Mezzo secolo fa i Decreti delegati rivoluzionarono la scuola del passato. Successivamente con la riforma di Luigi Berlinguer e coi decreti Bassanini, giunse l’autonomia scolastica e la burocratizzazione scolastica. Il 31 maggio del 1974 vennero approvati in via definitiva i “Decreti delegati” in materia scolastica. Si trattò di un percorso difficile che si concluse solo dopo quattro anni. Vennero definiti “decreti malfatti”, forse non soltanto perché dietro a questi c’era l’allora ministro della Pubblica Istruzione Franco Maria Malfatti, deputato democristiano di lungo corso, “amico” di Fanfani. La novità nel mondo scuola fu segnata specialmente dalla “assemblearizzazione” della vita scolastica, con l’istituzione di organi collegiali aperti a rappresentanti dei genitori. Ovviamente i decreti interessarono svariati aspetti della realtà scolastica: furono istituiti gli organi collegiali ormai aperti ai genitori, vennero istituiti organi elettivi a ogni livello, consigli di classe, consiglio di Istituto, con rappresentanti degli insegnanti, dei genitori, del personale non docente ed eventualmente degli alunni. Al collegio dei docenti venivano conferiti nuovi poteri. La scuola, dunque, aprì le porte alle famiglie. La psicologa Gabriella Nembo, guarda con buon occhio questo binomio educativo; con riferimento al rapporto scuola famiglia scrive: “Insegnanti e genitori esercitano nei confronti dei bambini e dei ragazzi un ruolo educativo diverso ma complementare, per questo la collaborazione tra scuola e famiglia è uno dei presupposti essenziali per la buona riuscita del successo formativo. Questo processo non è sempre lineare, sovente s’incontrano ostacoli e incomprensioni che possono portare all’assunzione di posizioni rigide e contrapposte. I docenti devono possedere competenze relazionali adeguate alla complessità delle situazioni, esercitare una capacità di “contenimento” di fronte a situazioni di eccessiva ansia dei genitori, che possono portare alla chiusura e al ripiegamento su se stessi. Nel corso degli anni sono stati molti i cambiamenti all’interno dell’universo familiare, soprattutto negli ultimi tempi si registra un maggiore isolamento, una crescente difficoltà nell’affrontare le criticità nei passaggi evolutivi della crescita dei figli. Sovente i genitori si dimostrano incerti e insicuri nelle scelte educative, non trovando riferimenti in una società culturalmente disorientata, che investe poco sul futuro dei giovani. Attualmente si assiste alla necessità di ridefinizione dei compiti genitoriali, i ruoli vanno spesso reinventati; soprattutto le famiglie allargate o ricomposte cercano di trovare un equilibrio, collocando l’educazione dei figli in una nuova rete di rapporti…” Giuseppe Valditara, attuale Ministro dell’istruzione e del merito, si muove sulla stessa lunghezza d’onda dei “decreti malfatti”.. Di recente, infatti, ha inviato alle scuole una circolare relativa alla programmazione delle verifiche in classe e all’assegnazione dei compiti da svolgere a casa. La specifica circolare trova senso, secondo Valditara, specialmente alla luce di “rafforzare sempre di più la positiva collaborazione fra famiglia e scuola. Una collaborazione che a noi sta particolarmente a cuore”. L’obiettivo, asserisce, infatti è garantire nella scuola le condizioni di serenità e fiducia ideali per lo sviluppo armonico della personalità di tutti gli studenti. A questo riguardo il Ministro Valditara, nel rispetto della libertà del docente, ha raccomandato che “ogni docente programmi le verifiche e assegni i compiti tenendo conto di quanto eventualmente già stabilito dagli altri insegnanti o dal consiglio di classe. In questo modo si eviterà che più verifiche vengano svolte nello stesso giorno, con un carico di lavoro troppo gravoso per gli studenti. Allo stesso modo, i compiti per casa potranno essere distribuiti più equamente nel corso della settimana, con una migliore organizzazione dello studio, soprattutto in concomitanza delle giornate festive. Inoltre, la circolare sottolinea l’importanza di evitare che i compiti siano assegnati sul registro elettronico in serata per il giorno successivo. Viene inoltre consigliato che gli studenti utilizzino anche il diario personale per l’annotazione dei compiti, soprattutto nel primo ciclo di istruzione, per ottenere una maggiore responsabilizzazione dei ragazzi nella gestione degli impegni scolastici, come già indicato in una nota dello scorso luglio”. Altro recente tangibile indicatore dell’affezione di Valditara per le famiglie è strettamente connesso alla possibilità data ai genitori di riconfermare il docente di sostegno. A tale proposito il Ministero dell’Istruzione ha trasmesso quest’anno il DM n. 32 del 26 febbraio 2025, il provvedimento contiene “Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026” in attuazione dell’art. 8 colma 2 del decreto-legge 31 maggio 2024 n. 71. Il provvedimento, comunque, malgrado le aspettative del Ministro, è stato aspramente criticato. Fra le tante voci discordanti ecc o quella della FLC CGIL; il sindacato ritiene molto grave tale provvedimento normativo in quanto lesivo della trasparenza delle procedure di reclutamento e della libertà di insegnamento, funzionale a una idea di scuola intesa come servizio a domanda individuale che ne svaluta la funzione educativa e didattica. Tale norma, inoltre, rende manifesta la totale inadeguatezza e incapacità del ministero di dare continuità all’offerta formativa attraverso la stabilità e continuità degli organici di sostegno; la soluzione adottata produrrà il solo risultato di generalizzare il lavoro precario sottoponendolo a una nuova ricattabilità. La FLC CGIL denuncia da tempo le tante criticità che inficiano il processo di inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità e che consolidano in questo settore un livello inaccettabile di precarietà, pertanto ritiene prioritario un intervento serio e di prospettiva per garantire continuità educativa agli alunni con disabilità e continuità lavorativa ai docenti di sostegno. Tale obiettivo è concretizzabile con la progressiva stabilizzazione dei posti in deroga, l’implementazione dell’offerta formativa dei percorsi di specializzazione attivati dalle Università, favorendo l’accesso, riducendone i costi, adeguandola al fabbisogno regionale. Per tutte queste ragioni la FLC CGIL ha diffusamente espresso in tutte le sedi la propria contrarietà al provvedimento e si è opposto in ogni modo con ogni forma di mobilitazione e fino alle sedi giudiziarie, a partire dalle azioni di tutela legale individuale dei docenti danneggiati dal provvedimento. E’ certamente cosa buona e giusta il rapporto scuola famiglia, ma col giusto equilibrio e nel rispetto delle parti istituzionali, delle professionalità e della persone. Il rapporto scuola famiglia è senza dubbi un fattore fondamentale; cruciale in termini di garanzia di successo, sia in termini di formazione globale e sia in termini didattico disciplinare. Alle due agenzie educative va, comunque, sempre riconosciuto il proprio ruolo, evitando ostacoli nocivi. Spesso, purtroppo, manca un vero clima di reciproca fiducia e la politica scolastica esagera nel riconoscere alla famiglia funzioni estreme e inopportune. elgr
“Rafforzare sempre di più la positiva collaborazione fra famiglia e scuola”
L’obiettivo, asserisce il Ministro dell’Istruzione e del Merito, è garantire nella scuola le condizioni di serenità e fiducia ideali per lo sviluppo armonico della personalità di tutti gli studenti. L’intesa scuola famiglia sta a cuore a Giuseppe Valditara
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