Il Vino del Tuffatore, ancora non ci siamo!

“Basterebbe sapere cosa si vuole da questo evento e, secondo me, non ci vuole molto ad organizzare un qualcosa che sia un bene per Paestum, per gli espositori viticoltori e per i visitatori”

DIODATO BUONORA Enogastronomia
Cilento - lunedì 10 dicembre 2018
Il Vino del Tuffatore
Il Vino del Tuffatore © Unico

“Sai quando si fa il Vino del Tuffatore?” Ho ricevuto questo messaggio whatsapp, da un amico battipagliese, solo 3 giorni prima dell’evento. Ho risposto che non ne sapevo niente! Cosa voglio dire? Questo fa capire come è stata pubblicizzata una manifestazione che meriterebbe risalto a livello nazionale. Se uno come me, che da sempre vive di vino e gastronomia, non è al corrente di un evento enologico che si svolge nel suo paese natale, ebbene, vuol dire che siamo alla … “frutta”. Questa manifestazione si è svolta, per la quarta volta, nel Museo Archeologico di Paestum lo scorso 1° dicembre. Una location unica, dal fascino indescrivibile. Il Vino del Tuffatore, annualmente ha cambiato il suo format, ciò vuol dire che gli organizzatori non hanno per niente le idee chiare. Cambiare ogni volta, significa che dopo un’esperienza non troppo positiva si cerca di migliorare. Invece, annualmente si fa un passo indietro. Eppure, basterebbe sapere cosa si vuole da questo evento e, secondo me, non ci vuole molto ad organizzare un qualcosa che sia un bene per Paestum, per gli espositori viticoltori e per i visitatori. Quest’anno la manifestazione è stata organizzata in collaborazione con il “Consorzio Vita Salernum Vites” (il Consorzio di Tutela Vini Salerno). Questo ha fatto in modo che le aziende vitivinicole presenti sono state solo quelle della Provincia di Salerno. Mentre, negli anni precedenti, c’erano aziende anche di altre province e regioni. Lo scorso anno, invece, al “Vino del Tuffatore” erano state invitate solo aziende biologiche e … ce n’erano diverse che non lo erano. È evidente che l’organizzazione deve essere fatta in collaborazione con persone che sono effettivamente degli esperti per iniziative del genere e non con gente che crede di esserlo. Chi viene a questo evento come visitatore deve sapere cosa trova. Come dicevamo sopra, quest’anno erano presenti solo vini di aziende salernitane. Questa potrebbe essere una buona idea, ma bisogna insistere e non cambiare ancora. Il visitatore deve sapere che in questa occasione può assaggiare questa tipologia di prodotti. Il nuovo format era segnalato anche nella cartellina che veniva data agli ospiti. Infatti, quest’anno c’è stato anche un tema di grande attualità: “La viticoltura salernitana tra cambiamenti climatici e tutela del paesaggio e della biodiversità”. In mattinata, dopo i saluti di Gabriel Zuchtriegel (Direttore del Parco Archeologico di Paestum) e Luigi Scorziello (Presidente Consorzio Vita Salernum Vites) ci sono stati una serie di convegni tenuti da bravi relatori. Poi, dopo un light lunch offerto, dalle 14 e 30 fino alle 20, si è svolto il “walk around wine tasting”, cioè ci sono stati banchi di assaggio di 33 aziende salernitane. Fin qui, tutto bello. Il problema è stato la scarsissima affluenza. Se si escludono gli espositori e i loro collaboratori, non credo assolutamente che ci siano stati più di cento persone. È chiarissimo che la promozione ha lasciato molto a desiderare. Faccio un esempio: il responsabile dell’Amira (Associazione Maître Italiani) di Paestum, Raffaele Longo, contattato da me la sera prima, non era al corrente dell’evento. Invece, credo che un sodalizio del genere, per interesse degli espositori, dovrebbe essere tra i primi ad essere invitato. Tutti i maîtres della provincia avrebbero potuto degustare vini di aziende che non conoscono e, nel caso che avessero gradito, avrebbero potuto inserirli nella loro carta dei vini. Aggiungo altra cosa “grave”. Non ho visto nessun ristoratore: non erano al corrente dell’evento e poi … il sabato è il giorno che lavorano di più e non possono muoversi. Qualcuno ha puntualizzato che, essendo in un posto particolare e delicato, non si possono avere troppe persone. Che scemenza! Sarebbero bastati un’attenta vigilanza e ingressi controllati e, in un modo o in un altro, limitati. Poi, altro errore “tecnico” è sicuramente la data. I vini degustati in quest’occasione, per la maggior parte, a breve saranno sostituiti dalle nuove annate! Che senso ha promuovere un vino che in pratica non è più commerciabile? Consigli? Cambiare il periodo (prima dell’estate), il giorno (infrasettimanale) e mettere al corrente tutti gli addetti ai lavori della provincia e … non solo. Proviamoci!

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