La giunta comunale del comune di Capaccio Paestum composta da Maria Antonietta Di Filippo, Antonio Agresti, Antonio Di Filippo, Antonio Mastrandrea e Maria Rosaria Picariello, ha diffuso un comunicato stampa in data 30 gennaio 2025, per chiarire che “Dovrebbe essere chiaro, anche ai profani del diritto, che la contestata delibera di giunta di costituzione di parte civile nel processo penale a carico del sindaco e degli altri imputati rappresenta un mero atto tecnico che si tenta, invano, di strumentalizzare sul piano politico.

Ebbene, senza infingimenti, dichiariamo, ma non ce ne sarebbe bisogno, la nostra stima e fiducia incondizionata nel sindaco Alfieri.”
Contestualmente, la giunta rivendica che “Sul piano politico continuiamo, e continueremo, finché sarà possibile, a portare avanti il suo programma politico-amministrativo con la certezza che questa sia la strada maestra per dare continuità a tutte le azioni ed opere che stanno trasformando la nostra città, una vera rivoluzione, attesa da anni, sul piano sociale, culturale, di infrastrutture e turismo”.
Bisogna riconoscere che la facente funzione di sindaco, Maria Antonietta Di Filippo, e i componenti della giunta, evidentemente appoggiati dalla maggioranza dei consiglieri comunali, sono saliti “in cattedra” e stanno facendo valere le loro idee!

Nessuno si sarebbe aspettato che lo tsunami provocato dall’azione della magistratura, che ha tratto in arresto Franco Alfieri e alcuni componenti del suo staff, avesse risparmiato di travolgere la giunta da lui nominata.
Infatti, la “fama” di Alfieri di essere sempre stato un “uomo solo al comando” e che i componenti degli organi istituzionali non erano altro che degli “orpelli” che riempivano le “caselle” istituzionali previste dall’ordinamento è smentita dai “fatti” che sono sotto gli occhi.
A far superare ogni dubbio è stata la predisposizione da parte della giunta e l’approvazione da parte del consiglio comunale del riequilibrio di bilancio che ha evitato l’interruzione immediata della permanenza in carica dell’amministrazione “orfana” di Alfieri.
Infatti, solo a seguito di questa lampante azione di governo gli oppositori “politici” di Alfieri hanno cominciato a prendere di mira Maria Antonietta Di Filippo e i componenti della giunta riconoscendo, così, di trovarsi di fronte una compagine amministrativa in grado di procedere nell’ordinaria amministrazione e di cominciare a ridisegnare le priorità dell’azione di governo in base alle esigenze dettate dal bilancio rimodulato con il riassetto approvato.
A questo punto, la compagine di governo ha un orizzonte temporale di durata più ampio davanti a sé … sono i 18 mesi da quando la facente funzione ha assunto su di sé la guida del comune.
Al termine di questo periodo, dando per scontato che Franco Alfieri non potrà rientrare in gioco (ma questo dipenderà da come la magistratura giudicante valuterà la consistenza delle prove raccolte dalla procura di Salerno) nella tarda primavera del 2026 si potrebbe tornare a votare per eleggere sindaco e consiglio comunale.
Se l’attuale compagine di governo (sindaco, giunta e consiglio) saprà rimanere compatta e continuerà ad amministrare con lo “stile” assunto finora, niente eviterà loro di proporsi, ancora, alla guida della Città dei Templi … chi vivrà vedrà!
Anche la ricostruzione di una o più liste che vorranno contrapporsi all’amministrazione in carica avrà il tempo di rendersi parte attiva lavorando ad un progetto alternativo per tentare di unire le forze, soccombenti in modo disastroso nell’ultima competizione contro Alfieri, per predisporre un programma di governo alternativo o “correttivo” di ciò che ha fatto l’amministrazione Alfieri e di chi ne ha continuato l’opera fino a quel momento.
Nel campo degli oppositori che vorrebbero “restituire” l’amministrazione di Capaccio Paestum ad una compagine autoctona si dovrà prendere atto che non basterà fare una “battaglia” contro lo “straniero” e “quelli” che si sono fatti “contaminare” da uno di “fuori”. Ci sarà bisogno di mettere in campo idee, progetti e, soprattutto, un rinnovato modo di gestire il potere se si vorrà competere ad armi pari con gli “eredi” di Alfieri.
Certo, il macigno “giudiziario” caduto su Alfieri e sui suoi sostenitori non sarà facile da far digerire agli elettori … ma anche le “fallimentari” esperienze delle amministrazioni, che hanno portato all’elezione, per ben tre volte di un “papa” straniero (Franco Palumbo e Franco Alfieri due volte), necessitano di un “reset” percepibile e visibile per essere preso sul “serio”.