Scuola, l'Esame di Stato 2022. Tracce e dati sulla prima prova. Studente siciliano all'esame ha indossato una maglietta con la scritta: "La scuola fa schifo". Alcune opinioni sulla prima prova.

Scuola, l'Esame di Stato 2022. Tracce e dati sulla prima prova. Studente siciliano all'esame ha indossato una maglietta con la scritta: "La scuola fa schifo". Alcune opinioni sulla prima prova.

La traccia più scelta a livello nazionale è anche quella preferita negli Istituti tecnici (24%) e negli Istituti professionali (26,9%). Nei Licei i ragazzi hanno preferito la traccia su Verga (21,5%)”. Esame per 539.678 maturandi

Cilento - giovedì 23 giugno 2022
Il Ministro Bianchi
Il Ministro Bianchi ©

Scuola, l'Esame di Stato 2022. Tracce e dati sulla prima prova. Studente siciliano all'esame ha indossato una maglietta con la scritta: "La scuola fa schifo". Alcune opinioni sulla prima prova.

La traccia più scelta a livello nazionale è anche quella preferita negli Istituti tecnici (24%) e negli Istituti professionali (26,9%). Nei Licei i ragazzi hanno preferito la traccia su Verga (21,5%)”. Affrontano l’Esame 539.678 maturandi. Sono stati ammessi  il 96,2% delle candidate e dei candidati. I candidati saranno valutati da commissioni composte da sei commissari interni e un Presidente esterno. Si contano quest’anno, su tutto il territorio nazionale, 13.703 commissioni, per un totale di 27.319 classi coinvolte. Il Ministro Bianchi: “Le tracce sono tutte bellissime”. La maturità è un passaggio, le tracce ve le dimenticherete, ma vi ricorderete che siete stati insieme.  (..) Il voto terrà conto del curriculum di questi anni, quindi non è solo una prova finale, ma la conclusione di un lungo percorso. (..) E’ un esame articolato, che non ha funzione ispettiva, ma quella di dare compimento a un percorso, quindi qualcosa da vivere con grande attenzione, quel pò di ansia che fa bene e fiducia. L’esame è utile per gli studenti. È importante perché segna un passaggio, quindi ha una funzione essenziale”. Uno studente si è presentato per svolgere la prima prova con addosso una maglietta con la scritta “La scuola italiana fa schifo”. Un prof ritiene che i “temi sono stati impostati per produrre banalità e conformismo”.  Secondo Giuliani di Tecnica della Scuola le tracce hanno facilitato il compito dei maturandi.  Seguono le tracce e i dati sulla prima prova.

 

