Erano i primi anni del 1980, quando conobbi Luciano Martini di Lana, in provincia di Bolzano…
Si aggirava nella pineta di Paestum nello spazio dove sorgeva il camping Hera Argiva di proprietà del Cav. Stromillo che lo gestiva con bonaria approssimazione ma con grande liberalità.

Luciano si aggirava nella pineta per capire dove allocare la sua roulotte.
Mi avvicinai per presentarmi e indicargli un posto a metà strada tra i servizi e l’inizio dell’impenetrabile pineta…
Con lui c’erano Luisa, sua moglie; i loro tre figli, Laura, Mauro e Dario; e una bambina in affido…
Avevano scelto Paestum per le vacanze in quanto Luciano lavorava nel neo stabilimento della Zuegg, una società leader nella produzione di succhi di frutta che aveva la sede principale proprio a Lana in Alto Adige.
In quell’anno nacque un’amicizia che, nonostante la distanza fisica che c’era tra Varese, dove io e Gina svolgevano il lavoro di docenti, e Bolzano, è rimasta salda anche quando Luciano ritornò a lavorare vicino casa e noi tornammo a vivere a Roccadaspide.
Ogni occasione era buona per incontrarci ed anche quando i figli sono diventati adulti non sono mancate le occasioni di “ripassare”, incontrandoci, gli aneddoti dei tempi in cui ci si vedeva più spesso.
Anche quando Luisa si ammalò gravemente nel corpo, il suo spirito era sempre pronto e vigile nel cogliere il meglio perfino dal male che l’aveva colpita …
Andammo a trovarla in occasione di una mia “missione” in Trentino per il Consorzio Cilento Incoming … e fu subito “festa”. Nonostante fosse evidente la sua condizione fisica sofferente, passammo una giornata tuffandoci nei ricordi delle esperienze fatte insieme, nel raccontare di cosa avevamo fatto della nostra vita durante la “vacanza” di incontri.
Poi Luisa se ne andò, per altri “mondi”, a portare la sua serena voglia di essere ancora “utile” all’umanità guardandola dall’alto e vigilando sulla sua famiglia e sul resto del mondo che l’aveva conosciuta …
Luciano ormai pensionato, rimasto solo con Mauro nella grande casa di Lana, continuò a darsi anima e corpo a mantenere ordinato il suo giardino, a coltivare ogni ben di Dio, a vivere per i figli e per i nipoti che intanto erano in continua crescita.
Con Gina, lo abbiamo invitato più volte a tornare a Paestum, ma il suo impegno con i nipoti e con il suo mondo e, soprattutto, senza la spinta euforica di Luisa che era inarrestabile quando decideva di “viaggiare”, ha sempre fatto “promesse” ma mai le ha mantenute …
Recentemente sono venuti a Paestum due altri amici da Varese, Amelia e Giancarlo … anche loro avevano conosciuto Luciano e Luisa quando organizzavano la settimana bianca in Valle Stretta, in Alto Adige.
Con loro, nel ritornare con i pensieri ai tempi andati, abbiamo parlato anche di Luisa e Luciano … è stato spontaneo concordare che avremmo chiamato Luciano appena tornati a casa.
In serata, è invece è arrivata la chiamata di Dario, il figlio, che ci informava della prematura scomparsa dell’amico di sempre.
La notizia, come avviene sempre in questi casi, ha fatto calare il clima di allegria che aveva caratterizzato l’intera giornata … parlarne in auto tornando da Amalfi a Paestum è stato prima deprimente, per la tristezza che la notizia ha portato con sé; poi, ognuno di noi ha cominciato a ricordare aneddoti e ricordi del tempo in cui ci si incontrava felici.
Io ho ricordato la volta che decidemmo di sperimentare la pesca al traino con la mia deriva a vela sul mare antistante il campeggio Hera Argiva a Paestum…
Andammo a comprare la lenza e diversi ami a Battipaglia, mettemmo la barca in acqua e issammo la randa e il fiocco puntando verso Agropoli; srotolammo la lenza e ci mettemmo in attesa parlando del più e del meno.
Quando arrivammo a qualche centinaio di metri dal promontorio di Agropoli decidemmo di virare …
Il vento era scarso, ma il nostro modo maldestro di manovrare, fece allentare la tensione della lenza che si ingarbugliava intorno al timone. Tentammo di ripartire ma il mare completamente piatto … la brezza era scomparsa.
Fummo costretti a farci trainare fino al campeggio Hera Argiva da un gozzo a motore che intercettammo al “volo”.
L’evento fu raccontato di bocca in bocca in tutto il campeggio e noi stessi non potevamo non ridere rumorosamente per l’accaduto.
Luciano lo voglio ricordare così … per il suo senso della famiglia e dell’umorismo che ci rese “fratelli” per sempre.
Ai figli e agli amici che hanno avuto modo, più di me, di stargli vicino e condividere la sua voglia di vivere e il suo sorriso buono; voglio lasciare il mio abbraccio e l’assicurazione che, anche per me, Gina, Francesca e Giuseppe Luciano sarà ricordato per sempre, così com’era sempre stato … un uomo buono che amava la vita soprattutto se condivisa con la famiglia e con la grande schiera delle persone che l’hanno conosciuto e che lui ha sempre considerati amici.
I pensieri cadono sulle parole e inciampano nella realtà che, come nel caso della perdita di una persona cara, ci fa capire che solo vivendola in armonia di chi ci vive affianco, anche se solo per un tempo limitato, può lasciare segni indelebili che ci fanno compagnia.