All’Hotel Meridiana di Paestum, il 7 luglio 2025, in una cornice carica di significato, il convegno “Governare l’Innovazione”, dal sottotitolo «IA, Scuola, Comunità: nuove frontiere formative e professionali», ha acceso i riflettori sul futuro della scuola italiana.
Promosso da Bimed – Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo, l’evento ha riunito dirigenti scolastici, esperti e docenti provenienti da tutta la Campania e oltre, chiamati a confrontarsi sulle sfide poste dall’innovazione tecnologica e sociale nel mondo dell’istruzione.
A dare il via ai lavori è stato un toccante video‑omaggio dedicato al recentemente scomparso Maurizio Spaccazocchi, già responsabile del Coordinamento scientifico e dei Progetti di ottimizzazione dell’offerta formativa scolastica di Bimed.

Subito dopo, il presidente di Bimed Andrea Iovino, affiancato da Alberto Bottino, già Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, ha salutato i partecipanti.
A moderare la giornata è stata Teresa Mirone, già dirigente scolastico e responsabile della formazione Bimed, che ha guidato gli interventi con competenza e visione.
La mattinata si è aperta con un tema cruciale: la leadership educativa nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
Gennaro Sorrentino, dirigente scolastico ed esperto in innovazione didattica, ha delineato scenari futuri, bilanciando rischi, opportunità e nuovi strumenti di governance.
A seguire, Raffaele Sansone, esperto in management culturale e comunicazione, ha parlato di «Relazioni che trasformano: la scuola come organizzazione generativa», invitando a pensare la scuola come un’organizzazione generativa, capace di valorizzare le persone e costruire benessere attraverso la relazione e la condivisione di responsabilità.
Dopo una breve pausa, la riflessione si è spostata sul ruolo della scuola nelle comunità. Giuseppe Iorio, docente ed esperto in team building scolastico, ha parlato di «Collaborazione educativa nella scuola‑comunità», approfondendo come la cooperazione tra scuola, famiglie ed enti territoriali possa migliorare il clima organizzativo e la qualità dell’insegnamento.
Pierfrancesco Caressa, dirigente scolastico ed esperto in processi di orientamento e didattica innovativa, ha parlato di «Nuove frontiere della progettazione educativa», presentando strumenti e metodologie per una progettazione innovativa capace di cogliere le opportunità offerte dal PNRR e dai programmi Erasmus+.
Nel pomeriggio è stata affrontata la questione della governance educativa nella complessità contemporanea. Vincenzo Falco, dirigente scolastico ed esperto in reti di scuole e comunità educanti, ha richiamato il valore delle reti educative e delle comunità scolastiche, mentre Maristella Dorotea Rita Fulignone, dirigente tecnico con funzioni ispettive presso l’USR Campania, ha parlato di «Inclusione di comunità: la sfida della governance educativa», delineando il profilo di un dirigente scolastico sempre più chiamato a essere guida, regista e presidio etico dell’istituzione.
A chiudere il cerchio, Claudio Naddeo, dirigente scolastico ed esperto in innovazione didattica, ha sviluppato la tematica «Dalla scuola al lavoro: valorizzare i talenti, costruire il futuro», accendendo i riflettori sul tema del lavoro e del talento giovanile e sottolineando l’importanza della filiera tecnologico‑professionale 4+2 come volano di crescita per i territori e i giovani.
Il “fuori-salone” tecnologico
Un contributo significativo alla buona riuscita dell’evento è arrivato da Elmetel Srl, system integrator ICT che ha allestito un coinvolgente fuori‑salone tecnologico, esponendo soluzioni phygital – tra meccanica, elettronica, networking e cybersecurity – oltre a software gestionali PMS/ERP.
Grande interesse ha suscitato anche la sezione per le scuole del primo ciclo, che ha permesso di esplorare strumenti di making, coding e realtà virtuale immersiva, in linea con i bandi MIM finanziati dal PN 2021–2027 e dal PNRR.
Tra riflessioni, visioni e buone pratiche, il convegno ha lanciato un messaggio inequivocabile: innovare la scuola non significa soltanto aggiornare gli strumenti, ma ripensare relazioni, spazi e responsabilità.
Una scuola che guarda al futuro ha bisogno di comunità coese, leadership consapevoli e visione sistemica. Solo così sarà possibile trasformare l’innovazione in un valore educativo solido, condiviso e duraturo.