Già nella prima decade di questo mese, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, anticipò le sue considerazioni intorno all’esame di stato della scuola secondaria di secondo grado del 2022 che parte oggi, mercoledì 22 giugno e non mancò nel tranquillizzare il folto numero di giovani maturandi interessati. Andranno decisamente incontro alle prove ben 500mila studentesse e studenti. (Per l’esattezza si tratta di 539.678 maturandi). Sono stati ammessi all’esame  il 96,2% delle candidate e dei candidati. In percentuale sono stati più studiosi gli studenti del Veneto (97,2% di ammessi), il Molise e la Basilicata (97,1%), in fondo alla classifica ci sono la Puglia, la Sicilia (95,5%), la Liguria (94,5%) e infine la Sardegna che, come già negli ultimi anni, stacca le altre regioni con 8,2 per cento di non ammessi. In Campania affronteranno le prove dell’Esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado ben 82.416 candidati, così ripartiti: negli istituti statali: 56.570 candidati interni e 1.948esterni, mentre nelle scuole paritarie:  22.861 interni e 1.037 esterni. Il Ministro dell'Istruzione ha voluto ribadire il suo messaggio di incoraggiamento: “..l'Esame di Stato è un importante momento di passaggio, va vissuto con entusiasmo. Siamo al vostro fianco. Abbiate fiducia nelle vostre capacità”. Stamattina si sono aperte le porte delle scuole del Paese per dare il via alla prima prova scritta d’Italiano. Torna lo scritto di Italiano dopo due anni di pandemia. Mezzo milione di studenti avranno a disposizione sei ore per completare la prova. E’ una prova predisposta  su base nazionale. Verranno proposte sette tracce di tre diverse tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Il quadro di riferimento per la redazione e lo svolgimento della prima prova scritta dell’esame di Stato indica la seguente struttura delle tracce per ogni tipologia: Tipologia A: Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano, compreso nel periodo che va dall'Unità d’Italia ad oggi. Saranno fornite due tracce che possano coprire due ambiti cronologici o due generi o forme testuali. Tipologia B. Analisi e produzione di un testo argomentativo. La traccia proporrà un singolo testo compiuto o un estratto sufficientemente rappresentativo ricavato da una trattazione più ampia, chiedendone in primo luogo un'interpretazione/comprensione sia dei singoli passaggi sia dell’insieme. La prima parte sarà seguita da un commento, nel quale lo studente esporrà le sue riflessioni intorno alla (o alle) tesi di fondo avanzate nel testo d’appoggio, anche sulla base delle conoscenze acquisite nel suo specifico percorso di studio. Tipologia C. Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. La traccia proporrà problematiche vicine all’orizzonte esperienziale delle studentesse e degli studenti e potrà essere accompagnata da un breve testo di appoggio che fornisca ulteriori spunti di riflessione. Si potrà richiedere al candidato di inserire un titolo coerente allo svolgimento e di organizzare il commento attraverso una scansione interna, con paragrafi muniti di un titolo.

“Le tracce sono tutte bellissime, le ho viste, le conosco, ma non le dico, dichiarò il Ministro Bianchi lo scorso 9 giugno. Dico solo che sono bellissime e invito i ragazzi a prenderle con entusiasmo e a ragionarci. La maturità è un passaggio, le tracce ve le dimenticherete, ma vi ricorderete che siete stati insieme. Abbiamo scelto questa formula per dare ai ragazzi il segnale che siamo in cammino, ci stiamo avvicinando a una nuova normalità. Il voto terrà conto del curriculum di questi anni, quindi non è solo una prova finale, ma la conclusione di un lungo percorso. Poi ci sarà una prova scritta, per misurarsi con il foglio, che obbliga a strutturare il pensiero e trovare le parole giuste per esprimerlo. E ci sarà una seconda prova proposta dalla commissione che ha seguito gli studenti. Infine un orale che permetterà di fare una riflessione. E’ un esame articolato, che non ha funzione ispettiva, ma quella di dare compimento a un percorso, quindi qualcosa da vivere con grande attenzione, quel pò di ansia che fa bene e fiducia. L’esame è utile per gli studenti. È importante perché segna un passaggio, quindi ha una funzione essenziale”.

La prima traccia di analisi del testo riguarda Giovanni Pascoli con “La via ferrata”, una poesia del 1886, inserita nella seconda edizione di “Myricae”. Il secondo autore scelto, invece, è Giovanni Verga con un brano tratto dalla novella “Nedda” uscita nel 1874 sulla Rivista Italiana. Per le tre tracce di testo argomentativo sono stati scelti un testo di Gherando Colombo e Liliana Segre  tratto da “La colpa di essere nati”, poi lo scrittore inglese Oliver Sacks con il testo “La Musica”, tratto da “Musicofilia” e il fisico Giorgio Parisi nel suo discorso alle Camere. Per la tipologia C, ovvero quella riguardante l’attualità, la scelta è ricaduta su un testo tratto da “Perchè una Costituzione della Terra” di Luigi Ferrajoli che parla della pandemia e dei suoi effetti economici e sociali. Infine l’ultima traccia è su un testo che parla di iperconnessione di Vera Gheno e Bruno Mastroianni tratto da Tienilo acceso. Posta, commenta e condividi senza spegnere il cervello.

