Arminio&Arminio. Narrazione del poeta italiano contemporaneo più letto”, è il libro scritto da Norma D’Alessio e pubblicato da Marlin Editore nella Collana La Ginestra, diretta da Rosa Giulio e Alberto Granese. Un libro che indaga il ‘paesaggio’ Arminio e svela l’uomo nascosto dietro il celebre poeta.
Norma D’Alessio, pediatra, scrittrice, giornalista, editor, è l’autrice di quest’ affascinante biografia narrata del celebre poeta Franco Arminio, frutto di un approfondito studio della poetica e del percorso di vita del poeta. Suddiviso in cinque sezioni (Note biografiche, Affetti; Arminio civico, Arminio e dintorni; Letture; Festival della Paesologia), il volume narra gli affetti, le letture, le curiosità, il lavoro, l’organizzazione del Festival della Paesologia che si tiene ad Aliano; narra un poeta, un uomo.
L’autrice si è soffermata sui suoi versi, lo ha incontranto, ha lungamente dialogato con lui: “Le fonti usate per la stesura di questo libro sono i numerosi testi di prosa e di poesia di Arminio e le nostre conversazioni, nonché le informazioni lette in Rete o ascoltate nei suoi incontri pubblici, dove vado ogni volta che posso. Arminio è molto generoso nel raccontarsi. Così pure alla Casa della Paesologia, una casa dal cuore spalancato dov’è bello sostare. Alcuni passi invece sono frutto di libera ispirazione”, scrive nella premessa al libro.
Del rapporto che Arminio ha con l’intensità, Norma D’Alessio scrive: “Per capire l’intensità, Arminio dice che basterebbe anche solo guardare e considerare le bellezze che abbiamo nel nostro sud: Pompei, Sorrento, Capri, Napoli, Bari, Lecce e tantissime altre località, tutte in un limitato raggio di chilometri. La ricerca di intensità di Arminio guida il pensiero e il movimento del corpo ed è bene espressa nei suoi versi. La stessa poesia secondo lui è un tentativo d’intensità. Ci sprona a non soccombere all’anoressia sensuale, che deturpa il paesaggio dell’anima”.
Nel corso del Festival della Paesologia, di ciò che Arminio dell’isolamento e dei paesi dice, Norma D’Alessio scrive: “Ci raccomanda di non considerare questo festival un modo per finanziare l’isolamento. Occorre invece capovolgere lo stato di desolazione di un paese, animarlo. ‘I paesi sono di chi li ama, non di chi ci è nato’. Far capire i tesori che ci sono in luoghi come questi, dove il mega spettacolo dei calanchi è uno dei più suggestivi del mondo. Chi però intende muoversi da paesologo non può farlo solo venendo al festival. La sua militanza deve continuare. Quello del paesologo è uno stato di presenza esposta, di verità. … lui ha l’infiammazione della residenza, dunque anche l’ostinazione di togliere ai tanti che l’hanno vestito l’abito della rassegnazione, quello tenuto saldo dagli scoraggiatori militanti, paesani egemonici arciconvinti della ineluttabilità della triste condizione dei paesi”.
L’autrice evidenzia come Arminio inviti a non utilizzare la svilente parola paesino, ma il termine paese; e come ogni anno al festival egli sproni tutti a prendersi cura del paese.
Ogni anno, ad ogni festival, il poeta riesce a trasmettere emozioni intense ai moltissimi che vi prendono parte. Con grande capacità narrativa, questo volume riesce a trasportare chiunque, anche chi Arminio non lo ha mai incontrato di persona, fra le pieghe profonde delle parole e dell’animo del più letto poeta italiano contemporaneo.