Si è spenta presso in ospedale a Verona, dove era ricoverata per un intervento chirurgico, il 25 settembre del 2024
Lucia Gonnella, prima collega, poi amica, infine una donna che mi ha confidato molto della sua vita che non conoscevo … non riesco a piangere per la sua scomparsa perché la notizia mi ha lasciato senza parole e afono di sentimenti tristi.
La sua vita ha sfiorato più di una volta la mia e quella di Gina, mia moglie, con la quale è stata compagna e collega in tante esperienze di vita e lavoro.
Lei, come noi, si trovò giovanissima ad intraprendere la carriera di insegnante in provincia di Varese alla fine degli anni settanta del secolo scorso. Come tante altre ragazze arrivate dal Sud, andò a vivere presso le suore di Casbeno. Lì conobbe Salvatore, suo amico e compagno di vita vissuta all’unisono finora.
Anche loro tornarono alla terra dei padri per reinventarsi una vita senza rinnegare le esperienze fatte altrove e reinvestite per far crescere i bambini delle scuole nostrane. Ed è proprio nel 1° circolo Didattico di Capaccio Paestum che ci siamo incontrati come colleghi e, con il tempo, diventati amici di famiglia.
La sua voglia di vivere a pieno la funzione docente non poteva non colpire chi, collega o genitore dei bambini che le erano affidati, la conosceva entrando in contatto con lei.
Così fu anche per me che mi lanciavo in “avventure” educative che sfioravano la temerarietà. Proprio perché me la sono trovata sempre al mio fianco, ho avuto la fortuna di esserle amica e, tramite lei, entrare in sintonia anche con Salvatore che la adorava e viveva per lei.
Di tutte le avventure che ci ha visti protagonisti insieme, ricordo con piacere quando facemmo un viaggio “studio” in provincia di Varese sulle tracce di Gianni Rodari. Partimmo, insieme ad una ventina di colleghi, per un incontro formativo che vide protagonisti altri docenti provenienti da varie regioni d’Italia. In quel caso, avemmo l’occasione di andare in posti che lei, pur avendo vissuto in provincia di Varese dove Salvatore prestava servizio nell’esercito, non conosceva.
Indimenticabile la discesa e la risalita al monastero di S. Caterina del Sasso sul lago Maggiore.
Ogni volta che ci incontravamo, me lo ricordava per “appuntarmi” sul petto la “medaglia” al merito di averle fatto vivere un’esperienza straordinaria.
Per un paio di anni, dopo essere andata in pensione, ha collaborato anche con il nostro giornale destinato ai bambini, I Piccoli, ed ogni suo articolo era una fiaba interamente immaginata ed elaborata da lei stessa. Scriveva molto, Lucia; scriveva soprattutto per sé stessa, e solo poche briciole “cadevano” in giro per essere raccolte.
Però, poco meno di due anni fa, mi contatta per chiedermi di incontrarmi … venne in ufficio e mi consegnò un manoscritto in cui raccontava per filo e per segno la sua vita!
L’ho letto tutto d’un fiato tanto era avvincente e ricco di toccanti esperienze che ancora ricordo: soprattutto la parte della sua esperienza a Varese prima e dopo il matrimonio.
Proprio perché so com’è difficile scrivere di sé, mi permisi di apportare alcuni cambiamenti strutturali all’impalcatura del libro, convinto che avrebbe valutato in pieno le mie intenzioni che tendevano a dare più fluidità alla storia spuntando alcune situazioni molto personali e legate a persone della sua famiglia che niente aggiungevano o toglievano al suo racconto.
Non so se fu questo a farla desistere o fu lei a decidere di soprassedere … il libro non ha mai visto la luce!
Oggi che Lucia non è più tra noi, mi sento in dovere di ribadire che si tratta di uno scritto realistico ma che sfonda con passione e delicatezza i confini della realtà.
Ed è questo suo tendere al fantastico, al bello, all’amicizia, all’amore straordinario per il suo Salvatore (ricambiato), a quello viscerale per i figli che amava più di sé stessa, che fa essere orgoglioso del fatto di essere stato fatto partecipe di questa vita eccezionale e straordinaria che, purtroppo si conclude “incompiuta” …
Ecco perché chiedo a Salvatore, suo marito e compagno; a Barbara, Erik e Danilo, i figli; Carmen, la nuora; ed Adrea Ester, la nipote; di pubblicare il suo manoscritto che farà loro compagnia per il resto della sua vita. Allo stesso tempo, noi tutti che l’abbiamo conosciuta come collega, amica e compagna di viaggio nel mondo della scuola e della vita quotidiana di poterlo regalare a chi amiamo perché l’amore che traspare delle sue parole è penetrante e sincero e non è giusto che vada sprecato.
Cara Lucia, che la tua voglia di vivere in pieno camminando sulle strade del mondo, possa contagiare tutti gli alunni di cui ti sei presa cura e tutti noi altri che ti abbiamo conosciuta.