“Questa mattina, ha dichiarato Patrizio Bianchi, a RaiNews24, abbiamo spinto il famoso bottone che ha mandato a tutte le scuole d’Italia in contemporanea le sette tracce, che personalmente considero molto belle perché permettono a tutti i nostri ragazzi a prescindere dal loro percorso di studi di poter esprimere se stessi ma anche di narrare il loro percorso”. E ancora: “Quando il primo settembre abbiamo voluto assolutamente che i ragazzi tornassero in presenza abbiamo accettato la sfida di arrivare fino ad oggi,  fino al momento in cui aprivamo la cassaforte e tiravamo fuori i titoli permettendo così ai nostri ragazzi di ritrovare anche il rito della notte prima degli esami e degli esami stessi. In questo modo il ministero in maniera molto coerente ha accompagnato i ragazzi verso un ritorno alla normalità. Le tracce permettono ad ognuno di trovare la propria chiave di lettura della propria vita, il testo sulla poesia ancora una volta ci parla della capacità di usare la parola, di esprimere la parola e sentire i sentimenti, quello di Verga parla di una persona colpita dalla malaria, che ha avuto problemi sul lavoro, un incidente sul lavoro e della capacità di vivere una vita con la propria compagna. Quella su Colombo e Segre parla di un tema straordinario che è il razzismo e il razzismo latente, parla di cose fondamentali della vita del nostro mondo, di questo secolo che abbiamo alle spalle e che spero non dover vedere mai più di fronte a noi”.

I 539.678 mila maturandi saranno valutati da commissioni composte da sei commissari interni e un Presidente esterno. Si contano quest’anno su tutto il territorio 13.703 commissioni, per un totale di 27.319 classi coinvolte.

L’esame di maturità non è un test, ha dichiarato ieri Bianchi al “Corriere della sera” serve a valutare il percorso svolto dai ragazzi in un periodo particolarmente difficile. E infatti la media dei voti del triennio quest’anno conta fino al 50 per cento sul voto finale. Non serve usare il bilancino. Anche in caso di uno scivolone nello scritto, le commissioni possono essere equilibrate: sono autonome e hanno la responsabilità di valutare la persona».

Dopo lo scritto di oggi seguirà, il 23 giugno, la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo, che interesserà una disciplina tra quelle caratterizzanti il percorso di studi. Quest’anno la prova sarà predisposta dai singoli istituti, che potranno così tenere conto di quanto effettivamente svolto dai ragazzi durante l’anno scolastico, anche in considerazione dell’emergenza pandemica. Ai due scritti seguirà l’orale. È previsto il colloquio, che s’inizierà con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione (un testo, un documento, un'esperienza, un problema, un progetto). Nel corso del colloquio il candidato dovrà dimostrare di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline e di aver maturato le competenze di Educazione civica. Analizzerà poi, con una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze fatte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).

La valutazione finale resta in centesimi. Al credito scolastico è stato attribuito fino a un massimo di 50 punti. Per quanto riguarda le prove scritte, a quella di Italiano saranno attribuiti fino a 15 punti, alla seconda prova fino a 10, al colloquio fino a 25. Si potrà ottenere la lode. «Abbiamo cercato di dare ai ragazzi degli spunti di riflessione, afferma Bianchi, a partire da un argomento o da un autore. Non è tanto importante che dimostrino di aver studiato, ma che sappiano argomentare il loro punto di vista con un uso appropriato e responsabile delle parole, perché ogni parola è un monumento. L’esame serve per valutare la maturazione di una persona, la sua capacità di rendersi responsabile di un pensiero anche critico».

Oggi, come da regolamento, la scuola resterà con le porte chiuse, ma non certo meno “affettuosa”. “La scuola con il corridoio e le porte chiuse, dove non vola una mosca, non è la mia scuola”, sostiene il Ministro Bianchi, ma si riferisce peculiarmente a quella che partirà dal prossimo settembre.

