quale prende il nome il borgo sottostante, sarà al centro di un poderoso investimento di risorse per renderlo ancora più attrattivo e ricco di opportunità culturali.

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