La Rubrica
L’elogio funebre non è molto diffuso nel nostro paese, ma in altre culture, come quella americana per esempio, è una parte fondamentale del rito funebre. In Italia viene fatto soltanto in occasione di eventi eclatanti e in occasione di personalità che sono stati protagonisti della vita pubblica.
Noi siamo convinti che tutti quelli che ci lasciano ne hanno diritto e chi resta ha il dovere di esprimere pubblicamente cosa prende in carico dell’eredità morale del defunto e diffonderla affinché resti viva nella famiglia e nella comunità, piccola o grande, alla quale ha appartenuto.
In realtà, questa pratica ha origini antichissime.
Sembra infatti che l’elogio funebre fosse già un elemento del funerale etrusco, ma il suo maggiore impiego si è avuto con i romani.
La “laudatio funebris” veniva fatta durante la cerimonia funebre dai parenti o da un esperto oratore in memoria di un defunto e aveva chiaramente l’intento di tessere l’elogio del defunto, encomiandone la figura ed esaltandone le azioni.
Al di là delle epoche e delle tipologie di rito, l’elogio rappresenta un bel modo per ricordare e omaggiare la persona scomparsa nel momento dell’ultimo saluto.
Ancora più importante è “concedere” ai nostri cari la possibilità di continuare ad essere presente con il suo spirito nel tempo a venire …
L'Autore
Giornalista pubblicista dal 1999 iscritto all'ordine regionale della Campania.