“La mia scuola, aggiunge, è quella dove i ragazzi ragionano insieme, usano le mani e usano soprattutto il tempo per condividere i progetti. Settembre deve essere l’occasione per fare dei progetti di vita comune. La mia scuola deve essere aperta, inclusiva e affettuosa. Perché affettuosa? Perché è una scuola che si fa carico di tutti e permette a tutti di arrivare a fondo; se, ad esempio, tu hai preso quattro hai più bisogno degli altri di essere aiutato, perché ci sono dei problemi. Una scuola che non lasci correre. Perché in questa fase la scuola è più importante che mai, con l’insegnante, come adulto di riferimento, con gli alunni che devono essere un gruppo, non un branco”. Oggi, in effetti,  inizia anche la prova della lealtà di tanti giovani. Molti, purtroppo, come di consuetudine, tradiranno le aspettative  con l’uso di  cellulari o palmari, malgrado regolamento e sorveglianza. L’esame  prova duramente anche la capacità di essere persone oneste, trasparenti, degne delle aspettative che società, famiglie, docenti ripongono in ogni candidato. Intanto un grosso in bocca al lupo a tutti i 539.678 mila maturandi. Questo sarà per loro un giorno indimenticabile in quanto ognuno è chiamato ad affrontare una significativa prova della sua storia umana e della sua carriera professionale.

Un fatto singolare, registratosi nella mattinata, è stato quello che ha visto protagonista uno studente, Francesco Intraguglielmo, 19 anni, maturando del Liceo Scientifico “Pietro Farinato” di Enna. L’alunno si è presentato per svolgere la prima prova con addosso una maglietta con la scritta “La scuola italiana fa schifo”. Un fatto che ha destato sorpresa e clamore a livello nazionale. Continuerà a far discutere sicuramente questo comportamento provocatorio. L’accaduto continuerà ad avere, di certo, vasta risonanza nell'opinione pubblica. Il maturando ha poi destinato a “La tecnica della scuola” la lettera che segue volta a fornire la spiegazione del suo comportamento: “Mi hanno detto di vestirmi in maniera consona alla prova che affronterò oggi. Non c’è modo più consono di questo. Arrivato alla maturità non ho cambiato idea, il sistema scolastico italiano fa schifo. In questo paese la scuola è l’ultima ruota del carro. Nessuno pensa a noi. Noi maturandi abbiamo perso quasi due anni di scuola. Siamo uno dei paesi in Europa che ha fatto più DAD. In quel momento non capivamo a pieno quanto ci stavano togliendo ma adesso che siamo alla fine del percorso abbiamo preso consapevolezza. Quei due anni hanno fatto emergere tutti i problemi di questo sistema scolastico: digitalizzazione assente, nessun argine per l’abbandono scolastico, didattica frontale poco stimolante, strutture fatiscenti, personale poco formato, mal pagato e demotivato. E nonostante tutti sapessero in che stato versasse la nostra scuola la prima cosa che si sacrificava era proprio quella. Quando doveva essere l’ultimo luogo ad essere chiuso. Migliaia di studenti che vengono dalle famiglie più svantaggiate, si sono arresi. Noi fortunati, che stiamo affrontando la maturità, alla fine abbiamo riempito alla meno peggio le lacune che si sono create in quei mesi bui e ci arrabbiamo per tutti i momenti che abbiamo perso e che non riavremo mai. Non mi sarei mai dato pace se non avessi, durante la maturità, momento simbolo dell’anacronismo di questo sistema, tentato di attirare l’attenzione su una scuola che è ormai in cenere, il luogo che è la base del nostro sistema democratico abbandonato a se stesso. Per questo ho indossato questa maglia e scritto questa lettera. Noi non andremo più a scuola ma altri studenti varcheranno quelle porte e combatterò per fare in modo che abbiano un’esperienza migliore della mia.

