"Ahi, Dante maledetto!" - Note critiche del prof. Di Matteo e del prof. Pastore

Cilento - venerdì 08 ottobre 2021
Ahi, Dante maledetto! - Note critiche del prof. Di Matteo e del prof. Pastore © n.c.
Ahi, Dante maledetto! - Note critiche del prof. Di Matteo e del prof. Pastore © n.c. © Unico Settimanale

Viaggiando tra le onde dei ricordi, il cuore si apre sul volume, pubblicato nel 1988 da Palladio Edizioni, 'Ahi, Dante maledetto!' Il professore Arnaldo Di Matteo ne evidenziava l'aspetto del <<guardare oltre il velo delle apparenze aggressive che un titolo così violento può prospettare. In realtà, a ben analizzare le liriche, in svariate di esse campeggia il sottile gioco della parodia iconoclastica;in talune, l'angosciosa ricerca di una Isola ideale nella quale vengono 'bloccati' quelli che nell'Antica Grecia delineavano i due volti del tempo , l'inesorabile fluire di Chronos e la natura inconoscibile di Kairos …>>. Gli piaceva, in particolare, la lirica 'I pezzenti', la riteneva <<singolarmente originale: il reale, disperato pensiero dei sofferenti, di tutti i pezzenti del mondo, una miccia esplosiva innescata, pronta a liberare la sua energia>>. Alcune note del professore Franco Pastore: <<… 'Immagini radiose', dedicata alla costellazione che richiama l'omonimo mito dell'incolpevole Andromeda, la quale espiò colpe e peccati commessi dalla madre, venendo punita dal dio del mare Poseidone … Lo 'scatto ' di una foto equivale al passaggio di luce, dal cui fluire nasce l'icona fotografica che viene impressa: ecco dunque l'intenso, sfavillante 'flash' di effigi incancellabili, il bagliore di immagini percepite con gli occhi del cuore in ciascuno di noi , e conservate per sempre lungo il corso della breve avventura terrena … Giuffrida Farina, attraverso sequenze dell'anima, percorre i sentieri di una poesia che muove dalle nostre più antiche radici. “Fredde notti d'estate/ quiete infuocata/ satana e Dio”,

I PEZZENTI. Udii un tempo gorgogliare/piano un ruscello,/il suo cammino seguii/ e giunsi colà ove vidi/ lacrime amare scorrere sopra il cuore dei pezzenti./ “Continuate a sparare sulle tombe/ dei vostri cari”, udivo/ si gridasse loro,/ “raccontate i vostri cieli/ dentro nuvole di sterco/ e poi a testa in giù il sangue/ e il vostro lezzo ricoprino la terra./ Nascondete i vostri morti/con la perla di un sorriso,/il palmo di mano aperta/a scavare l'ultima goccia di sangue/senza macchia dentro il seno della terra”./Come mesti cani partirono, e come / mesti cani ritornarono./ Nella quiete della notte,nella quiete/ infuocata/ della notte, silenziosa,/una lacrima libera il viso/ di tutti i pezzenti del mondo,/si levano in alto calici/ e tra grugniti e rutti si vìola il cielo e si brinda/ alla faccia di Satana,/ del buon Dio e di tutti.

IMMAGINI RADIOSE. Andromeda,ti cercai – m’era compagno/in petto il rovinoso Dicembre-/ in quelle notti / d’Estate così fredde,che tanto/sapevano di morte – s’alzava/brillando nel buio/ solitaria una lacrima,/ rubata dal tuo/luccicante,/dolcissimo lago–/ ed io medesimo non seppi / allora offrirmi silenzioso al cielo./Andromeda, così lontana /e ancora tanto mia, forse / tu sola sai, / che non ebbi mai/che un solo, vero amore, ed ancora/oggi, seduto in mezzo ai sogni,/ violate / dal tempo conservo immagini radiose/ e di quest’aria selvaggia di sangue l’ostinato, / anarchico respiro.

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