Nel cuore pulsante della Basilicata, Craco si erge come un monumento silenzioso al passato, abbandonato ma incredibilmente vitale.
Questo paese fantasma, arroccato su una collina, non è solo una testimonianza di epoche passate, ma un simbolo di come la bellezza e la storia possano essere trasformate in opportunità economiche e occupazionali.
Craco, con il suo panorama mozzafiato e l’atmosfera suggestiva, è diventato un esempio di turismo organizzato e sostenibile, capace di attrarre visitatori da tutto il mondo e di creare opportunità di lavoro per la comunità locale.
Inoltre, Craco si configura come un vero e proprio museo emozionale da visitare, dove il passato e il presente si intrecciano in modo unico e coinvolgente.
Recentemente, ho avuto l’opportunità di visitare Craco insieme a Rosi Di Stasi Oristanio, presidente dell’associazione APS Pasquale Oristanio di Felitto (Salerno) e socia e volontaria attiva del Touring Club Italiano, e a Pasquale Lista, capogruppo della minoranza del comune di Roscigno.
Questa visita è stata organizzata in risposta al mio appello su Facebook del 23 luglio 2024, mirato a scoprire come il modello di sviluppo di Craco potrebbe ispirare e guidare la rinascita economica e turistica di Roscigno Vecchia e di altri splendidi paesi abbandonati del Cilento.
Rosi, visibilmente emozionata, descrive la sua esperienza con parole piene di passione: “Oggi ho avuto la fortuna di visitare un paese fantasma che crea reddito e occupazione. Passeggiando tra le vie silenziose di Craco, ho sentito quasi le voci degli abitanti di un tempo, come se le mura di queste case abbandonate volessero raccontare la loro storia. Mi è sembrato di rivivere le esperienze che ho vissuto in Germania, quando tutto il consiglio comunale, insieme ai tecnici, organizzava queste gite per visitare luoghi che avevano già implementato delle migliorie, per prendere esempi ma anche per nutrire le menti dei consiglieri, confrontandosi. Craco è un paese abbandonato come altri che esistono nel Cilento, ma qui c’è un’organizzazione che regola il flusso dei turisti, porta economia ed è tutto pulito. Perché è un turismo organizzato.”
Il suo racconto è pieno di vivide immagini e di una profonda consapevolezza di quanto un’organizzazione efficiente possa trasformare un luogo dimenticato in una destinazione turistica viva e attiva.
Le visite guidate, le storie avvincenti narrate dalle guide, e la cura nel mantenere il borgo pulito e ordinato fanno di Craco un modello da seguire.
L’atmosfera che si respira è quella di un luogo che, pur portando le cicatrici del tempo, è riuscito a rinascere grazie a un turismo che celebra la sua storia e la sua identità.
Dopo aver esplorato Craco, il nostro gruppo si è diretto ad Aliano, un altro piccolo gioiello della Basilicata noto per essere stato il rifugio di Carlo Levi.
Anche qui, la storia e la cultura sono valorizzate in modi che incantano turisti e studiosi.
“Essendo socia e volontaria attiva del Touring Club Italiano, ogni visita è per me un’opportunità per scoprire e celebrare la bellezza dei luoghi nuovi,” afferma Rosi. “Poi, per coronare la grandiosa giornata, siamo stati ad Aliano, un paese che ha la Bandiera arancione del TCI, e siamo stati sulla tomba di Carlo Levi. Una giornata ricca di storia.”
Anche Pasquale Lista è tornato a casa ispirato e con nuove idee.
Osservando il modello di sviluppo turistico di Craco, ha visto una luce di speranza per Roscigno Vecchia, il suo paese fantasma: “Roscigno Vecchia e Craco, due borghi abbandonati diversi ma con numerose similitudini nel loro destino,” riflette Pasquale.
“Ascoltando la storia raccontata sapientemente dalla guida che ci ha accompagnato, sembrava a tratti che stesse parlando di Roscigno Vecchia. Ho trovato una buona organizzazione per la gestione del borgo e credo che quel modello, personalizzato alle caratteristiche e alle esigenze della nostra Roscigno Vecchia, possa essere adatto per creare dei posti di lavoro e offrire al turista un buon servizio. Basta solo volerlo e, soprattutto, crederci.”
Pasquale vede in Craco un esempio virtuoso da cui Roscigno Vecchia potrebbe trarre ispirazione per sviluppare un modello di turismo sostenibile e organizzato, capace di rivitalizzare l’economia locale e di preservare il patrimonio culturale del paese.
La visita a Craco, insieme a Rosi e Pasquale, ha dimostrato che anche i borghi dimenticati possono diventare epicentri di sviluppo e speranza.
Le riflessioni di Rosi e Pasquale rappresentano un desiderio condiviso: quello di guardare al futuro dei propri borghi con occhi pieni di speranza, imparando da modelli di successo e trasformando queste esperienze in realtà locali.
Craco, con la sua storia di abbandono e rinascita, si erge come un faro di possibilità per borghi italiani come Roscigno Vecchia e altri splendidi paesi abbandonati del Cilento, pronti a riscrivere il loro destino attraverso un turismo consapevole e sostenibile.