Francesco Rocchi, docente dell’ITCG Fermi di Pontedera ed esponente del gruppo Condorcet, ha ritenuto opportuno esprimere pubblicamente il suo pensiero intorno alla  prima prova di italiano alla maturità. Con convinzione  Rocchi sostiene che i “temi sono stati impostati per produrre banalità e conformismo”. Per farlo sapere a tutti ha scritto una lettera a “La tecnica della scuola”, (il quotidiano della scuola). “E’ difficile scrivere qualsivoglia considerazione, scrive Rocchi, sulle tracce di quest’anno della maturità mentre le braccia stanno lunghe distese a terra. Nondimeno, qualche cosa si può azzardare e forse non è nemmeno inutile. Queste tracce dimostrano il fallimento dell’istruzione italiana rispetto agli scopi che si è data. Quella superiore italiana è una scuola che da almeno dieci anni, ovvero dalla riscrittura di Indicazioni Nazionali (per i licei) e Linee Guida (per tecnici e professionali), si propone di favorire non uno stolido nozionismo, ma la costruzione di una solida cultura, capace di palleggiarsi con profondità e perspicuità concetti e idee complessi, con un occhio particolare alla contemporaneità e alla sua frenetica mutevolezza. Ebbene, per mettere alla prova gli studenti su qualcosa di così ambizioso, il Ministero ha scelto di far parlare i ragazzi di musica, Covid, cambiamento climatico e, dulcis in fundo, i rischi di internet.
Per fortuna rimangono in campo Liliana Segre, Verga e Pascoli, anche se si vede bene che si tratta, soprattutto per i due autori classici, di scelte conservative (da cui, n.b., la storia è stata fatta discretamente uscire, se non per la traccia proprio di Liliana Segre). Posso immaginare quale sia stata l’idea di fondo: “Sono stati tre anni difficili!”. Su quanto sia sciocca una prospettiva del genere ci ritorneremo, ma ora concentriamoci su un altro dato: scrivere cose intelligenti su questi spunti è molto arduo. I temi sono impostati per produrre banalità e conformismo. Il brano di Sacks è una bella celebrazione della musica (con un interessante rimando a A.C. Clarke), ma poi esattamente uno cosa dovrebbe dire? Che la musica è bella? E’ possibile e ragionevole argomentare qualche cosa che non sia un’adesione al testo proposto? Lo stesso ragionamento si può fare per le altre tracce di attualità: il cambiamento climatico è una cosa brutta cui opporre tutti i nostri sforzi e il Covid-19 è una sciagura mondiale che richiede una consapevole solidarietà da parte di tutti, soprattutto dei ricchi. Si dirà: “Ma certamente si può sfumare, si può problematizzare, si possono portare altre prospettive!”. Ebbene sì, certo, si può. Ma cosa servirebbe al riguardo? Servirebbero approfondimenti: altre voci che dicano cose almeno leggermente diverse; dati che permettano di scorgere la realtà da altre angolazioni; toccherebbe confrontarsi con l’ambiguo e con il non conforme. Nelle tracce di tutto questo non c’è nulla: i brani scelti sono dichiarazioni ampie, enfatiche, che lavorano su conclusioni nette e note piuttosto che sui ragionamenti che ad esse hanno portato. Senza il retroterra di dati, pensieri e osservazioni che hanno permesso di costruire quelle conclusioni, rimane poco da dire, se non dar loro ragione, anche perché effettivamente hanno ragione: il cambiamento climatico è sotto i nostri occhi, il Covid-19 è stata un’ecatombe sconvolgente e su internet gira di tutto. E’ come chiedere di fare le proprie considerazioni su come è bella e soleggiata la giornata di oggi. Ah beh, sì, beh. E d’altra parte difficilmente si poteva fare diversamente. L’originalità e la profondità richiedono
tempo e fatica, molto di più di quanto si può dare in sei ore di una calda mattinata di giugno prima della quale si era completamente all’oscuro dei temi che sarebbero usciti. In questi termini rimane tempo soltanto per un’esercitazione retorica. Se non si danno tracce aperte, problematiche (aporetiche, se si è fatto il liceo), non si fornisce alcuno stimolo. Se si vanno a vedere i temi su cui gli studenti fanno gare di debate, si noterà che i temi scelti non solo sono assai più circostanziati, ma sono effettivamente aperti: “Voli low cost sì o no?”; “Tassare lo zucchero per scopi salutistici sì o no?”; “Per creare senso civico, meglio prevenire o punire?”. Si noti che sono temi che offrono ampi rimandi quell’attualità e a quelle questioni etiche che sosteniamo importarci tanto, ma sulle quali non vogliamo tanto sapere l’opinione degli studenti, quanto registrare il loro consenso, il più delle volte. Con tracce quali quelle tipiche dei debate, più limitate, concrete, accessibili ma aperte ad approfondimenti e con solidi legami all’esperienza di vita dei ragazzi, si sarebbe venuti più incontro alle difficoltà -oggettive ed inaggirabili- poste da questi ultimi tre anni di scuola. Ricordando un’altra cosa fondamentale: il punto vero non è dare tracce facili, ma tarare la correzione. Questi tre anni sono stati difficili, le tracce sono state scelte per evitare scogli imprevisti, ma se poi chi corregge non ne tiene conto, non cambia nulla. Ma nella scuola italiana la docimologia non si è mai distinta per affidabilità e coerenza. Ma sarebbe facile dare la colpa ai vincoli della prima prova. In realtà il problema è più profondo. Proviamo ad immaginare altri temi che sono di stringente attualità e che richiedono l’attenzione di chiunque voglia definirsi un cittadino consapevole. A puro titolo di esempio: il ritorno del nucleare come fonte di energia; le possibilità offerte da tecniche di ingegneria genetica come CRISP-R; le conclusioni sulla non-carcinogenicità del glifosate da parte dell’Agenzia Europea per le sostanze Chimiche; i problemi geo-politici relativi all’approvvigionamento di litio e terre rare nella produzione di batterie elettriche; l’opportunità di fornire armi a un Paese invaso (toh…), i progressi delle scienze cognitive; la progressiva estinzione di alcune specie di insetti. Queste sono le prime questioni che mi sono venute in mente compulsando le sezioni “attualità” e “scienza” di un giornale, solo che è evidente perché nella traccia di maturità non potevano entrare:che ne sanno i ragazzi? Sono temi specifici che richiedono conoscenze specifiche che gli studenti non possono avere. Ne consegue che la scelta delle tracce è strutturalmente virata al generico e al superficiale. E tali saranno in larghissima maggioranza i temi che andremo a correggere nei prossimi giorni. Non dubito che qualcuno avrà l’estro e la profondità per fare di meglio, ma a noi qui non interessa isolare le eccezioni, ma capire in quali condizioni di esprimersi abbiamo messo la grande maggioranza degli studenti.In questo, è chiaro che l’ecumenicità della prima prova, uguale per tutti gli indirizzi, va a danno di chi nelle scuole superiori i temi specifici li ha studiati eccome. Al momento le tracce della prima prova, per la maniera in cui evitano qualsiasi tema tecnico che non sia già stato brutalizzato dall’approssimazione ignorante dei nostri mass media, sono evidentemente schiacciate sui licei. Nell’indirizzo agrario un tema come il glifosate è trattabilissimo, così come lo è quello delle terrerare in scuole tecniche e industriali…ma a quanto pare sono cose su cui non ci interessa granché sentire la voce dei nostri studenti. La cosa buona di questa maturità è che poi finisce, e gli studenti possono cominciare ad esplorare l’alto mare aperto che gli si apre davanti. A loro i miei più sinceri auguri”.

Anche il direttore della Tecnica della Scuola”, Alessandro Giuliani, ha fatto qualche dichiarazione in merito alle tracce della maturità nel primo giorno di esami, intorno al gesto dello studente di Enna e riguardo al decreto 36 che, a breve, verrà votato dal Senato. Con le tracce si è voluto facilitare il compito dei maturandi, secondo Giuliani: “L’impressione è che si tratti di una decisione presa dal Ministro insieme agli esperti per non mettere troppo in difficoltà gli studenti. La linea intrapresa è questa perché è stato riscontrato un mix tra tradizione e stretta attualità. Le tracce di letteratura riguardano due classici, come direbbero gli studenti, “facili” sui quali si può spaziare e ci si può soffermare. Poi abbiamo molta attualità, riferimenti al Covid, alla musica. Direi che la scelta del Ministero è stata appositamente impostata per non creare troppe problematiche ai 540mila studenti che hanno affrontato la prova. Probabilmente la difficoltà è stata capire dentro sé stessi qual era quella più adatta alle proprie competenze, conoscenze e capacità. Tutto sommato alla fine si è andati molto incontro agli studenti”. Riferendosi poi al gesto del giovane siciliano ha parlato di atto coraggioso orientato a sollevare problematiche condivisibili: “Sicuramente va apprezzato il coraggio. Il ragazzo ci ha messo la faccia facendo passare un messaggio così importante e severo nel giorno della maturità, non è da tutti. Poi non entra nei dettagli della critica, fa un po’ un mix di problematiche non affrontate e in gran parte condivisibili. Il riferimento al mancato miglioramento della scuola in occasione del Covid ci sta tutto, l’abbiamo sempre detto. Il periodo della gestione Azzolina c’è stata molta attenzione, dopodichè la scuola è tornata a quello che era prima, a tappare i buchi, a lavorare sulle emergenze però siamo fermi a scuole con strutture, con organici, con organizzazione ferme”. Mentre si consumava il tempo della prima prova un riferimento l’ha diretto al decreto 36 che mantiene il suo impianto originario. “Nelle prossime ore verrà votato in Senato il decreto 36 e da quanto ci risulta non verrà mutato più di tanto. C’è stato sul filo di lana un recupero della Carta del docente che rimarrà intatta fino al 2024. I tagli dovrebbero essere scongiurati almeno in parte, però l’impianto base rimane soprattutto sugli incentivi che andranno a premiare con circa 2-3mila euro ogni tre anni non oltre il 40% dei docenti. I concorsi diventano più snelli, veloci ma anche un pochino più complessi e impegnativi, si richiedono dei crediti formativi. La vera assunzione avviene dopo un periodo di prova al termine del quale si devono svolgere determinate verifiche. Queste novità non sono quelle che chiedevano i sindacati e i docenti”.

Di seguito i dati sulla prima prova,  grazie a un’indagine campionaria rappresentativa a livello nazionale. Ecco la nota del MI: “La traccia che parte da un brano tratto dal libro “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello”, di Vera Gheno e Bruno Mastroianni, dedicata alle potenzialità e ai rischi di un mondo iperconnesso, è la più scelta dalle studentesse e dagli studenti che oggi hanno affrontato la prima prova scritta dell’Esame di Stato. È stata infatti svolta dal 21,2% dei maturandi. Il 18% delle candidate e dei candidati ha invece optato per la traccia che parte da un brano tratto dal libro “La sola colpa di essere nati”, di Gherardo Colombo e Liliana Segre, che proponeva una riflessione sulle leggi razziali. Al terzo posto, con il 16,5% delle preferenze, l’analisi del testo tratto da “Nedda. Bozzetto siciliano” di Giovanni Verga. Il 15,8% dei candidati si è cimentato con il tema della musica, a partire da un brano tratto da “Musicofilia” di Oliver Sacks. Il 14% delle studentesse e degli studenti ha scelto la traccia che partiva da un passaggio del libro “Perché una Costituzione della Terra?” di Luigi Ferrajoli. L’11,6% ha preferito quella che faceva riferimento al discorso pronunciato l’8 ottobre 2021 alla Camera dei Deputati dal Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Infine, il 2,9% delle studentesse e degli studenti ha scelto l’analisi della poesia “La via ferrata” di Giovanni Pascoli. La traccia più scelta a livello nazionale è anche quella preferita negli Istituti tecnici (24%) e negli Istituti professionali (26,9%). Nei Licei i ragazzi hanno preferito la traccia su Verga (21,5%)”.

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